E' stato siglato stamani il Protocollo d'intesa fra Provincia autonoma di Trento, organizzazioni imprenditoriali e sindacati, contenente "misure per lo sviluppo economico e il lavoro". Un vero e proprio patto che rilancia l'impegno congiunto del governo provinciale e degli attori economico-sociali del territorio, a "costruire una prospettiva di sviluppo economico, di coesione sociale e di crescita civile fortemente integrata con le dinamiche nazionali ed internazionali", nel solco dei valori che contraddistinguono il Trentino e la sua Autonomia.
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Ufficio Stampa della Provincia, 13 aprile 2014
Un documento di ampio respiro, dunque, ma anche un testo che contiene precisi impegni per tutti i soggetti firmatari, in particolare nei campi della leva fiscale, degli incentivi e del credito alle imprese, del ruolo di Trentino sviluppo, delle politiche per il lavoro, i giovani e le donne, del sistema dell'istruzione della conoscenza, della modernizzazione della pubblica amministrazione. Presenti alla firma, per la Provincia, il presidente (che ha sottolineato in particolare il ruolo del credito con un forte appello agli investitori per quel che riguarda il Fondo strategico in via di costituzione) e il vicepresidente (che ha indicato nel patto oggi sottoscritto una traccia nella quale muoversi con corresponsabilità oltre che una importante legittimazione del metodo concertativo).
Un patto da tempo atteso, dunque, quello siglato oggi in piazza Dante, fortemente voluto dal vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro, un Patto che rilancia una visione condivisa delle strategie da mettere in campo per uscire dalle secche della crisi e accelerare la ripresa, di cui si cominciano a cogliere i primi timidi segnali. Vediamo in sintesi alcuni dei principali impegni a carico della Provincia contenuti nel testo:
Leva fiscale
In attesa che lo Stato definisca la delega relativa, grazie alla quale saranno possibili margini di manovra più rilevanti sulle imposte sui redditi, la Provincia si è impegnata a prevedere un intervento significativo - di durata biennale - di riduzione del carico Irap e Tasi gravante sulle imprese.
La proposta di riduzione dell'Irap sulle imprese ha contenuti di selettività; inoltre si procederà a semplificare l’attuale quadro frammentato delle agevolazioni. Accanto quindi ad una riduzione generalizzata dell’Irap che assorbe le precedenti agevolazioni sono stabiliti benefici aggiuntivi e progressivi per le imprese che consolidano l’occupazione, per quelle che mantengono i livelli occupazionali tramite staffette generazionali e per le imprese che incrementano l’occupazione.
Sul fronte della Tasi è proposta l’esenzione degli immobili destinati allo svolgimento di attività di tipo produttivo e imprenditoriale; sarà nel contempo chiesto ai Comuni di non deliberare aliquote Imu superiori a quelle adottate nel 2013.
Per l’avvio di un processo di contenimento della pressione fiscale a favore dei cittadini con redditi medio-bassi sarà proposta inoltre la riduzione dell’addizionale regionale all’Irpef per i redditi inferiori a 28.000 euro.
Incentivi
Poiché è ormai assodato che un’incentivazione diffusa e scarsamente selettiva non contribuisce ad un miglioramento della produttività aziendale la Provincia si impegna ad una riarticolazione complessiva del sistema degli incentivi che incoraggi le imprese ad effettuare investimenti innovativi, nuove iniziative/riconversioni, ampliamenti e crescita della capacità produttiva, iniziative ambientali o di risparmio energetico, ricerca e trasferimento tecnologico, sviluppo di servizi di alta qualità, iniziative per l'internazionalizzazione e l' assunzione giovani e donne. Gli incentivi saranno inoltre legati a ricadute occupazionali positive non soltanto in termini numerici ma anche di qualità del lavoro.
Credito e capitale per le imprese
La Provincia ritiene necessario proseguire un percorso che consenta di mettere a disposizione delle imprese canali di credito alternativi al sistema bancario. Saranno rafforzati gli strumenti del fondo di rotazione e dell’anticipazione dei crediti derivanti da procedure di concordato attraverso i Confidi nonché il sostegno a progetti di investimento delle imprese attraverso il Fondo strategico di investimento regionale, come fondo mobiliare chiuso riservato. Al Fondo strategico, che già vede la partecipazione di Laborfonds, verranno coinvolti ulteriori investitori istituzionali operanti sul territorio.
Ritenendo necessario il rafforzamento del sistema finanziario trentino, la Provincia si impegna inoltre a promuovere il progetto di una banca territoriale per le imprese, facendo riferimento al ruolo di Mediocredito Trentino Alto Adige nel sistema bancario locale.
Ruolo di Trentino Sviluppo
Si ritiene importante per la società imboccare la via di una maggiore offerta di servizi sia in termini di attrazione di investimenti che di creazione a favore delle imprese di condizioni di contesto favorevoli ad una maggiore apertura del nostro tessuto economico, con modalità, tuttavia, che non interferiscano con la libera offerta di servizi da parte del mercato. Vanno nello stesso tempo risolte le criticità emerse dalla fusione in Trentino Sviluppo della componente della promozione turistica.
