LEGGE ANTIOMOFOBIA - I capigruppo della maggioranza: "Trovata una buona convergenza"

La coalizione di centrosinistra autonomista insieme ai proponenti del disegno di legge di iniziativa popolare volto a contrastare le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale ha oggi condiviso alcuni emendamenti volti a chiarire e a definire più specificatamente alcuni aspetti della norma. Riteniamo con questo di aver dunque conclusa la fase di discussione politica all'interno della coalizione e di avere quindi trovato una buona convergenza.



E' stato un dibattito certamente non semplice, ma sempre costruttuivo nella comune volontà di consegnare all'Aula e alla nostra Comunità un dispositivo che faccia fare alla nostra Provincia un passo in avanti sul tema dei diritti fondamentali di persone a rischio emarginazione e discriminazione.

La solidità di una coalizione si misura anche nella capacità di trovare una posizione comune su temi sui quali possono esserci sensibilità di partenza diverse, ma dentro una comune volontà di costruire condizioni di rispetto e dignità di tutti.


Lorenzo Baratter - PATT

Alessio Manica - PD

Gianpiero Passamani - UPT

Giuseppe Detomas UAL

Paolo Zanella - Comitato promotore ddl  iniziativa popolare

Mattia Civico - PD



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Legge sull’omofobia la maggioranza raggiunge l’accordo, "L'Adige", 11 settembre 2014

TRENTO C’è l’accordo. Ed è nero su bianco: ieri è stato definito in una nota unitaria dopo due giorni di esame certosino del testo del disegno di legge, stasera verrà concretizzato nel deposito di una decina di emendamenti sottoscritti da tutti i capigruppo del centrosinistra autonomista. Dopo lunghe incertezze, e settimane anche di aspre polemiche, la legge sull’omofobia sembra insomma schiodarsi dal binario morto su cui sembrava irrimediabilmente instradata. Appena in tempo, visto che la prossima settimana il ddl approderà in Consiglio, con l’aula convocata a oltranza per esaminarlo e approvarlo: non sarà una passeggiata, visto che i tempi del dibattito non saranno contingentati. Ma se sull’ostruzionismo delle opposizioni si può fin d’ora scommettere, sembrano invece scongiurati problemi di tenuta della maggioranza.

La “quadra” è stata raggiunta ieri, nell’ennesimo incontro tra i capigruppo al termine del quale Alessio Manica (Pd), Lorenzo Baratter (Patt), Gianpiero Passamani (Upt) e Giuseppe Detomas (Ual), assieme a Matta Civico del Pd (proponente di uno dei due ddl in materia) hanno sottoscritto una nota unitaria, firmata anche da Paolo Zanella per il Comitato promotore del ddl di iniziativa popolare, l’altro testo confluito nel ddl finale.

Vi si legge che «la coalizione di centrosinistra autonomista insieme ai proponenti del disegno di legge di iniziativa popolare volto a contrastare le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale ha condiviso alcuni emendamenti volti a chiarire e a definire più specificatamente alcuni aspetti della norma. Riteniamo con questo di aver dunque conclusa la fase di discussione politica all’interno della coalizione e di avere quindi trovato una buona convergenza. È stato un dibattito certamente non semplice, ma sempre costruttivo nella comune volontà di consegnare all'Aula e alla nostra Comunità un dispositivo che faccia fare alla nostra Provincia un passo in avanti sul tema dei diritti fondamentali di persone a rischio emarginazione e discriminazione. La solidità di una coalizione si misura anche nella capacità di trovare una posizione comune su temi sui quali possono esserci sensibilità di partenza diverse, ma dentro una comune volontà di costruire condizioni di rispetto e dignità di tutti». Spiega Manica che l’intero testo è stato letto e riletto collegialmente e ogni passaggio sottoposto a verifica. Il risultato sono appunto gli emendamenti che verranno depositati oggi e che hanno trovato anche l’accordo del Comitato, secondo cui alla fine, tutto sommato, lo spirito e l’impianto del disegno i legge non ne escono snaturati.

I nodi erano quelli già noti: si tratta principalmente degli articoli 5 (quello sulle iniziative anti omofobia nelle scuole), 6 (l'inserimento lavorativo di persone discriminate per motivi sessuali) e 11 (le campagne pubbliche d'informazione). «La mediazione - spiega Manica - serve a superare le perplessità e i dubbi interpretativi che erano stati sollevati da Patt e Upt. Ora affronteremo l’aula con un testo condiviso senza temere scricchiolii da parte della maggioranza».