Sulle Partecipate il PD Trentino non ha aspettato il Commissario Cottarelli

La miglior difesa dell’autonomia consiste nel dimostrare, numeri alla mano, di saper “fare meglio con meno”, per citare una frase che spesso ripetiamo. Sarebbe pertanto sbagliato non riconoscere quando lo Stato (o l’Europa) avanza proposte sensate, e rifiutarsi di recepirle solo perché “qui decidiamo noi”. La risposta migliore è analizzare e migliorare le proposte statali.
Luca Zeni, 28 agosto 2014 

Con riguardo al tema delle società partecipate, da tempo il Partito Democratico riconosce il ruolo positivo che normalmente esercitano nella gestione dei vari settori, ma al contempo ricorda come non ci si debba mai fermare nella ricerca dell’assetto più efficiente possibile. Per questo è stato promosso in passato un percorso di razionalizzazione delle società.

In allegato alcuni atti politici, in particolare due odg, con primo firmatario il sottoscritto, approvati dal Consiglio Provinciale che indicavano una direzione chiara, e per alcuni versi anticipavano le linee di Carlo Cottarelli, il Commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica.

Dal primo odg era scaturita l’istituzione della prima “commissione Collini”, dal secondo, che si occupava anche delle società partecipate che lavorano in settori tipicamente di mercato, come informatica trentina, la seconda “commissione Collini”. Si può inoltre trovare la richiesta di valutare accorpamenti in ambito funiviario, tema che finalmente viene ripreso dalla giunta.

Per questo nei mesi scorsi la prima commissione del consiglio provinciale ha chiesto di poter visionare, inutilmente, i piani triennali delle società e il documento finale delle due “commissioni Collini”: la trasparenza non è curiosità, ma condizione che consente di trovare nuove e migliori soluzioni.

Di fronte al processo nazionale, sarebbe miope limitarsi a difendere società in (continua) perdita. Se ci limitassimo a dire che sono in perdita però sono strategiche, sono investimenti, creano indotto economico, diremmo solo mezza verità, perché tutte queste cose si possono fare anche con società non in perdita.

Risulta difficile mettere in discussione le 4 regole di Cottarelli, che anche la Provincia di Trento dovrebbe sottoscrivere 1) circoscrivere il campo di azione delle partecipate; 2) introdurre conseguenti vincoli diretti sulle varie forme di partecipazioni; 3) ampio ricorso a trasparenza (bilanci e verbali CdA on line) con conseguente opinione pubblica adeguatamente informata che attua una pressione positiva di controllo dei cittadini sull’operato pubblico; 4) fusioni per comparti simili di business (e su questo possiamo lavorare molto), economie di scala negli organi amministrativi come negli acquisti.

Viviamo una fase di profondo cambiamento, e occorre coerenza strategica. Il rischio, in diversi campi di intervento pubblico, è di avere una strategia a più teste, a volte in disaccordo tra di loro. Per fare un esempio, sulla riscossione dei tributi si dovrà chiarire quale sia la strategia PAT in merito al ruolo di Trentino Riscossioni, Engineering Tributi e Agenzia delle Entrate “trentina”.

Altro rischio è di partire in una direzione, investendo risorse pubbliche ingenti in consulenze, ma tardare nel percorso, pensiamo al centro servizi condiviso che pare procedere a rilento.

L’auspicio è che l’iniziativa del governo consenta di riprendere un confronto serio sulle questione già sollevate più volte dal PD, in merito al processo di razionalizzazione delle società partecipate.

ordine del giorno 1 approvato

ordine del giorno 2 approvato