Manca poco ormai alle elezioni europee ed in Trentino, terra europeista, si è aperto il dibattito che sta condizionando anche la discussione politica locale.
C'è chi ha parlato di fusione di PATT e UPT e chi ha parlato di PD, oltre a chi aveva ipotizzato ad un PD più vicino all'UPT. Insomma vi è una discussione con forti ideologie, storie, personalità che si mettono a confronto diacronicamente in una dimensione ideale.
Giacomo Pasquazzo, 21 maggio 2014
Però più che di questo forse è il caso di tornare ad essere costanti ed attivi nel rapporto con i cittadini, come coalizione prima che come partiti. Serve quell'umiltà dell'ascolto e del dialogo soprattutto con quella che un tempo veniva definita "base": ma non un dialogo unidirezionale al momento del voto (sia esso interno ai partiti o istituzionale e a suffragio universale) ma un processo partecipativo costante. E' su queste fondamenta che hanno operato i grandi partiti "di massa" ed è su questo solco che bisogna operare per non perdere il filo del confronto concreto; certo, serve quello ideale, ma è nel concreto che poi vanno calati gli ideali.
E' l'umiltà che dovrebbe far pensare a questo rapporto costante come "sostrato" della coalizione di centrosinistra autonomista. Ma soprattutto è su queste basi che si è fondato il Partito Democratico, e a livello nazionale e a livello locale. PD che -non ne vogliano gli alleati- ha saputo mantenere questo "rapporto" anche alle ultime elezioni provinciali; ma non finisce qui, non deve finire così. PD che, per fortuna, ha fatto una scelta europea chiara e limpida.
Progressista e nel PSE. Alternativa a quell'Europa di austerità del PPE, al partito che di popolare ha solo il nome ma molti, moltissimi Orban, oltre ad idee di stretto di rigore: idee che portano a neocentralismi con forti cesure con le autonomie locali.
E' un orizzonte quello del PSE, che non è chiuso nelle maglie del singolo socialismo ma che ha investito nei territori, in esperienze paragonabili alla nostra, esperienze che, come il PD, hanno allargato il progressismo e sanno essere interpreti di una storia lodevole ma soprattutto di una amministrazione coerente con una logica di sviluppo che ponga al centro il più debole, perché questo è in fondo il concetto di autonomia.
Da qui dobbiamo proseguire nei prossimi giorni ed anni, nel dire che non è tutto uguale e non è tutto autoreferenziale o dottrinale; semmai è tutto popolare nella dimensione in cui anche il singolo processo partecipativo locale rientra a stretto contatto con le dinamiche internazionali. E su questo il PD Trentino è consapevole della sfida europea e deve fare di tutto per vincere. Bene quindi essere stati presenti nelle piazze (seppure non in tutte) nell'ultimo weekend, ma dobbiamo, per noi e per chi verrà, fare di più: dobbiamo esserci nei prossimi giorni. Dobbiamo far partire un Rinascimento democratico che sappia essere la voce del prossimo futuro.
Con il PD, in Europa, dal candidato locale Andrea Pradi ad un progetto che non si arresta il 25 maggio!