Pienone per Donata Borgonovo Re alla serata organizzata dai circoli locali del Pd per fare chiarezza su chiusura del punto nascite e futuro della sanità. Molte le attese in una sala divisa fra "fedeli alla linea" e "dissidenti", alla quale l'assessora ha cercato di dare risposte. Partenza obbligata, il punto nascite tionese a rischio chiusura, sul quale l'assessore non arretra. "Trentino", 14 settembre 2014
Pur spiegando che la scelta non nasca col suo assessorato ma sia antecedente e faccia riferimento anche alla conferenza Stato-Regioni, Borgonovo Re ha ribadito che a suo giudizio, numeri alla mano, il punto nascite di Tione non può restare aperto. L'assessora esclude però questo significhi la chiusura dell'ospedale, quanto piuttosto che sarà riorganizzato secondo le esigenze della rete sanitaria provinciale. In questa visione si parla di un "sistema a ruota" il cui "mozzo" dovrebbe essere composto dagli hub degli ospedali metropolitani capaci di offrire servizi specialistici di alto livello i cui costi richiedono grandi numeri e pratica continua mentre agli ospedali periferici spetterebbe fare da "raggi" nei quali offrire efficienti servizi di pronto soccorso e analisi e dai quali meglio valutare le opportune terapie. Poi a regime secondo Borgonovo Re sarà anche possibile che a un cittadino di Trento o di Rovereto sia chiesto di spostarsi a Borgo o a Tione per curare un ernia, se tali ospedali si attrezzeranno in questo senso. Per Tione nello specifico una delle possibilità al vaglio è quella di realizzare un "ospedale di comunità" che sappia seguire e portare verso la guarigione persone sole e anziane. Dalla platea partono molti interventi e sta all'assessore rispondere: ammette degli errori di comunicazione con la quale si è comunicato il suo orientamento ai territori e arriva su quello che forse è il punto nodale del discorso, le risorse calanti anche in Trentino che impongono scelte dolorose perché non si può più avere tutto. Certo, Borgonovo Re sarebbe contenta se la giunta le aggiungesse 210 mila euro ad ospedale per le mammografie, ma questo implicherebbe tagliare altri capitoli di spesa, e non è certa ci sia questa disponibilità da parte dei colleghi. Si avverte una certa frustrazione per dover fare "meglio con meno", in un quadro politico dove anche gli impegni presi, ad esempio su Cavalese e Mezzolombardo, non bastano a placare le proteste. L'ora si fa tarda e la serata scivola via con un'ultima riflessione: come si possono coniugare la visione "a ruota" della sanità con risorse calanti, un progetto costosissimo come il Not ed il potere di interdizione dell'ospedale di Rovereto? Interrogativi che giungono fuori tempo massimo.Rossi, ospedale, si deve razionalizzare
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