Resta salda la tutela del neonato

Il neonato ha solo diritti, inerenti alla sua esistenza, e quindi noi abbiamo nei suoi confronti solo dei doveri”. Hans Jonas, Il principio responsabilità, 1979. Per sostenere le serie - e condivisibili - ragioni dell’assessore Borgonovo, comincerò da dove ha concluso il suo articolo, su questo stesso giornale, il dottor Pedrotti.
Lucia Fronza Crepaz - pediatra e Presidente Assemblea Pd del Trentino, "Trentino", 13 luglio 2014

Il Trentino è una regione con una orografia complessa e una bassa densità di popolazione per territorio (intorno agli ottantacinque abitanti per chilometro quadrato) e quindi la sfida di disegnare una distribuzione equa e un’organizzazione efficiente dei servizi è la partita più importante per l’attuale stagione politica, a tutti livelli.

Occorre ascoltare tanto, studiare ancora di più e alla fine decidere. Capisco bene come politico il desiderio degli amministratori locali di non abbandonare i propri cittadini che, oltretutto in un periodo di crisi e di incertezza come quello attuale, pensano che alcune scelte impoveriscano il loro territorio, ma la scelta della razionalizzazione dei punti-nascita vede come punto di riferimento solo l’“interesse” del bambino.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) non lascia dubbi: un neonato può ritenersi sicuro solo se nasce in una struttura che assicura un numero di mille parti all’anno. Il Ministero della Salute italiano, riconoscendo la particolarità del proprio territorio, ha abbassato questa soglia a cinquecento. Questo limite consente al nascituro di avere una struttura ospedaliera ed una equipe sanitaria di livello adeguato: non è solo una questione di bravura e preparazione del personale ma è una questione di “appropriatezza” intrinsecamente legata alla statistica, all’esperienza che si può accumulare solo con un dato numero di casi. In un Trentino che da anni ha il primato della più basa mortalità neonatale del mondo, la responsabilità che guida questa scelta non è offrire un servizio per i parti a sviluppo naturale, ma seguire adeguatamente quei rari casi di complicanze imprevedibili.

Chi risponderà ai genitori di quel neonato? La risposta sempre rapida dell’elisoccorso non elimina, purtroppo, i rischi, che si giocano sempre nell’ordine dei minuti. E’ indubbio che questa scelta provoca dei disagi alle persone che non risiedono a Trento, proprio in un momento, quello delicato ed emozionante della nascita di un figlio, che richiederebbe calore dei parenti tutti e comodità. L’amministrazione pubblica se ne faccia carico prevedendo agevolazioni economiche per il soggiorno ed il pernottamento dell’accompagnatore. Lasciatemi sognare… e se questa incombenza fosse assorbita dalla comunità di Trento in maniera volontaristica, che tante volte ha già dimostrato di saper essere ricca di capacità di risposta?

Ma torniamo alle responsabilità politiche. Il dovere dell’amministrazione di sostenere la partecipazione della gente non vuol dire rimandare scelte obbligate sull’onda delle reazioni immediate, ma prendersi il tempo per motivare e condividere le scelte. Per questo mi aspetto che la giunta faccia quadrato e sostenga in questa coraggiosa opzione, dovuta da tempo, il suo assessore.