VALSUGANA - «Il diritto alla scuola deve essere garantito a tutti, così come il diritto di accedere al servizio della mensa». La pensa così Giulia Robol, segretaria del Partito Democratico del Trentino, all'indomani della dura presa di posizione della giunta della Comunità e dell'assessore «democratico» Paolo Sordo. Oggetto del contendere la morosità di 150 famiglie nei confronti dell'ente, un debito di circa 12 mila euro. "L'Adige", 8 settembre 2014
«Non ho ancora parlato con Sordo - continua Robol - ma mi sembra che quella adottata sia una soluzione davvero drastica».Parla di provocazione, invece, il giovane segretario del Pd della Bassa Valsugana e Tesino, Giacomo Pasquazzo. «Voglio credere che sia così anche perché non mi sembra giusto che siano i ragazzi a pagare per i comportamenti scorretti dei loro genitori. La scuola è fatta per formare i ragazzi e se ci sono delle pendenze finanziarie da recuperare ne devono rispondere gli adulti e non si possono, come in questo caso, penalizzare gli studenti minacciandoli di doversi portare i panini da casa».È sereno il presidente della Comunità, Sandro Dandrea. «Da tempo, come giunta, eravamo al corrente della situazione e l'iniziativa è stata concordata con l'assessore Sordo. Una decisione doveva essere presa anche perché non mi sembra corretto - precisa - che a pagare debba essere sempre Pantalone! Si tratta di un numero esiguo di famiglie, questo è vero, ma più passa il tempo e più la situazione si incancrenisce. Bisogna intervenire e l'abbiamo fatto!».Sia a livello provinciale che locale il Pd si smarca dalla decisione della Comunità. «C'erano e ci sono altri modi da utilizzare per risolvere la questione - continua Giulia Robol - magari analizzando caso per caso facendo tutte le dovute riflessioni! Ma lo studente viene prima di tutto. Lo ripeto, io avrei agito diversamente e credo che la soluzione adottata sia davvero esagerata».Un'ultima riflessione arriva da Giacomo Pasquazzo. «Si tratta di una decisione della giunta, ne prendiamo atto. Ne ho parlato anche con Sordo e resto della convinzione che si sia trattato di una provocazione per cercare di risolvere, una volta per tutte, la situazione. I ragazzi non devono essere penalizzati per colpe altrui e minacciare di non garantire il servizio mensa a chi non rientra dei debiti mi sembra una provocazione decisamente fuoriluogo». M. D.
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