Mammografie e parti, Borgonovo ha ragione

Anche in Trentino abbiamo il nostro «Renzi-rottamatore». Mi riferisco all'assessora Borgonovo Re per la riforma della rete ospedaliera e sanitaria.  Partendo dal presupposto che deve gestire la sanità con un sempre più ridotto budget, deve garantire la migliore prestazione possibile a tutti i cittadini, rottamando la vecchia concezione della sanità trentina.
G. Berlanda, Direttore U.O. Anestesia e Rianimazione  Ospedale «Valli del Noce-Cles», "L'Adige", 12 settembre 2014

Come ha cercato di dare il meglio per quanto riguarda la sicurezza durante il parto (a costo di trasferire le partorienti in centri più sicuri), così l'assessora - Renzi ha fatto con il provvedimento di accentrare tutti gli esami di mammografia a Trento e Rovereto. Infatti oltre al sottoutilizzo delle strutture mammografiche e del personale negli ospedali periferici, c'era anche il problema di garantire prestazioni sempre più precise, affidabili e sicure: solo a Trento e Rovereto ci sono gli esami tridimensionali che garantiscono alle donne maggior sicurezza di diagnosi. 

Non si può avere un trattamento diverso in periferia, con esami meno affidabili perché eseguiti con macchinari vecchi e da professionisti meno esperti, rispetto al centro che può vantarsi di avere macchinari all'avanguardia e personale addestrato!

Lo stesso dicasi per certe prestazioni chirurgiche: occorre garantire la stessa prestazione chirurgica per i cittadini della periferia come per il centro: da qui il provvedimento di chiudere certi reparti il sabato e la domenica e trasferire i pazienti a Trento o Rovereto.

Ciò che l'assessora deve però garantire alla popolazione è il potenziamento delle strutture al centro, affinché non si allunghino i tempi di attesa per tutte le prestazioni non più erogate in periferia (mammografie, eccetera) e che ci sia sempre la massima disponibilità ad accogliere i pazienti e le partorienti trasferite dalle periferie.Allo stesso tempo occorre potenziare e garantire tutte le prestazioni che vengono effettuate con eccellenza negli ospedali periferici, affinché pazienti si spostino dal centro alla periferia (risonanze magnetiche, altri esami radiologici, visite specialistiche, consulenze...).

In fondo la gente si sposta facilmente per vedere un partita o per una manifestazione o per comperare un paio di scarpe, non vedo perché non lo possa fare per la propria salute!

Faccio un appello affinché non escano sui giornali titoli allarmanti e fuorvianti per la gente comune, ma siano positivi: non «le mammografie solo a Trento e Rovereto», ma «finalmente tutti possono fare la mammografie in 3D, più sicure e precise»; non «chiusi i punti nascita periferici», ma «garantiti a tutte le partorienti parti più sicuri grazie ad una efficace ed efficiente rete ospedaliera».

Forse è il limite dell'assessora non riuscire a comunicare positivamente i vari provvedimenti, o forse sarebbe meglio illustrarli tutti in un unico piano e non spezzettati singolarmente, intesi solo come provvedimenti finalizzati al risparmio e a penalizzare gli ospedali periferici e non come miglioramento e razionalizzazione della rete ospedaliera trentina.