Oggi, in occasione della Giornata dell'Autonomia, Romano Prodi riceverà il premio internazionale Alcide De Gasperi dedicato ai «Costruttori d'Europa». Di seguito pubblichiamo un estratto dell'intervento che l'ex premier ed ex presidente della Commissione europea terrà questa mattina, alle ore 11, nella Sala Depero della Provincia a Trento."L'Adige", 5 settembre 2014
"Molte altre cose si potrebbero dire di De Gasperi, ma credo che sia interessante oggi anche chiedersi in che cosa il suo progetto europeo abbia ancora un senso. Il che equivale a chiedersi che cosa è mancato finora per realizzarlo e in che modo l'Italia e l'Europa si sono perse per strada. Certo il mondo degasperiano non c'è più ma nemmeno quello americano: nuovi scenari sono dinanzi a noi e la direzione del vento politico ed economico è diversa: il vento soffia ora anche da Est e da Sud e non solo da Nord o da Ovest.
Per questo motivo anche se con scarso esito, continuo ad insistere sul fatto che l'Europa deve usare verso il Mediterraneo la stessa lungimiranza che ha esercitato verso il Nord o verso l'Est del nostro continente.
Oggi siamo più vicini di quanto crediamo alle sfide che De Gasperi dovette affrontare, anche se esse a molti non appaiono ancora così drammatiche. Siamo invece di fronte alla necessità non solo di una nuova forma di convivenza fra i popoli ma anche di una nuova ricostruzione: di un nuovo modello macroeconomico, di una nuova politica industriale.
Tutto questo si traduce nella necessità di rifondare dalle basi il sistema democratico. L'impresa è altrettanto pesante, se non addirittura più pesante, delle sfide che aveva di fronte De Gasperi. Ma insieme a De Gasperi, conserviamo l'idea che nulla è impossibile a noi e all'Europa se abbiamo la consapevolezza di quali sono i nostri problemi attuali. I problemi di una società che non sarà mai in grado di vincere le sfide della globalizzazione e delle nuove tecnologie se non in una dimensione continentale.
Non una dimensione burocratica e di riaffermazione di prerogative nazionali ma nello spirito della cooperazione paritaria che costituiva il valore irrinunciabile dei padri dell'Europa.
Come ai tempi di De Gasperi allo stesso modo oggi esiste ed è dominante il problema della giustizia sociale. Per un'intera generazione ci siamo illusi che esso si sarebbe progressivamente attenuato con lo sviluppo economico e ci accorgiamo invece che sta diventando sempre più grave e che le nostre democrazie non sembrano oggi in grado di poterlo affrontare. Il malinteso senso dell'assoluta sovranità degli individui rende infatti sempre più difficile ogni misura dedicata a raggiungere una più equa distribuzione delle ricchezze, mentre le nuove tecnologie tendono ad indebolire le classi medie, accumulando enormi ricchezze in poche mani ed espandendo all'infinito il numero dei nuovi proletari e dei nuovi poveri".Romano Prodi
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