Il decreto Monti sulle liberalizzazioni ha fallito: non sono aumentati i consumi, così come non c’è stato un incremento di occupazione. In compenso, però, sono aumentati i costi sociali. E così a tre anni di distanza è arrivata la riprova: il sistema delle aperture indiscriminate dei negozi tutte le domeniche e nei giorni festivi non funziona. Tanto che cinque Regioni hanno chiesto di tornare al modello individuato dal Trentino per primo e che proprio Trento ha dovuto abbandonare a causa del decreto Monti. "Trentino", 29 giugno 2014
Ora però la Provincia, con il vicepresidente e assessore alle attività economiche Alessandro Olivi, va alla carica: «Con Bolzano due settimane fa abbiamo inviato a Dellai, presidente della Commissione dei 12, una lettera nella quale chiediamo che venga riconosciuto alle due Province la competenza primaria in materia di orari e di programmazione delle aperture dei negozi» afferma Olivi. L’assessore provinciale plaude alla raccolta di firme (che ha già incontrato l’adesione di 400 persone) partita dal Millennium per una regolamentazione delle aperture festive: «Hanno ragione i lavoratori del Millennium: sono troppe le aperture festive tutto l’anno. Dobbiamo invece arrivare, come avevamo peraltro già fatto con la nostra legge provinciale, ad un percorso partecipato con imprese, lavoratori e consumatori per costruire un calendario concertato che tenesse conto delle diverse esigenze. Un livello avanzato, il nostro, che sapeva conciliare - spiega Olivi - interessi apparentemente contrapposti (lavoratori, acquirenti, venditori, grande distribuzione e piccoli negozianti) per far convivere il principio della libertà d’impresa con le esigenze dei vari attori che sono fatte di qualità della vita, di relazioni, di rispetto (cosa non di poco conto) dei tempi della città... Un percorso locale per costruire un modello flessibile attraverso la concertazione dei vari soggetti». Ma è arrivato Monti che ha voluto togliere le barriere penalizzando le piccole imprese (ma in parte anche la grande distribuzione) senza peraltro portare vantaggi. «Ai lavoratori e alle lavoratrici spiegheremo la nostra posizione e utilizzeremo le firme raccolte per riportare in capo alla Provincia la possibilità di costruire percorsi autonomi. E credo - propone Alessandro Olivi - che proprio a Rovereto si possa sperimentare un patto tra operatori economici, lavoratori e consumatori in attesa di modificare la legge. Gli operatori si mettano attorno ad un tavolo per discutere quale modello di città vogliamo, per costruire una Rovereto nella quale il commercio torni ad essere elemento che determina la fisionomia della città, che sappia conciliare qualità dell’offerta con il lavoro. Tutto questo penso sia realizzabile con la partecipazione di tutti i protagonisti. Millennium e centro storico sono due realtà che possono convivere con l’apporto delle associazioni di categoria. Dobbiamo fare in modo che il modello pluralistico della distribuzione diventi un valore: fare iniziative insieme, accordarsi per le chiusure o le aperture ed avremo una città più serena e meno stressata» conclude l’assessore provinciale Olivi.
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