Bruno Dorigatti, 4 agosto 2009 Far emergere le difficoltà di convivenza e accendere il conflitto etnico, questa in poche e magre parole è la politica che la Lega Nord porta avanti con perfida determinazione, specie nei momenti di difficoltà economica.
La Lega usa la crisi per rompere quel legame di fratellanza che accomuna tutti i lavoratori, a prescindere da nazionalità, lingua o credo religioso.
Ritengo sia miope e gretto mettere in conflitto lavoratori italiani e lavoratori extracomunitari che onestamente contribuiscono allo sviluppo economico e sociale della nostra terra.
E’ intollerabile, inoltre, che si cerchi di aizzare l’uno contro l’altro agitando ataviche paure di chi, indipendentemente dalla cittadinanza, si trova a dover fare i conti con le difficoltà della vita quotidiana.
Questa politica intrisa di razzismo e cinismo, tutta volta alla ricerca del consenso elettorale è agitata demagogicamente dagli esponenti nazionali e locali della Lega Nord.
Continuano a voler contrapporre il lavoratore trentino contro il lavoratore extracomunitario nel nome di una politica che sembra avere come slogan “tuteliamo solo i nostri, gli altri a casa”.
Questa è la “summa teologica” di alcuni interventi del ghota leghista locale in un gioco al rimbalzo di dichiarazioni rese in questi giorni alla stampa locale.
Anzi sono disponibili a dare un contributo provinciale affinché gli extracomunitari rimasti senza lavoro ritornino alle loro case.
In un mondo dove le frontiere del mercato del lavoro e degli stati, sono pressoché invisibili, ci sembra francamente risibile e di retroguardia lanciare messaggi che alle volte finiscono per essere sgangherati, poiché fra alcuni mesi noi saremmo costretti a chiedere a loro di rientrare per coprire la mancanza di manodopera nel settore edile, in quello del porfido, negli alberghi, alla custodia dei nostri anziani, ma in particolare per incrementare i fondi dell’INPS al fine di pagare le pensioni dei nostri cittadini.
Qualcuno fra le file leghiste, sembra essere ossessionato al solo pensiero dell’ ICEF che sbandiera come causa di tutti i mali che insidiano i trentini a favore degli extracomunitari nell’assegnazione degli alloggi ITEA.
S’ignora forse il fatto che l’ICEF non favorisce gli extracomunitari nell’assegnazione degli alloggi ITEA e si dimentica, volutamente, che tali assegnazioni avvengono su distinte graduatorie che non interagiscono fra loro e che quindi non configgono nell' assegnazione degli alloggi a favore de trentini.
La Lega ritiene giusto che il lavoratore straniero sia uno sfruttato senza diritti, che vada usato e gettato a fine della sua prestazione d’opera.
Qualche leghista proveniente da una zona che vede numerosa la presenza di lavoratori impegnati nell’estrazione del porfido e che contribuiscono in modo massiccio al benessere di tale comunità, inquadra la situazione in modo molto più sbrigativo nello spedire a casa gli stranieri dopo 6 mesi senza lavoro: chi s’ è visto s’ è visto.
Questa è la politica della Lega, di come intende affrontare il complesso fenomeno della immigrazione non considerando minimamente i problemi di chi magari vive in Trentino da anni, che ci vuole restare, che ha dei figli che si stanno integrando e frequentano il nostro sistema scolastico.
Alcuni dirigenti della Lega ammettono, seppure a malavoglia, che all’interno del decreto anticrisi, approvato a livello nazionale, il provvedimento che favorisce l’emersione dal lavoro nero delle badanti purtroppo hanno dovuto accettarlo.
Penso che non si rendano conto di quante centinaia di migliaia sono le famiglie italiane che senza il sostegno di una badante non saprebbero come fare ad accudire ai loro cari.
Questo non per pigrizia o per disinteresse, ma per la carenza di assistenza pubblica e per le condizioni di malattie invalidanti al 100% che hanno bisogno di aiuti esterni alla famiglia.
Sinceramente faccio molta fatica a comprendere come la sofferenza di tante persone possa essere usata in modo strumentale, non cogliendo il dolore di chi vive momenti di difficili, ma anche di chi nel rispetto delle regole è venuto a lavorare per un futuro migliore per soddisfare un diritto di vivere.
Di fronte alla crisi economica è nostro compito di amministratori mettere in campo forme nuove d’intervento a sostegno dell’occupazione e delle imprese, ma è anche nostro dovere far si che chi oggi lavora in Trentino possa essere tutelato in attesa di una ripresa economica che ci si augura possa avere tempi medio brevi per ridare occupazione a trentini e non.
Il nostro agire politico e amministrativo può essere riassunto in una frase che la Lega dovrebbe fare propria: responsabilità e solidarietà.
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