Pd e Upt a Rossi: «Nessuna assemblea permanente»

Robol e Conzatti respingono il “richiamo” del presidente sulla tenuta della coalizione: «Il nostro apporto è cruciale». Sul piano salute: «Il confronto è sempre molto utile, così come la mediazione, ma chi ha responsabilità deve fare anche scelte forti, senza paura, spiegandole ai cittadini. Quello che serve è un’operazione verità, che non lasci spazio alle strumentalizzazioni».
"Trentino", 26 settembre 2014 


TRENTO «Ricordo che i partiti chiedevano ritornasse maggior collegialità. Il tema che si pone è non passare dalla collegialità all’assemblea permanente. In questi mesi un po’ si è scivolati su questo piano. E questo è un richiamo che ho fatto a tutti». Così ieri in una intervista al nostro giornale il presidente della Provincia Ugo Rossi, alle prese con una maggioranza che nelle ultime settimane si è fatta sempre più difficile da gestire, in particolare sul tema della sanità. Su cui proprio ieri era stato fissato un vertice della coalizione, poi aggiornato perché lo stesso governatore era impegnato a Roma.

Un messaggio lanciati a tutti, spiegava Rossi circa il clima di assemblea permanente: ma è chiaro come, prima che ad altri, fosse rivolto soprattutto alle due segretarie di Pd e Upt Giulia Robol e Donatella Conzatti. Ma entrambe, letta l’intervista, rimandano al mittente il messaggio.

Sentite Conzatti: «Io non ero segretario dell’Upt quando il presidente era Dellai, quindi lascerei stare i confronti. Su quella che Rossi chiama assemblea permanente, posso capire se si riferisce al livello istituzionale, con il Consiglio convocato a oltranza, meno se invece si riferisce al livello politico: se non sbaglio, da quando è iniziata la legislatura abbiamo tenuto appena cinque riunioni di maggioranza: non esattamente un’assemblea permanente. Dopo di che, c’è un rapporto di condivisione con qualsiasi collega, dirigente di partito o assessore o consigliere che sia, personalmente ci si sente spesso, ma si tratta appunto di rapporti costruttivi. Quindi assemblea permanente solo nel senso che lavoriamo tutti molto anche di notte, per stabilizzare il lavoro della coalizione e far capire ciò che stiamo cercando di costruire».

Anche Giulia Robol ha letto l’intervista. E preferisce minimizzare il senso delle parole usate dal presidente della provincia: «Penso che abbia voluto enfatizzare il senso dello stato recente delle cose, certo piuttosto vivace. Ma mi pare anche che vada dato atto che su alcune questioni, ad esempio la riforma istituzionale, i partiti abbiano contribuito positivamente al ragionamento, che infatti ha portato a un risultato positivo. Un metodo che va senz’altro replicato anche su altri fronti».

A partire naturalmente da quello della sanità: «Certo, quello poi è un tema particolarmente sensibile e delicato, in cui vanno assunte delle scelte che per forza di cose faranno maggiormente discutere i cittadini. Ma d’altra parte la stessa cosa sta avvenendo anche in provincia di Bolzano: anche lì entro breve verrà presentato un piano sanitario elaborato attraverso un periodo di studio con l’ausilio di tecnici. E in cui pure vi saranno scelte forti legate alla situazione contingente». Cioè razionalizzazione per fare fronte anche alla contrazione delle risorse.

«Credo che sul tema della sanità sia arrivato il momento che la giunta faccia finalmente il punto della situazione, ritrovando il filo - aggiunge la segretaria del Pd - senza continuare con questi continui stop and go, annunciando scelte e poi facendo marcia indietro». E non è ovviamente una critica alla “sua” assessora Donata Borgonovo Re: basta cioè con gli “stop” e avanti tutta con il “go”: «È così - conclude - il confronto è sempre molto utile, così come la mediazione, ma chi ha responsabilità deve fare anche scelte forti, senza paura, spiegandole ai cittadini. Quello che serve è un’operazione verità, che non lasci spazio alle strumentalizzazioni».