OLIVI risponde a Rossi: "Sulle riforme accelereremo"

«A Rossi dico che ciò che lui chiede al Pd e cioè di essere più renziano, non sarà lui a doverlo decidere. Voglio rassicurarlo sul fatto che noi accelereremo sul piano delle riforme: sarà il Pd, con la sua forza per conquistarsi sul campo la centralità politica, che detterà la linea». Alessandro Olivi, vicepresidente della Provincia, risponde così all'invito del governatore al Pd di essere più pronti al cambiamento.
"L'Adige", 28 maggio 2014


Olivi guarda al voto delle Europee con una prospettiva diversa rispetto a quella di molti osservatori. «Chi, da fuori, cerca di far passare l'idea che il Pd e Renzi siano una cosa diversa, sbaglia. Renzi è il segretario del Pd e sta cercando di cambiare il partito senza spaccarlo. Certo la sua leadership e la campagna elettorale che ha fatto è stata determinante per le Europee, ma il risultato non è solo suo, ma suo e del partito» dice Olivi.

Rispetto al premier, poi, e al suo ruolo, Olivi è chiaro: «Renzi non è un fenomeno mediatico, ma è politica ed è stato in grado di tenere assieme due cose che la sinistra in passato non ha saputo fare. Ovvero unire la spinta al cambiamento alla capacità di prendersi cura dei problemi». 

Olivi, poi, si rivolge anche al proprio partito per indicare la strada che attende i democratici in Trentino. «Mi rivolgo al Pd dicendo che il voto di domenica dimostra una cosa: che serve avere coraggio, che talvolta ci è mancato, di rischiare per vincere e che i trentini premiano chi sa governare bene, ma non chi partecipa al governo solo da controllore». Nel senso che, questa la tesi di Olivi, il Pd «non dovrà cercare di assomigliare al leader Renzi, ma fare riforme coerenti con la spinta al cambiamento».

Sul grado di innovazione del Pd, Olivi chiarisce che «è estremamente riduttivo e insufficiente misurare il tasso di riformismo della coalizione schiacciando la discussione sulla riforma costituzionale, dove ci sono ancora solo slogan e non un progetto chiaro. Le riforme che servono al Trentino riguardano il lavoro, la competitività delle imprese, la ricerca e l'innovazione. Su queste si misurerà la coalizione». 

Rispetto al fatto che, per Rossi, gli elettori che hanno scelto il Pd domenica, non rimarranno fedeli nella prossima elezione locale, Olivi è chiaro. «Secondo me non possiamo continuare a immaginare una situazione per cui i trentini prendono una infatuazione per un leader in un'elezione e poi sarebbero portati a votare partiti più legati alla dimensione locale alle provinciali. Se accade è per dinamiche fisiologiche. Per me chi ha scelto il Pd questa volta e al governo per andare in Ue non è detto che abbandoni il Pd solo perché c'è un'opzione diversificata sul territorio».

Insomma, per Olivi «è superato dire che il Pd sta da una parte e le forze del territorio siano da un'altra parte nella coalizione. Noi siamo al centro e Patt e Upt dovranno riconoscere che la forza a cui federarsi siamo noi. L'Upt ha mandato un segnale in queste elezioni per cui tra un Trentino più europeo e meno chiuso ha scelto il primo». Olivi boccia i partiti solo locali: «Un partito territoriale non serve nel momento in cui la crisi è mondiale e ha bisogno di soluzioni globali».