Il segretario del Pd, Alberto Pacher - se fosse dipeso solo da lui - Remo Andreolli in lista lo avrebbe lasciato. Il Pd si sarebbe garantito il «pacchetto» di voti dell'ex segretario diessino, senza correre il rischio di trovarselo da uomo di punta ad avversario rancoroso. Tanto più che sarebbe stato comunque un candidato azzoppato dal fatto che in base allo statuto del partito anche se eletto non avrebbe potuto fare l'assessore, con buona pace dei suoi avversari politici. Invece, la commissione elettorale del Pd, costruita dallo stesso Pacher con il bilancino perché tutte le componenti - ex Ds, ex Margherita, kessleriani - si sentissero rappresentate, a larga maggioranza ha deciso che l'ultimo segretario dei Ds del Trentino era incompatibile con la lista con cui il Pd si presenterà agli elettori. Forse questo non sarebbe mai potuto accadere in un partito «tradizionale» e forse anche questa è la novità del Pd, che Alberto Pacher invita a valutare come una ricchezza. Il segretario dice che comunque l'ultima parola spetterà all'assemblea del partito, che si riunirà martedì prossimo, anche se non sembrano esserci spazi per un salvataggio in extremis dell'assessore uscente. Segretario Pacher come spiega l'esclusione dalla lista del Pd dell'assessore Remo Andreolli? Questa è la proposta della commissione elettorale che ne spiegherà le ragioni martedì in assemblea. Vuol dire che lei non è d'accordo? Io mi sono confrontato con la commissione e ho detto loro che per il mio personale parere Andreolli ci poteva stare in lista, ma sono rispettoso dei ruoli e la commissione è stata nominata dall'assemblea, quindi spettava a lei presentare la lista. Posso per altro dire che non ha fondamento la lettura che sta dando qualcuno che con l'esclusione di Andreolli si sia voluta comprimere la componente dei Ds. La lista è equilibrata e ci sono molti nomi che sono punto di riferimento dell'area diessina, penso ad esempio a Ottorino Bressanini, Margherita Cogo, Sara Ferrari, Michele Bontempelli, Graziano Tomasin. C'è anche Gigi Olivieri in lista? Non mi sembra. Ma lei ha capito perché la commissione ha escluso proprio Andreolli? È un giudizio sul suo operato di assessore o altro? Il presidente Sester ha dato già alcune motivazioni non banali. Andreolli a differenza degli altri uscenti per il nostro statuto non potrà più fare l'assessore. Mi pare poi che un ruolo non secondario nella vicenda l'abbia avuto il fatto che nelle settimane scorse Andreolli ha tentato di mettere su una lista alternativa a quella del Pd. Questo è un fatto che era patrimonio comune in quei giorni. Ora che lo avete escluso avrà un buon motivo per farlo. Non teme che tutto questo potrà danneggiare il Pd e sarebbe stato meglio evitare lo scontro? Ci sono tante possibilità di valorizzare le persone nella vita del partito. Credo che a tutti noi, a cominciare dal segretario, viene chiesto di farsi carico del fatto che il Pd è un partito in formazione in cui i processi e la fluidità della situazione possono portare a decisioni non da tutti condivise. Anche senza Andreolli pensa che la lista del Pd possa competere con l'Upt? Abbiamo una lista con tante persone che rappresentano territori e mondi diversi, figura nuove e consolidate. Quella di Bruno Dorigatti è una bella presenza e ribadisce l'attenzione del partito ai temi sociali e del lavoro. Abbiamo anche molti giovani, che vorremmo mettere capolista perché rappresentano la leadership del futuro. Il voto al Pd è il voto a un progetto di futuro. La lista è chiusa? Manca da definire solo la situazione del Basso Sarca. Il vicesindaco di Riva, Adalberto Mosaner, è un nome importante e ci auguriamo che possa essere della partita per dare il suo contributo.