«Il Pd è stato travolto da una richiesta forte di stabilità di governo e rinnovamento della classe politica. In questo scenario il Pd di Rovereto si staglia per l'incredibile risultato, quasi il 45%». Il giorno dopo la lunga notte degli scrutini non nasconde la soddisfazione Fabiano Lorandi, numero uno dei democratici roveretani. "L'Adige", 27 maggio 2014
I numeri sono importanti. Soprattutto quando ti confermi il primo partito della città con 7.512 voti, mille in più rispetto alle Politiche del 2013 e 2.500 in più sulle Provinciali del 2013. «Il Pd ha sempre aumentato i voti in termini assoluti. È evidente che per noi ha votato un elettorato nuovo. E mi vien da dire che è l'elettorato moderato, visto che le forze politiche alla nostra sinistra, come Sel, che ha preso 900 voti, hanno aumentato anche loro i consensi. Quindi noi non abbiamo pescato da quell'area. Mi preoccupa il tonfo dell'accordo elettorale tra Patt e Upt. Sommati insieme i loro voti sono inferiori ai consensi raccolti dal solo dal Patt alle Provinciali.Auspico che queste forze riprendano consenso. Perché per noi la coalizione è imprescindibile a livello strategico». L'analisi di Lorandi non può non avere un pizzico di senso di «rivincita» sui riottosi alleati, dalle fila dei quali nell'ultimo anno sono arrivate le stoccate più insidiose per i democratici ed il sindaco Andrea Miorandi. «Se invece di contrapporsi al Pd, Patt ed Upt avessero cercato di recuperare consenso nell'area dell'elettorato che è loro più vicina, non ci troveremmo di fronte a questi numeri. Il Pd è sempre stato fedele alla coalizione. Mi aspetto che anche Upt e Patt facciano altrettanto, per il bene del progetto politico di cui siamo tutti protagonisti». Il progetto politico comune, declinato sulla città, vede nella riconferma di Miorandi come candidato sindaco per il 2015 un pilastro inamovibile. «È fuori discussione che il candidato sindaco sarà del Pd. E per il Pd il candidato naturale è il sindaco Andrea Miorandi».Ma la discussione pare essere tutto tranne che esclusa dagli alleati. Perché pur con i dati in mano, il Patt non arretra di un metro: «Ci aspettavamo qualcosa di più dall'Upt, ma era difficile, senza i nostri simboli e con un validissimo candidato ma tedesco - osserva Marco Graziola (Patt) - Certo questo voto nulla dice rispetto alle amministrative. In queste elezioni ha pesato l'effetto Renzi. Il punto di riferimento restano le ultime provinciali». Insomma, le discussioni di questi mesi - quando non gli screzi - sono destinati a continuare. Nonostante le urne restituiscano quantomeno un'Upt molto debole, che è riuscita a peggiorare il già triste 7,97% delle Provinciali. Anche se Alessandro Giori, declinando il voto verso le amministrative, getta acqua sul fuoco: «L'importante sono i programmi. Noi non abbiamo fatto polemica con nessuno».Ma se ora si ridisegnano gli equilibri in maggioranza, sul fronte delle opposizioni si muove molto meno. Fa notizia a livello nazionale il crollo del centrodestra, ma in città il minimo storico era già stato toccato alle provinciali: domenica Forza Italia ha anzi incrementato i voti (8,92% rispetto al 6,14% pre scissione con Ncd, 1.493 voti a fronte degli allora 900). Cresce anche la Lega (terzo partito col 9,28%), che non era però mai crollata nel girone dantesco visto altrove nella penisola. Cede il passo infine, rispetto alle politiche (ma non rispetto alle provinciali), il Movimento 5 Stelle, che si ferma al 17,11%, restando tuttavia il secondo partito della città. Almeno nelle elezioni non legate all'amministrazione del territorio.
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Partito Democratico del Trentino