Non sono bastati due anni per arrivare ad un’intesa sulla legge di contrasto alle discriminazioni sessuali. Non sono bastate 7 mila firme in calce a un disegno di legge di iniziativa popolare. Non è bastato un lungo percorso in commissione. L’opposizione lancia strali e promette battaglia ostruzionistica in aula. La maggioranza è spaccata. LEGGI IL TESTO DEL DDL così come licenziato dalla Quarta Commissione permanente
E la presa di posizione del vescovo, alla vigilia dell’approdo della legge in consiglio provinciale, ha rinsaldato l’asse dei partiti che si richiamano alla religione cattolica. Dall’Arcigay nazionale intanto arriva l’appello ad approvare la legge: il presidente Flavio Romani si scaglia contro la repentina retromarcia dei consiglieri provinciali trentini di Patt e Upt : «È bastato il solito intervento scomposto del prelato di turno, in questo caso il vescovo Luigi Bressan, per scatenare una serie di reazioni e perplessità ignobili nel merito oltre che fuori tempo massimo nel metodo. Questa è la politica che volta le spalle a problemi scottanti come l’omofobia. Ci aspettiamo che la maggioranza respinga al mittente questi beceri tentativi di rinvio, dotando la provincia di Trento di una legge che è innanzitutto un certificato di civiltà». E domani a Rovereto il Pd ha organizzato in piazza Loreto alle 18.00 un dibattito su Orientamento sessuale e identità di genere: il Trentino guarda all’Europa. Intervengono l’assessora provinciale Sara Ferrari, il presidente nazionale dell'Arcigay Flavio Romani, l’eurodeputata Pd Elly Schlein e Paolo Zanella, primo firmatario legge provinciale contro le discriminazioni LGBT.
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Partito Democratico del Trentino