Fumata bianca sulle Comunità di valle

Fumata bianca per la riforma delle Comunità di valle. Ieri, nel vertice di maggioranza con l'assessore provinciale Carlo Daldoss, i partiti che sostengono la giunta Rossi hanno dato un sostanziale via libera alla bozza di testo della riforma, che ora sarà portata in giunta lunedì per essere approvata. Prima, però, il documento verrà affinato ancora tra oggi e domani, per essere poi rimandato ai partiti che devono dare l'ok.
A. Conte, "L'Adige", 23 settembre 2014


In particolare, ieri è stata espressa soddisfazione dal Pd per il fatto che sia stato «accolto il ragionamento sull'obbligatorietà, sotto i 5.000 abitanti, delle gestioni associate delle funzioni comunali» spiega la segretaria provinciale del partito Giulia Robol. Da parte dell'Upt si spiega che c'è stato un passo avanti sulla modalità di elezione dei consiglieri delle future Comunità di valle, ampliando di fatto il corpo elettorale a tutti i consiglieri comunali del territorio interessato e aprendo a liste collegate al candidato presidente - con un proprio programma - e in cui possano entrare anche personalità espressione della società civile e non solo assessori e consiglieri comunali.

Da parte del Patt si spiega che, su questo aspetto, c'è un sì di massima, ma che prima di dare l'ok «serve un passaggio negli organismi del partito» come chiarisce il segretario provinciale Franco Panizza. Se ora non ci saranno dietrofront, il testo sarà ora approvato nella prossima giunta provinciale, lunedì prossimo. «La maggioranza ha trovato un'intesa sui principi - spiega il presidente della Provincia, Ugo Rossi - il testo lunedì verrà approvato, e poi si depositerà il disegno di legge, sperando che ci sia un ragionamento che va oltre la maggioranza. Si tratterà di un testo aperto e non blindato». Rispetto alle questioni che potrebbero rimanere aperte, la giunta nella seduta di lunedì «farà sintesi». In base ai punti fermi della riforma delle Comunità di valle, viene confermato il fatto che il prossimo anno non si voterà per il rinnovo delle assemblee e quindi per i presidenti in maniera diretta. Non saranno quindi gli elettori a scegliere i vertici delle future Comunità di valle, ma i consigli (nuovo nome delle assemblee) saranno eletti indirettamente, probabilmente, se passerà definitivamente la proposta fatta dall'Upt, dai consiglieri comunali. Si prevede, infatti, che si inserisca nel disegno di legge l'ipotesi per cui ci sia una lista collegata a un candidato presidente (quest'ultimo non espressione di consigli o giunte comunali) che possa aprirsi anche a persone espressione della società civile. 

Per la segretaria dell'Upt Donatella Conzatti «si è trovata un'intesa di massima, ci siamo lasciati due giorni per ulteriori osservazioni». Di «buona convergenza e road map confermata» parla Robol del Pd. Mentre Panizza spiega di essere «personalmente d'accordo anche sull'elezione libera per le liste, ma ora occorre un passaggio nel partito prima di dare un via libera». Per il Patt l'altra ipotesi sul tavolo resta quella di liste che però rispettino la rappresentanza dei vari Comuni all'interno della Comunità di valle. In prospettiva, ma per questo potrebbe esserci spazio sia in Commissione provinciale sia in Consiglio attraverso emendamenti, uno dei temi che il Patt intende sollevare riguarda i «poteri sostitutivi della Provincia: occorre discutere su questo principio e occorre ragionarvi ancora» spiega Panizza. 
Da parte dell'Upt, infine, si sottolinea come nel disegno di legge dovrebbero essere lasciate «le competenze date dalla Provincia ai territori». Un'altra idea che dovrebbe trovare spazio nel testo è quella della possibilità di trovare degli ambiti territoriali omogenei in cui poter dare la possibilità ai Comuni presenti di fondersi e di diventare essi stessi, una volta arrivati a essere un solo municipio, una Comunità di valle, assorbendo quindi le funzioni di quest'ultima.

Per quanto riguarda le gestioni associate delle funzioni comunali, da parte di Daldoss si sarebbe detto sì alla richiesta del Pd di renderle obbligatorie sotto i 5.000 abitanti, anche se sarebbero previste delle deroghe per il numero di abitanti in alcune situazioni da definire.

L'iter per l'approvazione della riforma dovrebbe ora partire con la prossima giunta ordinaria della settimana prossima. A quel punto si aprirebbe il percorso di modifiche possibili attraverso intese interne alla maggioranza ma aperte, come ha spiegato Rossi, anche all'opposizione.

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