ARCO «Sono preoccupato, amareggiato e anche molto deluso. E alla fine viene quasi da pensare che non ne valga neppure la pena continuare a fare il sindaco a queste condizioni». Alessandro Betta non ha intenzione di sporgere denuncia contro ignoti e non chiederà neppure agli operai del Comune di andare a cancellare le scritte che ieri mattina sono apparse, alla prima luce del sole, sulla pista ciclabile che da Arco conduce a Dro, poco dopo l'abitato della Moletta. "Trentino", 3 ottobre 2014
Parole che non meritano neppure di essere trascritte su queste colonne, anche perché ci sono le foto a testimoniare lo sfregio compiuto a danno della massima istituzione arcense ma anche nei confronti della civile convivenza, dell'educazione e del rispetto della cosa pubblica. L'offesa che qualche mano ignota ha voluto recapitare al sindaco di Arco non è certo passata inosservata. E non poteva essere altrimenti, non solo perché la ciclabile che corre lungo il Sarca è particolarmente frequentata, anche in queste giornate autunnali, ma anche e soprattutto perché lo stesso Betta, informato della cosa, ha immediatamente postato sul proprio profilo Facebook le foto che immortalano il gesto. Tutto, infatti, è nato sul social dove qualche giorno fa il sindaco ha voluto dare sfogo alla propria rabbia in risposta ad una recente presa di posizione degli ambientalisti altogardesani, incentrata sul progetto dell'agricampeggio di via Mantova, in cui era stato tirato in ballo suo padre, in veste di tecnico. Il sindaco, ieri pomeriggio, ci teneva a ribadire di non aver mai dato del mafioso a nessuno e che comunque tutto poteva aspettarsi tranne che un gesto così offensivo nei suoi confronti. «Lo ripeto, non ho mai dato del mafioso a nessuno, come qualcuno ha ritenuto intendere – le poche parole concesse, ieri, dal sindaco – ho soltanto parlato di metodi non democratici che hanno toccato i miei affetti familiari (il padre, autore del progetto dell’agricampeggio ndr), lasciando così agli interlocutori l'incombenza di giungere ad un proprio giudizio sulla natura di questi atteggiamenti. Ora qualcuno mi accusa dell'infamia più grande, di essere un mafioso: questa cosa non merita neppure un mio commento. Così come non mi interessa presentare denuncia ai carabinieri, perché potrei anche avere qualche sospetto ma nessun elemento concreto. E non mi interessa neppure che vengano cancellate le scritte. Mi preoccupa, invece, il clima che si respira nella comunità perché certi atteggiamenti finiscono inevitabilmente per alimentare la tensione. Ad ogni buon conto invito tutti a fare Comunità perché la pace, la fratellanza abbiano la meglio, idee diverse sono solo pluralità». Non è la prima volta, comunque, che sulla ciclabile arcense appaiono scritte offensive nei confronti dei politici locali. Un paio di anni fa nel mirino era finito un assessore comunale.
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