"Omofobia, la legge si farà". Il PD risponde al vescovo

«Il disegno di legge sull'omofobia dovrebbe essere discusso e - speriamo - approvato a metà settembre. La presa di posizione del vescovo sul testo in discussione è legittima. Lui, tramite i suoi organi di stampa, parla alla sua comunità. Ma credo che la politica dovrebbe poter decidere senza sentire il suo parere». Così parla Alessio Manica, il capogruppo provinciale del Partito Democratico.
"L'Adige", 30 agosto 2014


In consiglio provinciale fra pochi giorni si discuterà della normativa che dovrebbe garantire maggiori tutele agli omosessuali. Monsignor Luigi Bressan, attraverso il settimanale diocesano Vita Trentina, ha dichiarato: «Con termini generici si uniscono sotto una sola parola orientamento ossia tendenza, condotta (sia privata che pubblica), azioni, propaganda e magari altro».
Ha sottolineato che, a suo parere, il Trentino deve affrontare problemi più urgenti e che, a fronte di un progetto di legge nazionale, non si capisce perché formulare una legge locale. «E poi non ci sono già le regole sulle "pari opportunità"? E perché allora crearne di specifiche per un caso?».
Manica ci tiene a ricordare che il disegno di legge è la somma di due progetti: uno di iniziativa popolare e uno del Pd, che risale alla scorsa legislatura: «È passato in commissione. È stato limato e licenziato. Il disegno di legge ha già avuto un percorso di crescita e non offende nessuno. Di sicuro non offende i cattolici, una buona parte dei quali condivide la nostra posizione e pensa che dare tutela a chi non ne ha sia un dovere civile. La cosa che più spaventa frange minoritarie dei cattolici è la parte riguardante la scuola: un passaggio del disegno prevede che si faccia educazione alle differenze di genere. È una questione di rispetto di persone che, anche da noi, rischiano di essere emarginate. Invece questo principio viene inteso da qualcuno come una "campagna acquisti di Arcigay e Arcilesbica nella scuola". Non è così. Non vorrei che, dopo le figuracce sui vitalizi e la caccia all'orso, passasse anche l'immagine di un Trentino omofobo».
Nel suo intervento mons. Bressan ha anche detto: «Pastoralmente si cerca di stare vicini a ogni persona nelle sue concrete condizioni di vita: ma sotto l'aspetto etico, ogni atto non è eguale, mentre la castità, virtù forte, è per tutti. Avere una tendenza non è un peccato ed anche uno che la abbia omosessuale può diventare santo». Ma, al di là del passaggio sulla possibile santità, il suo intervento non è piaciuto a  Paolo Zanella, presidente di Arcigay: «L'arcivescovo fa confusione tra il testo della proposta di legge provinciale e il disegno di legge nazionale, dimostrando di non conoscere la differenza tra le competenze provinciali e quelle nazionali. Qui in Trentino chiediamo di adottare misure di prevenzione e contrasto delle discriminazioni, mentre il disegno di legge nazionale estende un preciso reato penale anche all'omofobia. Nel testo che approderà in aula nelle prossime settimane non vi è traccià di temi eticamente sensibili: non si parla né di matrimoni omosessuali, né di adozioni. Si parla invece di educazione e di rispetto, di lotta contro le discriminazioni e contro il bullismo omofobico. E nemmeno è previsto che le associazioni omosessuali intervengano direttamente nelle scuole per "indottrinare i ragazzi" (...). Ci dica quindi il vescovo qual è la parte che non gradisce. Indichi un comma che però sia presente all'interno del testo, altrimenti non vale e diventa un argomentare pretestuoso e ideologico, mistificatorio e strumentale».  


LEGGI ANCHE:

"Tonini: Omofobia, si ascolti il vescovo". Zeni e Panizza: "Lavoreremo sugli emendamenti", S. Voltolini, "Corriere del Trentino", 31 agosto 2014