La cosa più importante è aver colto in questi ragazzi il desiderio di costruirsi un futuro di dignità e lavoro, il desiderio di imparare l'italiano, di esercitare una professione e aver sentito la loro gratitudine per come sono stati accolti in Trentino. Ma fra queste persone c'è anche tanta preoccupazione per le proprie famiglie, rimaste nel Paese d'origine.” Ufficio Stampa provincia Autonoma di Trento, 20 giugno 2014
Sono parole dell'assessora alla Salute e Solidarietà sociale, Donata Borgonovo Re, che oggi ha incontrato, al Campo della Protezione Civile di Marco, i migranti accolti in Trentino dopo essere stati soccorsi nel Mediterraneo nell'ambito dell'operazione “Mare Nostrum”. Una visita che assume particolare significato nella “Giornata mondiale del rifugiato”, proclamata dalle Nazioni Unite e celebrata oggi, 20 giugno, in tutto il mondo.Nel corso della visita l’assessora, con il coordinatore responsabile del Cinformi Pierluigi La Spada, ha dialogato a lungo con i settanta ragazzi ospitati al Campo e con gli operatori del Cinformi, della Protezione civile e del privato sociale presenti oggi a Marco. Gli stessi migranti accolti, giunti in Italia dall'Africa attraverso i cosiddetti “viaggi della speranza” in balìa del mare e di trafficanti senza scrupoli, hanno voluto guidare con entusiasmo l'assessora nelle varie aree della struttura, mostrando gli alloggi, la mensa, ma anche la lavagna usata per le lezioni di italiano. E i giovani ospitati a Marco hanno anche voluto raccontare le loro storie. Come Monday, originario della Nigeria, che domani a Reggio Calabria potrà riabbracciare la moglie e la figlia grazie all'assistenza della rete dell'accoglienza nei necessari adempimenti burocratici. O come un suo giovane connazionale, che sogna di poter riprendere, lontano da violenze e persecuzioni, la propria attività di parrucchiere. “C'è una ricchissima umanità che emerge da questi giovani che hanno vissuto terribili esperienze”, ha detto in conclusione l'assessora Borgonovo Re. “E' importante essere consapevoli che si tratta di esseri umani e che l’Occidente può offrire loro un'opportunità per il futuro”.
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