Il governatore: le anticipazioni di Borgonovo impediscono la condivisione". Borgonovo: "Piano votato nel 2013, sconfessano loro stessi". Robol: "Non capisco la scelta di Rossi. Non possiamo non discutere del merito del problema e trincerarci dietro alle questioni di metodo". Manica: "Donata ha ragione".T. Scarpetta, A. Rossi Tonon, "Corriere del Trentino", 10 ottobre 2014Leggi l'articolo in pdf!LEGGI ANCHE:E l'assessora va all'attacco:«Così sconfessano se stessi», "L'Adige", 10 ottobre 2014
Non accenna a diminuire la polemica che si trascina ormai da alcune settimane all'interno della giunta provinciale sulla riorganizzazione del sistema ospedaliero trentino. Il progetto portato avanti dall'assessora alla Salute, Donata Borgonovo Re, è stato ampiamente criticato da alcuni colleghi di giunta. Proprio ieri l'assessore all'Urbanistica Mauro Gilmozzi (Upt), non a caso già sindaco di Cavalese dove il piano prevede lo stop al punto nascita, dalle pagine dell'Adige ha lanciato un chiaro avvertimento: «Se lei insisterà nell'andare dritta sulla sua strada, senza darci risposte, noi quel provvedimento non lo voteremo». Assessore Borgonovo Re cosa pensa delle ultime dichiarazioni che sono arrivate da un suo collega di giunta? Stanno sconfessando se stessi perché il piano su cui si sta discutendo corrisponde a quello che metà della giunta aveva approvato nella scorsa legislatura. Abbiamo tenuto più incontri sulla rete territoriale ospedaliera rispetto a qualsiasi altro tema. Ci sono state quattro Giunte per raccontarci il piano di miglioramento approvato nel luglio 2013. Guardi, è una cosa al limite dello sconforto. Vuol dire che non hanno discusso prima dell'approvazione? Non so proprio cosa dire perché non penso siano cambiate le circostanze dallo scorso anno. Tra gli interventi più discussi e criticati ci sono le chiusure di punti nascita periferici. Sui punti nascita ci sarà una giunta ad hoc che mi auguro sia la prossima settimana. Si è deciso di tenere separata la questione dalla rete territoriale ospedaliera. Nessuno ha parlato di tagli ma sui punti nascita la discussione parte da visioni diverse. Ci sono dei colleghi che ritengono che questo debba essere considerato un servizio di prossimità. Io non ritengo che si tratti di un servizio di prossimità ma che richieda di una forte specializzazione. L'assessore Gilmozzi dice che il piano di miglioramento «non è la Bibbia» e che «lo ha fatto l'Azienda non la giunta» ritenendo che quella presentata sia «una proposta basata sulla spesa e non sulla qualità del servizio». È vero che il piano è stato adottato dall'Azienda sanitaria ma le direttive, gli indirizzi strategici, erano stati dati dalla giunta. E' stata quest'ultima a dire che nel triennio l'azienda doveva arrivare a una riduzione della spesa di 46 milioni. Il nostro piano di miglioramento è la versione trentina della spending review che chiedeva lo Stato di adottare ed ha il compito di razionalizzare i servizi e renderli più efficaci e di qualità per la sostenibilità del sistema. Non si parla di tagli ma di ridefinizione di alcune funzioni in una dimensione di rete, dove il ruolo degli ospedali centrali è quello di forte specializzazione mentre il ruolo degli ospedali territoriali è quello di offrire servizi di prossimità. Come pensa di rispondere alle critiche che stanno arrivando dai suoi colleghi? La discussione sarà affrontata in giunta e in quell'occasione risponderò ai miei colleghi. L'impegno della giunta sarà di trovare una mediazione tra i diversi punti di vista. Il mio obiettivo è quello di offrire ai cittadini la migliore qualità dei servizi con costi adeguati.Le reazioni Panizza contro l'assessore. Manica: «Ha ragione Donata»«Non ideologici, ma razionali. Non centralisti, ma territoriali». Con questo slogan Franco Panizza, dall'Uganda, fa sapere che il Patt chiederà la rivisitazione del piano tecnico, quello dei tagli agli ospedali di valle. Il senatore, segretario provinciale del Partito autonomista trentino tirolese, lo stesso del governatore del Trentino Ugo Rossi, ancora una volta prende le distanze dal disegno dell'assessore alla salute Donata Borgonovo Re (Pd). «Quello illustrato è un piano tecnico, che immagino l'assessore Borgonovo voglia rendere politico. Se così sarà, il rischio è di andare verso l'impoverimento dei nostri territori. Così non ci stiamo. A Borgonovo mi permetto di suggerire di confrontarsi un po' di più col territorio e di non limitarsi ad ascoltare i medici e il personale infermieristico». Si parla della riorganizzazione della rete ospedaliera: una riorganizzazione che si basa sulle previsioni del piano di miglioramento 2013-2015, redatto dall'Azienda sanitaria e sottoscritto dalla giunta provinciale il 19 luglio del 2013 (all'epoca Rossi era assessore alla salute, come ricorda spesso l'assessore Borgonovo Re). «Le linee di Rossi - commenta Panizza - erano state condivise. Prevedevano anche un aumento dei servizi, tra cui i voli dell'elisoccorso di notte. Per quanto riguarda gli ospedali il piano tecnico di cui si è discusso nelle scorse settimane va molto oltre quelle linee». Secondo Panizza non si possono fare solo valutazioni di tipo economico. «Si deve tenere conto della qualità della vita. Nel passato, con la nostrra autonomia speciale, abbiamo creato le condizioni per permettere alla gente di restare sul territorio. Togliendo i servizi assisteremo alle migrazioni verso le città di Trento e Rovereto. Io sono per il mantenimento dei punti nascita sia a Cavalese che a Tione. Certo, a Tione i parti sono pochi (177 all'anno, mentre lo standard minimo sarebbe di 500, ndr)». I soldi da risparmiare si dovranno trovare altrove. «Dobbiamo rinunciare a qualche infrastruttura. Pensare ad ospedali centralizzati è come pensare ad una scuola unica: si risparmierebbe non poco, forse, ma si danneggerebbero i territori, le valli». In casa Pd il capogruppo Alessio Manica difende l'assessore Borgonovo: «Il ragionamento e la proposta di Donata mi sembrano più che ragionevoli. Su mammografie e punti nascita si deve rifelttere. Stiamo parlando di un piano di razionalizzazione alla luce di un calo delle finanze publiche. Ci sono degli standard di qualità e di sicurezza che non possiamo ignorare. Il rischio è che oggi il mantenimento del servizio si trasformi in un disservizio. Spero nella capacità di confronto e sintesi della giunta provinciale».
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