"Chiaro che non siamo stati all'altezza, ci voleva più cautela nel gestire la questione fin dall'inizio. Parlare di abbattimento ad agosto è stato un errore. Il danno di immagine e nella sostanza, con l'uccisione di mamma orsa, è stato gravissimo: non doveva accadere".
L. Patruno, "L'Adige", 13 settembre 2014
Ugo Rossi respinge con fermezza le richieste di dimissioni che vengono dalle forze politiche di opposizione, ma anche dagli animalisti e dalle petizioni, come quella su change.org , lanciata da Agenda del Pianeta Terra, che ha già raccolto in un giorno più 17.000 sottoscrizioni, per chiedere al presidente della Provincia di farsi da parte per l'incapacità dimostrata nella gestione del caso Daniza. Ieri, però, incalzato dalle domande ai microfoni di 24 Mattino su Radio24, il governatore trentino alla fine ha dichiarato, alla domanda secca se è pronto a dimettersi se l'inchiesta giudiziaria dovesse accertare responsabilità dice: «Ci mancherebbe altro. Se gli organi preposti, Procura e Tribunale, dovessero individuare delle responsabilità, sono pronto ad assumerle in prima persona. Se c'è un profilo di carattere penale nell'assolvimento delle proprie funzioni noi siamo abituati in questo senso». E nella stessa intervista Rossi ha parlato della decisione di catturare Daniza anche per la difesa di «mamma pecora e mamma mucca» dalle predazioni di «mamma orsa».
Intanto, però anche nella maggioranza, si esprimono perplessità sulla gestione di tutto il «caso Daniza» fin dall'inizio. Dal Pd del Trentino vengono le critiche rilevanti anche se è la segretaria Giulia Robol precisa che: «Non chiediamo le dimissioni dell'assessore Michele Dallapiccola, perché al governo ci siamo anche noi e la responsabilità non è solo dell'assessore. Ma è chiaro che non siamo stati all'altezza, ci voleva più cautela nel gestire la questione fin dall'inizio. Parlare di abbattimento ad agosto è stato un errore. Il danno di immagine e nella sostanza, con l'uccisione di mamma orsa, è stato gravissimo: non doveva accadere».
Anche il capogruppo provinciale del Pd, Alessio Manica chiede trasparenza e chiarezza sull'accaduto: «Il presidente Rossi dice che è stata una fatalità la morte dell'orsa? Allora dobbiamo documentarlo, va verificato, perché i cittadini non sono disposti a crederci sulla parola. Il presidente e l'assessore devono spiegarlo perché non è possibile che il Trentino che ha fatto così tanto per la reintroduzione degli orsi nelle Alpi ora subisca lo smacco di essere il territorio che uccide l'orso. Dobbiamo essere coscienti che si deve fare i conti con le enormi quantità di reazioni suscitate, anche se le consideriamo fuori scala, che ci piaccia o no. Vanno date risposte. La morte di Daniza è un fallimento».
Il vicepresidente della Provincia, Alessandro Olivi (Pd), che aveva firmato l'ordinanza di cattura e non l'abbattimento, aggiunge: «Il Trentino non è quello che viene rappresentato in queste ore. Il progetto va ricalibrato creando alleanze più ampie a livello di Alpi. Non doveva succedere, ma ora non possiamo cancellare anni di coraggioso investimento».
Anche il gruppo provinciale dell'Upt, con Gianpiero Passamani, Pietro De Godenz, Mario Tonina critica la decisione presa di catturare l'orsa con il narcotico: «Nel caso Daniza è mancata una regia generale capace di garantire un intervento adeguato valutando i fattori in campo; forse con l'avvicinarsi del letargo sarebbe valsa la pena saper aspettare uno/due mesi al massimo per intervenire, così da poter somministrare dosi inferiori di farmaco e soprattutto garantendo una situazione di stress di gran lunga inferiore all'animale stesso che nelle ultime settimane era stato vittima di un serrato inseguimento e la cui preoccupazione per la salvaguardia dei cuccioli era evidente». Poi scrivono: «Riteniamo che il progetto "Life Ursus" sia da salvaguardare e da portare avanti con convinzione» e propongono una «massiccia azione di informazione e sensibilizzazione periodica volta a modificare l'approccio dell'uomo nei confronti dell'orso e al fine di migliorare l'accettazione sociale nei confronti della specie prestando particolare attenzione alle comunità locali interessate». Nello stesso tempo il gruppo Upt ritiene che debba essere fatto un censimento del numero di orsi presenti e una valutazione su quanti siano sostenibili.
L'assessore provinciale all'ambiente, Mauro Gilmozzi, è più indulgente con il collega Dallapiccola ma dice: «Dispiace, è un epilogo non voluto da nessuno, ma c'è stato e ora con calma andranno affrontati tutti i problemi su quanto accaduto e sul futuro del progetto». A difesa di Rossi e Dallapiccola si esprime invece il deputato autonomista Mauro Ottobre che dice: «Non vi è mai stata da parte della Provincia l'intenzione di uccidere deliberatamente l'orsa. Non è tollerabile che le dichiarazioni di queste ore costituiscano uno stravolgimento della verità».