«Quella sulle mammografie è una delibera di civiltà e io intendo sostenerla fino in fondo: mi sembra che i medici si siano già espressi con autorevoli prese di posizione molto interessanti, ora mi confronterò con altri soggetti qualificati e associazioni femminili»."L'Adige", 16 settembre 2014
L'assessora provinciale alla salute, Donata Borgonovo Re, ha confermato ieri la sua intenzione di arrivare all'approvazione della delibera con cui intende riorganizzare il servizio di screening del tumore al seno, concentrandolo su Trento e Rovereto, dove verrebbero installati macchinari per esami tridimensionali, che garantiscono diagnosi più precise. «Certo - ha aggiunto - se fossimo nel paese di Bengodi potremmo avere queste macchine e i tecnici capaci di leggere gli esami in tutti gli ospedali periferici, ma non siamo nel paese di Bengodi».L'assessora ha inoltre sostenuto che: «Questa riorganizzazione prevede che l'attività di screening venga svolta utilizzando le macchine dalle 7 alle 19.30 tutti i giorni feriali, compreso il sabato mattina. L'obiettivo è quello di riportare le liste di attesa sotto i 30 giorni». Oggi invece per lo screening si superano anche i due-tre mesi.«L'attività di screening - ha detto ancora l'assessora per giustificare un no alla richiesta di mantenere la possibilità di fare questi esami negli ospedali di periferia, come chiesto tra gli altri dall'Upt, - non è per sua natura in servizio di prossimità. E io chiedo se una donna preferisca avere la possibilità di fare un esame sotto casa o piuttosto in un contro specializzato».Ieri la giunta provinciale ha comunque proseguito il confronto al suo interno, sia su questa questione che più in generale sul piano di miglioramento dell'Azienda sanitaria che comprende l'organizzazione della rete degli ospedali periferici. «Stiamo cercando di riempire il carciofo foglia dopo foglia» ha detto Borgonovo Re, riprendendo l'immagine usata da Luigi Olivieri per descrivere il timore di svuotamento degli ospedali periferici.A questo proposito il presidente Ugo Rossi ha annunciato che lunedì prossimo la giunta dovrebbe essere in grado di assumere un orientamento per poi confrontarsi la settimana prossima con la maggioranza e il Consiglio delle autonomie ed arrivare entro la fine del mese all'approvazione del provvedimento. «Noi - ha spiegato Rossi - stiamo cercando di garantire l'adeguatezza e la qualità dei servizi sanitari anche in relazione ai costi e quindi alla sostenibilità economica. Cerchiamo soluzioni innovative, ad esempio, puntando su una maggiore mobilità del personale che può garantire la rete dei servizi».Riguardo alle mammografie, il presidente Rossi si è mostrato più prudente rispetto alla settimana scorsa sul fatto che si possa garantire un servizio di ugual livello anche negli ospedali periferici come in quelli di Trento e Rovereto.«Non è - ha detto - solo una questione di macchinario e quindi di costi per l'acquisto, ma soprattutto di razionalità delle visite e di un certo numero di ore di utilizzo e di prestazioni fornite». Il presidente ha comunque aggiunto che questo ragionamento va inserito in una logica più ampia per cui altri servizi potrebbero invece essere rafforzati sul territorio.La delibera sulle mammografie era stata portata in giunta già lunedì della settimana scorsa dall'assessora Borgonovo Re, ma era poi stata sospesa proprio per le richieste di approfondimento venute dai colleghi di giunta, che sollecitavano la verifica di un'organizzazione del servizio che mantenesse la presenza anche negli ospedali periferici. I tre consiglieri provinciali dell'Upt hanno poi preso posizione proprio per sollecitare l'acquisto dei nuovi macchinari per tutti gli ospedali, una soluzione che però ieri l'assessora ha sostenuto non essere praticabile.
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