Rosa Bianca a Terzolas - "Per l'immigrazione Frontex plus non basta"

«Partendo dalle poche informazioni disponibili, esprimiamo una forte criticità rispetto all'eventualità di un programma Frontex plus che sostituisca l'attuale operazione Mare Nostrum». Lo dice un documento sulla situazione dei profughi stilato nella tavola rotonda conclusiva di ieri dalla scuola di formazione politica della Rosa Bianca, che si è riunita per quattro giorni a Terzolas e a cui hanno partecipato, tra gli altri, Romano Prodi, Enrico Letta, Lorenzo Dellai, Giovanni Bazoli, Pippo Civati e Cecile Kyenge.
"L'Adige", 1 settembre 2014


«In particolare - si legge nel documento - ci preoccupano la scarsità di mezzi a disposizione di Frontex, la volontarietà del contributo economico degli stati membri, l'impossibilità di spingersi in acque internazionali e in generale la scarsa trasparenza delle operazioni di Frontex nel passato».
E seguono richieste operative. Lo stesso per gli iter burocratici dei rifugiati, «che limitano di fatto la loro possibilità di inserimento nel tessuto sociale ed economico locale», si legge nel documento. Il testo dedica poi un paragrafo a parte alla guerra in Siria, in cui chiede al Parlamento italiano ed europeo da una parte di interrogare l'Onu sulla decisione di interrompere la conta dei morti e dall'altra di potenziare l'intervento umanitario.
Ieri mattina si è tenuta la sessione «Per una nuova cittadinanza, la domanda di politica». Con inizio alle 9.30 sono intervenuti l'eurodeputata del Pd Cecile Kyenge, il deputato Pd Pippo Civati, la deputata di Sel Serena Pellegrino, il deputato Pd Michele Nicoletti. Durante il dialogo si è discusso di Europa, di Ucraina e della nomina di Federica Mogherini quale alto rappresentante della Politica estera dell'Ue.
Rispetto al decreto Sblocca Italia, Civati ha affermato: «Non vedo novità: sono le stesse opere dei governi Berlusconi. Ritorna la cartina di Berlusconi. Noi invece possiamo costruire una nuova mappa. Però la responsabilizzazione deve essere non solo dei politici, ma anche della cittadinanza. Mi chiedo dove siano finiti gli attivisti del referendum sull'acqua, la mobilitazione sociale, le scuole di pensiero come questa della Rosa Bianca». Ha poi aggiunto: «Il problema non è tanto di domanda di politica, quanto di offerta, perché oggi la politica è ridotta a un esercizio di potere. Occorre ripartire anche coi cittadini e i movimenti da un disinteresse del potere, almeno in una prima fase, che ci consenta di elaborare un progetto e una visione senza un immediato tornaconto».

«C'è un problema di rappresentanza politica e non solo. Non possiamo essere rappresentati da persone come Tavecchio, che è un'occasione persa dalla Figc di fare un passo avanti». Ad affermarlo è stata Cecile Kyenge. Nemmeno da persone «come gli esponenti della Lega, come Borghezio, che hanno anche ruoli di rappresentanza e responsabilità. O dallo stesso Alfano - ha aggiunto - che utilizzando il termine "vù cumpra" si è difeso dicendo che è nel vocabolario». Cambiando tema ha poi detto: «Se vogliamo prevenire i conflitti ci dobbiamo armare di una corazza di diritti, per prima la cittadinanza per chi nasce in Italia e per chi sceglie di diventare italiano». Sulla politica: «Negli ultimi tempi si condivide poco. Siamo ormai abituati a rispondere per slogan, in una logica di eterna campagna elettorale, dove tutto è strumentale».

Ancora Civati: «Si può lavorare a creare una cittadinanza europea» inoltre «Non so perché non ci sia più una sinistra, un centrosinistra o un centro che dica che Mare Nostrum costa 120 milioni di euro. Un F35 costa più di un anno di Mare Nostrum. Serve avere una forza militare europea». Riferito alla Mogherini: «In bocca al lupo a chi lavorerà per rappresentare l'Europa e inevitabilmente anche l'Italia»; sull'Ucraina: «Certe cose in futuro dovrà dirle la Mogherini a nome dell'Europa e non la Merkel. L'Europa abbia un'unica strategia di politica estera».«Ho fatto gli auguri alla Mogherini. La sua figura lì vuole dire anche da parte dell'Italia impegnarsi affinché l'Europa arrivi a un'unica politica estera». Questo il commento di Cecile Kyenge. «L'Ue deve parlare a una sola voce. Mi auguro che Federica faccia questo: ci ridarebbe potere e anche di fronte a Putin ci sarebbe un unico interlocutore».