Il lato B e le scelte di serie ... B

Gentile Virna Pierobon, forse per raccontare o accennare a – come lei dice – “donne che scelgono la montagna per privarsi di tutto, anche della loro intimità, ma testimonial perfette dell’abnegazione, della volontà, della capacità di sfidare ogni salita”, sarebbe stata più appropriata una presentazione del libro di Riccardo Decarli: “Pareti rosa. Le alpiniste Trentine di ieri e di oggi”.
Mattia Civico, "Trentino", 9 maggio 2014

Certamente un tantinino più vicina all’eleganza che – scrive – sta ricercando, rispetto all'immagine di un sedere in un post. Non mi occupo di pubblicità e men che meno di censura. Penso solo che meno si utilizza un corpo femminile seminudo per rimandare o ammiccare a questa offerta o a quel prodotto, meglio è. Mi pare infatti che l’ampio uso che si fa di questo tipo d’immagini non contribuisca molto alla diffusione di una cultura del rispetto di genere, tanto più che le reazioni stupite seguite all’interrogazione nella quale ho sollevato l’inopportunità dell’utilizzo di un nudo femminile come traino – sia pure non “ufficiale” – per un’offerta turistica (“ma è solo una foto!”, “che sarà mai?!”, “non è la prima volta”, “con tutto quello che passa in tv”,) dimostrano ahimè, e per l’ennesima volta, quale messaggio venga largamente considerato “normale”.

Nel giustificare quell’immagine lei sostiene che con un pizzico di ironia e di leggerezza si poteva forse accogliere con più favore il vostro messaggio, considerarlo uno scaccia-tristezza, uno stimolo scanzonato a rifugiarsi da voi. Non credo però che l’ironia centri molto. Non penso che il Louvre di Parigi non sia ancora ricorso ad un “giocondo” fondoschiena per reclamizzare le sue mostre, che le Fortezze collinari del Rajasthan non si siano richiamate ad un tornito decolté per attirare turisti, o che non si siano immortalate modelle seminude intente ad abbracciare i Moai per attirare avventori nel Parco nazionale dell’Isola di Pasqua, perché il mondo è “privo di ironia”. Probabilmente altrove non lo considerano né opportuno né necessario.

Il punto é questo: l'utilizzo del corpo femminile a scopo promozionale, per vendere un prodotto, é umiliante per tutti, in quanto riduce l'"umano" ad oggetto. E promuovere questa cultura della mercificazione, in ogni sua forma, ha delle conseguenze sulle relazioni, sui rapporti tra le persone, sulla dignità delle persone. Il tutto é già in atto. In tema di bellezze ad alta quota: piacerebbe fossimo tutti, operatori del settore per primi, sempre consapevoli del valore del nostro proprio patrimonio naturalistico e paesaggistico, considerandolo sufficientemente seduttivo, senza bisogno di messaggi distraenti, ammiccanti quando non grevi.

Spero dunque che, oltre all’immagine inopportuna usata, il tipo di offerta turistica che viene confezionata sulle nostre Dolomiti, patrimonio dell'umanità, sia quanto più lontana possibile dalla trasgressività un po’ di serie B che quella foto richiama.



28/04 IL COMUNICATO STAMPA PD

Il consigliere del Partito democratico del Trentino Mattia Civico ha presentato due interrogazioni, una sull’ennesima mercificazione – a titolo pubblicitario – del corpo femminile da parte dell’Associazione Rifugi del Trentino; l’altra per chiedere chiarezza sull’incarico assegnato a Trento Rise ed espletamento dello stesso da parte di Ice & Fire ad un prezzo inferiore.

Qualche settimana fa l’Associazione Rifugi del Trentino ha pubblicato sulla propria pagina Facebook un’immagine che ritrae in primo piano un corpo femminile di spalle vestito solo della biancheria intima, e sullo sfondo un paesaggio montano invernale. La didascalia recita testualmente “I rifugi del Trentino offrono panorami mozzafiato!

L’immagine, che rappresenta l’ennesima mercificazione del corpo femminile a titolo pubblicitario, ha raccolto numerosi commenti di biasimo e di protesta, ai quali l’Associazione Rifugi del Trentino ha replicato ribadendo come “la nostra linea editoriale ha una direttrice molto precisa e tale rimarrà, questo non è nemmeno il lato B, ma la fotografia di un attimo colto in un rifugio sul quale confrontarci ironicamente con voi, parlandone, senza nasconderci, anzi mostrandoci!”.

Il consigliere Civico ha dunque interrogato il presidente della Giunta e l’assessora competente per sapere quali iniziative l’assessorato alla Pari opportunità ha in atto per diffondere una cultura del rispetto delle donne e del loro corpo; e se, nella fattispecie sia stata fatta richiesta all’Associazione Rifugi del Trentino, di rimuovere la foto in oggetto.


1 maggio / La lettera di Mauro Avi 

Caro Mattia,

                  Ritengo molto pertinente ed opportuna la tua denuncia riguardo alla pubblicità dei rifugi con il primo piano di una ragazza poco vestita.  

 E anche coraggiosa. Si rischia sempre di passare per bacchettoni, mentre invece la denuncia dello sfruttamento del corpo femminile è quanto mai centrata e necessaria.

 La mentalità che sta dietro ad un certo modo di fare pubblicità offende le donne, l'intelligenza dei maschi "normali", e squalifica la qualità del richiamo dei rifugi stessi e dell'ambiente di montagna. 

Non capisco perché per vendermi un prodotto si debba cercare di sollecitare i miei neuroni, collegando, in un certo modo subliminale e ripetuto, oltre la mia immediata consapevolezza, le mie naturali pulsioni con un oggetto commerciale che poco ci ha a che fare con queste naturali pulsioni.

Molti si sono scandalizzati per il disegno di Manara, che si poneva su tutt'altro piano, mi sembra, ed invece si lascia che la montagna venga dequalificata da volgarità, rumori, commercializzazioni di ogni tipo.  

Il tuo intervento mi sembra che tocchi tutti questi ambiti, e apra un ventaglio di temi quanto mai attuali: la donna, (ma anche l'intelligenza maschile), la violenta invadenza nascosta e subdola della ripetuta e martellante pubblicità, la cultura, e il rispetto per l'ambiente, anche la conservazione del nostro unico al mondo ambiente naturale montano, capitale anche economico di domani, che un eccessivo sfruttamento commerciale di oggi rischia di distruggere.

 Con la stima di sempre buon lavoro (oggi è il primo maggio!)     Mauro Avi