Crisi nera, ma qualche spiraglio c’è

La relazione di OLIVI al Consiglio:ridimensionate anche le perdite della stagione turistica estiva. E il credito riparte. Nel primo semestre di quest’anno il numero degli occupati in Trentino è cresciuto del 2% per cento rispetto al modesto 0,7% del 2013 e si è arrivati ad una forza lavoro totale di 234.600 unità, mentre le esportazioni registrano un +2, 9%. 
"Trentino", 3 settembre 2014

Il settore nel quale, nella prima parte del 2014, si è avuta una maggiore crescita di posti di lavoro è stata l'industria con un più 10,7%. Nonostante l'allargamento dell'occupazione il tasso di disoccupazione rimane comunque un dato negativo anche nel primo semestre di quest'anno: si è arrivati al 7,1% (8,1% per le donne) rispetto al 6,6% dello scorso anno, il che significa che il numero assoluto di disoccupati è a quota 18 mila.

Per i giovani siamo ad un tasso del 34%, ma se si tolgono gli studenti, la percentuale arriva al 9,7%. Una cifra comunque alta e in crescita. Sono i principali dati aggiornati forniti ieri dal vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi al Consiglio provinciale, dopo il dibattito relativo al caso Gallox di cui riferiamo nelle cronache di Rovereto.

Buoni i dati della cassa integrazione: l’ordinaria, nella prima metà di quest’anno, segna un -5,33%, la speciale un -34% ma cresce quella in deroga (1.226 lavoratori contro i 1.037 dello scorso anno). Un dato che, ha detto Olivi, mostra la crisi che sta attraversando il commercio.

Non male invece i dati relativi alle esportazioni: nel 2013 sono cresciute del 2,9% su base annua, una crescita che continua anche nella prima parte del 2014, con un +1,2%. Nel primo trimestre 2014 il fatturato delle aziende è aumentato del 2,3% e quelle che hanno avuto una crescita maggiore sono state le aziende con più di 50 addetti.

Particolarmente significativi i dati relativi alla stagione turistica estiva che si sta chiudendo. Un'estate piovosa (37 giorni di pioggia tra maggio e agosto, record dal 1921) che ha comportato ovviamente un calo delle presenze, anche se non così drammatico come forse si temeva. La diminuzione dei pernottamenti in tutto il ricettivo (alberghiero ed extralberghiero) è infatti del 2,6%, grazie al buon andamento i maggio e giugno. Per il solo luglio la perdita è ben più consistente: -6,3%. Mentre per agosto dal campione di un migliaio di alberghi la contrazione è stimata in -6,6%. Tutto questo, anche se in maniera approssimativa, permette di stimare un calo del fatturato di circa 7 milioni di euro su un totale annuo di 2,8 miliardi, di cui circa 4 imputabili al solo ricettivo e, se si considera che, sulla base delle serie storiche annuali, ogni mille presenze aggiuntive si crea un potenziale occupato in più nel settore, in agosto si sarebbero quindi persi teoricamente una settantina di posti di lavoro nelle strutture ricettive.

Olivi ha fornito anche dati provenienti dal registro delle imprese, dai cui si evince che sono quelle manifatturiere, soprattutto di maggiori dimensioni, a trainare la ripresa, grazie allo sviluppo delle esportazioni: il settore dei servizi alle imprese e del terziario avanzato appaiono tra i comparti più in salute in questa fase congiunturale.

Mentre per il settore dell’artigianato manifatturiero e dei servizi non si vede ancora una dinamica positiva, così come costruzioni ed estrattivo permangono nella crisi strutturale e l’andamento del commercio riflette la debolezza dei consumi privati. Comunque sia, alla fine del primo trimestre del 2014, erano attive complessivamente 47.226 imprese, con una variazione tendenziale positiva (+0,6%), la terza consecutiva in aumento.

Un po’ sorprendentemente, è però dal fronte del credito che sembrano arrivare le notizie di prospettiva migliori: pur persistendo segni di sofferenza, con un 2013 tutto negativo (prestiti alle imprese -9,63% dopo il -2% del 2012, dati in linea con quelli nazionali), il 2014 sta evidenziando segnali di miglioramento con un +2,06% rispetto ad inizio anno: aumenta in particolare il credito all’industria (+11,84% da inizio anno) e anche il settore costruzioni, benché solo relativamente a giugno, ha fatto registrare un flebile crescita dello 0,59%.