Il nuovo Senato di sindaci e consiglieri

Tra passi avanti, battute d'arresto, franchi tiratori e #ricaricadei 101 prosegue a Palazzo Madama il dibattito sulle riforme costituzionali che, come primo passo, dovrebbero portare ad un cambiamento della composizione e delle competenze del Senato. Ma cosa accadrà in concreto per le nostre Province autonome se la laboriosa e lunga (serve la «doppia lettura in tutte due le camere) riforma costituzionale arriverà effettivamente in porto?
D. Battistel, "L'Adige", 1 agosto 2014


I numeri
Il primo effetto della riforma in discussione in queste ore è il taglio del numero dei senatori che saranno ridotti di due terzi. Si passerà da 315 a 100. Di questi i tre quarti, cioè 75, saranno eletti tra i consiglieri regionali (in numero proporzionale agli abitanti della Regione), 20 tra i sindaci e 5 nominati dal Presidente della Repubblica tra personalità illustri della cultura e della scienza.
Per quanto riguarda il Trentino Alto Adige i senatori saranno 4 contro i 7 attuali. Per le due Province si tratta di un guadagno in quanto il peso dei nostri rappresentanti (seppure sempre molto piccolo) aumenterà rispetto alla proporzione attuale. 

La scelta
Assodato che dei 4 senatori due spetteranno a Trento e due a Bolzano, per l'Alto Adige è quasi certo che il candidato del Consiglio provinciale apparterrà al gruppo etnico tedesco, mentre il rappresentante dei sindaci sarà un «italiano». Per il Trentino non c'è il vincolo della rappresentanza linguistica. 

Il sistema di voto
Se la riforma passerà con l'impostazione attuale i cittadini verranno chiamati ad eleggere i loro rappresentanti alla Camera (in teoria con il nuovo sistema «Italicum»). Dieci giorni dopo le elezioni si sceglieranno i senatori. L'elettorato passivo spetterà esclusivamente a chi in quel momento si troverà nello  status  di consigliere provinciale o di sindaco. Per la scelta del rappresentante del Consiglio verrà probabilmente compilata una lista di chi offrirà la propria disponibilità e chi otterrà il maggior numero di voti tra i colleghi verrà eletto senatore a Roma, mantenendo nel contempo la carica di consigliere provinciale. Anche per l'elezione del rappresentante dei sindaci saranno i consiglieri provinciali a votare. Probabilmente ci saranno due liste di sindaci. Pure in questo caso chi otterrà più voti sarà «spedito» a Roma. 

Le incertezze
Se in questo momento a Roma si sta votando l'impianto generale del nuovo Senato (che è una legge costituzionale) è molto probabile che gli aspetti di dettaglio (tipo il sistema di voto) debbano venire normati successivamente con una legge ordinaria e dunque non sono escluse possibili modifiche. 

Competenze
La riforma costituzionale ha un obiettivo ben preciso: la fine del bicameralismo perfetto, cioè la necessità che ogni legge per poter entrare in vigore debba essere approvata con il medesimo testo da entrambe le camere. Chiaro lo scopo: velocizzare il lavoro del Parlamento e renderlo più efficace. Con la riforma sarà solo la Camera a votare la fiducia al governo e ad approvare le leggi.
Il nuovo Senato - che purè continuerà ad essere «Senato della Repubblica» e non «delle Autonomie» - avrà più che altro funzione di raccordo tra lo Stato «e gli altri enti costitutivi della Repubblica», cioè Regioni (e Province autonome) e comuni. Il Senato manterrà comunque potere di voto in materia di riforma della Costituzionali, leggi costituzionali, leggi elettorali degli enti locali e ratifiche dei trattati internazionali. 

Autonomie
Per Trento e Bolzano conterà molto l'approvazione dell'articolo 33 delle cosiddette «norme transitorie» che dovrebbe prevedere il meccanismo dell'intesa tra lo Stato e le due Province su qualsiasi modifica dello Statuto. Una «clausola» che il disegno di legge Boschi aveva bellamente tralasciato, recuperata poi grazie ad un emendamento in commissione.2