«Sentiremo cosa dirà Moltrer rispetto all'incontro di Roma e poi ci confronteremo con Rossi i consulenti per capire quali sono le logiche che hanno portato a questa bozza di riforma». Alessio Manica, neocapogruppo del Pd, ripone grandi attese nell'incontro di oggi. "L'Adige", 29 aprile 2014
«Mi pare che le basi di partenza siano buone, ora però bisogna condividerle e poi lavorare di cesello anche in aula per avere una riforma il più possibile condivisa» spiega. La parola d'ordine per il Pd è accelerare: «C'è parecchio lavoro da fare, anche perché il tema da affrontare secondo me non dev'essere esclusivamente quello delle attulizzazioni - afferma -. Va bene pretendere la riduzione non simbolica bensì sostanziale dei vitalizi. Poi, però, bisogna riprendere in mano complessivamente il tema dei costi della politica: dalle indennità aggiuntive ancora in vigore per gli assessori regionali alla cancellazione della cumulabilità dei vitalizi che originano da cariche.
L'obiettivo è chiaro, ora va trovato il modo migliore per raggiungerlo».
E soprattutto più rapido. «Io dico che a giugno dobbiamo iniziare il percorso in aula. Con la legge sull'urbanistica abbiamo dimostrato che in commissione si può fare tutto in un mese: possiamo farcela anche per i vitalizi. Al limite si può anche ipotizzare di dividere la riforma in due parti: prima la correzione dei vitalizi che è più urgente e poi affrontare lo status di noi consiglieri della quindicesima legislatura».
«Oggi - gli fa eco il capogruppo dell'Upt Gianpiero Passamani - voglio capire se la proposta è giuridicamente sostenibile. In quel caso noi insisteremo perché entro l'estate si vada in aula. Capisco che è importante cercare le mediazioni sì ma non possiamo più aspettare. La questione va risolta perché poi la concentrazione deve essere rivolta ai problemi della gente comune».
Per quanto riguarda la condivisione della proposta Passamani è convinto che «essa dev'essere sostenuta dalla più larga maggioranza possibile del Consiglio regionale. Se posso fare un pronostico penso che con la giusta mediazione anche l'opposizione ne voglia venire fuori presto e bene».
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