I democratici rispondono mantenendo la loro richiesta di uno sforzo maggiore a fronte della reprimenda del presidente della Regione che ieri si eralamentato per i rinvii e le critiche della segretaria Robol alla sua proposta.L. Patruno, "L'Adige", 17 aprile 2014
«Questa situazione mi sembra paradossale». Alessio Manica, nuovo capogruppo regionale e provinciale del Pd, esordisce così in risposta alla reprimenda del presidente della Regione e della Provincia, Ugo Rossi, che ieri si era lamentato per il tira e molla dei capigruppo del consiglio regionale, compresi quelli di maggioranza, e delle prese di posizione al rialzo, come quella della segretaria del Pd, Giulia Robol, secondo la quale i vitalizi vanno azzerati completamente, definendo insufficiente la proposta di riforma della giunta Rossi. L'assemblea provinciale del Pd, per altro, lunedì scorso ha dato mandato al gruppo perché il disegno di legge sia presentato - non approvato - entro giugno. Quindi c'è tempo. Consigliere Manica, il presidente Rossi non ha gradito il vostro tergiversare. Anche lei come Robol pensa che la proposta di riforma di Rossi sia insufficiente? Guardi, il gruppo del Pd già il 3 aprile scorso ha preso posizione presentando un documento in cui si diceva chiaramente che per noi il lavoro della giunta era una buona base di partenza per mettere mano ai vitalizi. Noi siamo d'accordo su quel metodo e su quell'impostazione, ma siamo alla ricerca di un di più, non di un di meno. Per essere chiari: il gruppo del Pd non vuole una riforma al ribasso ma un intervento che sia il più incisivo possibile. E le parole della segretaria Robol vanno in questa direzione. Se la riforma taglia solo del 20% non può bastarci. Il presidente Rossi ha precisato che il taglio non è solo il 20% sul vitalizio, perché va sommato un altro 40% che deriva dal ricalcolo del valore attuale dei vitalizi anticipati. Non è sufficiente? Ma dove è scritto l'effetto di questo ricalcolo? È proprio questo che abbiamo chiesto nella riunione dei capigruppo. Non abbiamo voluto un rinvio tanto per prendere tempo, ma perché nel documento fornito dal presidente Rossi non ci sono numeri che ci aiutano a capire qual è l'effetto degli interventi della riforma che lui propone. Per questo abbiamo chiesto, anche con l'aiuto della ragioneria della Regione, di riuscire a prefigurarci l'impatto della riforma. Dateci i numeri e da lì partiamo. Sappiamo bene infatti che i problemi della legge del 2012 sono nati proprio quando si sono viste le cifre dei vitalizi attualizzati che sono stati anticipati agli ex consiglieri. Forse se quei numeri fossero stati noti quando era in discussione quella riforma le cose avrebbero potuto andare diversamente. Ora, quello che dobbiamo cercare di fare è evitare di ripetere gli stessi errori. Ma lei pensa che si possano azzerare i vitalizi oppure no? Io penso che se giuridicamente ci fossero le possibilità, si dovrebbe cercare di andare oltre, fin dove è possibile. Se, cifre alla mano, ci dovessimo rendere conto che non si riesce a tagliare sul passato in modo consistente, ben più del 20%, penso che allora dovremmo avviare anche un'opera di convincimento nei confronti degli ex consiglieri per cercare di ottenere le restituzioni spontanee. La gente che incontriamo tutti i giorni, infatti, ci chiede di intervenire con una norma che riporti una equità complessiva. Va bene dunque l'interpretazione autentica della legge del 2012 che elimini le storture del calcolo dell'attualizzazione, ma cerchiamo di fare anche altro. Il vostro gruppo è d'accordo ad intervenire anche sul trattamento pensionistico per i nuovi consiglieri? Si, siamo d'accordo anche se il vero problema è il passato non quanto previsto per gli eletti in questa legislatura. Come Pd che cosa proponete oltre a quanto contenuto nel documento della giunta Rossi? Noi proponiamo che vengano eliminate le cumulabilità. Non potrà succedere che chi ha già la pensione prenda anche l'indennità o che si possano prendere due vitalizi, da consigliere regionale e parlamentare. Vogliamo intervenire anche sulle pensioni di reversibilità e ridurre le indennità di funzione della giunta regionale, che a differenza che per la giunta provinciale non sono state abbassate per il mancato recepimento del decreto Monti.
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Partito Democratico del Trentino