Carissimo Panizza, mi sento in dovere di rispondere alla tua lettera pubblicata qualche giorno fa su questo giornale. La lettera di giovedì sul Trentino “PDT alzati e cammina” di Vittorino Rodaro mi offre una ulteriore ragione. Lucia Fronza Crepaz, "Trentino", 8 giugno 2014
Scrivo come presidente, ma spero soprattutto a nome dei tanti amministratori appartenenti o vicini al PDT che in forza del mandato elettorale, da soli o in coalizione, governano in tanti comuni e comunità della nostra terra trentina; a nome dei circoli che animano il nostro territorio e non solo nelle due grandi città, spina dorsale della partecipazione territoriale, che stimolati e ascoltati a dovere, sono capaci di tenere aggiornata l’agenda; a nome dei tanti che ci hanno votato e lo hanno fatto perché, oltre a scegliere la “speranza” come motore della politica, hanno condiviso il metodo democratico, innovativo e di governo, con cui intendiamo affrontare le tante sfide all’ordine del giorno in Trentino, in Italia, e in Europa. Scrivo anche a nome dell'autonomia e dell'autogoverno dei beni comuni per dire che l'autonomismo, non la semplice conservazione, è il fondamento della qualità democratica, scelta che abbiamo significato con il nostro nome Partito Democratico Trentino. Tra il resto Nell’ultima tornata elettorale Renzi è stato un formidabile traino, lo sappiamo e ce ne facciamo carico per meritarci anche nelle prossime occasioni lo stesso risultato, ma ti assicuro che spesso dietro le percentuali ci stanno persone e gruppi che conoscono quelli che hanno votato e l’ambiente che li circonda. E penso al 68 % di Grumes, al 43 % dell’Argentario, alla valle del Chiese, posti tra tanti altri, dove il PD amministra e presidia il territorio convintamente e costantemente. Il nostro concetto di governare un territorio non è possederlo, ma è viverlo, assieme ai suoi abitanti. Il consenso elettorale così interclassista ottenuto finalmente, farà superare a tutti, all’interno del PDT “l’essere ex di qualcosa” e ci farà concentrare sull’idea che ci spinge e che dobbiamo coniugare sempre più e meglio in scelte coraggiose ed efficaci: una politica che sappia fare spazio alla società trentina ricca di tradizioni, di natura e di cultura, incrementandone le aperture, incoraggiandone le potenzialità, ma anche combattendone le mortifere chiusure, riscoprendo la profonda valenza antropologica dell’esperienza trentina. Noi, favoriti dal coraggio di Renzi, che tra il resto non potrebbe essere così se non fosse di Firenze, possiamo essere traino per un partito che, fortemente innestato in Europa tra i Socialisti Democratici (di cui abbiamo significativamente arricchito nome e numeri), sappia essere armonica federazione di espressioni locali. Sarà indispensabile che il PD anche con l’aiuto del PDT realizzi un grande programma che si riassume nel confermare i messaggi capiti dagli Italiani e dai Trentini: riforme, riforme, riforme; lavoro, lavoro, lavoro; Europa, Europa, Europa! Panizza, noi crediamo nella coalizione di Centrosinistra Autonomista, crediamo nel suo governo che nella diversità è capace di scrivere il futuro della terra trentina, ognuno con la propria ispirazione ed ognuno con il suo compito, ognuno facendo della sua diversità non un motivo per annullare l’altro, ma un incentivo a fare di più e meglio.
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Partito Democratico del Trentino