Trentino Sviluppo dovrà coordinare i progetti ad essa assegnati - Polo della Meccatronica, Progetto Manifattura, marchio di sistema Arca, sostegno all’internazionalizzazione, sostegno della finanza d’impresa - con il coinvolgimento fondamentale delle istituzioni di ricerca (Università, Fbk, Fem), delle istituzioni finanziarie pubbliche e private (Cassa del Trentino, Banche, società di leasing, altre società di investimento) e di organismi rappresentativi delle categorie.
Politiche del lavoro, giovani e donne
Riguardo alla definizione dei criteri per l’applicazione del reddito di attivazione, previsto dalla delega in materia di ammortizzatori sociali, sarà proposto il prolungamento dello strumento della nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (ASpI), differenziato a seconda dell’età del beneficiario, e il prolungamento della cosiddetta Mini-ASpI per coloro che hanno un minimo di contribuzione previdenziale versata, seppure non sufficiente ad ottenere l’ASpI.
Entrata a regime la riforma nazionale la Provincia si impegna a ridiscutere con le parti nuovi interventi in attuazione della delega.
Riguardo al reddito di continuità la Provincia si impegna, da un lato, a definire con le parti sociali forme di tutela condivise in favore dei lavoratori non coperti dalla cassa integrazione e a dare attuazione al trasferimento alla Provincia della competenza sulle procedure di Cigs e Cigo.
In generale, appare necessario rafforzare e riqualificare i servizi per l’occupazione, attivando la rete provinciale dei servizi, con l’avvio del sistema di accreditamento dei soggetti privati di qualità e di certificazione della qualità, comprese le istituzioni scolastiche e formative operanti sul territorio provinciale. Ed ancora, fra le altre cose, la Provincia intende partecipare al Piano di attuazione della Garanzia per i giovani, istituito dal Ministero del Lavoro. Saranno attivate misure di transizione dal sistema scolastico a quello lavorativo e verrà potenziato l’istituto dell’apprendistato, da armonizzare con le proposte normative in discussione a livello nazionale, in un’ottica di qualificazione professionale e valorizzazione della formazione. Si intendono valorizzare ulteriormente i contratti a staffetta e i contratti di solidarietà espansiva e, all’interno di un sistema integrato di tirocini di qualità, promuovere, anche attraverso una proposta di intervento normativo a livello regionale, la copertura previdenziale complementare dei giovani coinvolti in tirocini.
Ruolo del sistema dell’istruzione e della conoscenza
La Provincia incentiverà esperienze intense di alternanza scuola-lavoro quali l’apprendistato e i tirocini formativi, l'auto imprenditorialità e le imprese formative. Le istituzioni scolastiche dovranno diventare parte attiva di mediazione tra il mercato del lavoro e lo studente al fine di garantire l’incontro ottimale tra domanda e offerta.
Le scuole professionali e tecniche sono chiamate a definire, nell’ambito del diritto-dovere di apprendimento, percorsi formativi con periodi ed esperienze nel mondo produttivo, anche attraverso le risorse europee del piano attuativo della garanzia giovani.
In questo contesto è stato proposto uno sforzo di stabilizzazione del personale precario della scuola che mira a garantire un maggior riconoscimento del ruolo dei docenti, un aumento dell’offerta scolastica finalizzata agli obiettivi delle politiche provinciali ed al potenziamento della continuità didattica, richiedendo nel contempo uno sforzo in termini di flessibilità lavorativa a tutto il personale del comparto.
Modernizzazione del sistema pubblico
La Provincia si impegna a procedere nel percorso già avviato di modernizzazione del sistema pubblico provinciale e, in particolare, a dare piena attuazione al Piano di miglioramento, anche con riferimento agli enti e alle società del settore pubblico provinciale, e ad estendere le azioni di razionalizzazione anche ai settori attualmente non interessati dal Piano. Il Piano di miglioramento 2012-2016, già approvato, individua una serie di interventi di semplificazione amministrativa, di razionalizzazione della spesa pubblica per l’acquisto di beni e servizi, una miglior qualificazione della spesa di investimento e misure per l’incremento di efficienza delle attività di back office degli uffici pubblici. Il tema dell’acquisto di servizi da parte della pubblica amministrazione andrà puntualmente affrontato in sede di Tavolo degli Appalti con la definizione dei bandi tipo da estendere a tutte le stazioni appaltanti del territorio provinciale.
Impegni sono stati assunti con la sottoscrizione del Protocollo anche dalle forze economiche e sociali. Al di là delle voci di dettaglio, ciò che emerge è una significativa condivisione della visione d'insieme e delle decisioni di contesto più significative, per promuovere l’innovazione, la competitività e la coesione del “sistema Trentino” nel suo insieme.
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Il contenuto dell’accordo era noto: l’altra notte poi l’ok del Consiglio provinciale all’assestamento di bilancio ha messo il sigillo a buona parte delle misure (relative a fisco, occupazione, credito e quant’altro) contenute nel Protocollo d’intesa su sviluppo economico e lavoro approvato ieri in Provincia da giunta e parti sociali. Protocollo che si sostanzia nell’elencazione da un lato di politiche provinciali sempre più intersettoriali e di contesto e, dall’altro, di impegni “concertativi” di categorie e e sindacati.
Vale quindi la pena partire da una delle poche cifre citate dal vicepresidente Alessandro Olivi nell’illustrare l’intesa: quei 10 milioni di euro che il Trentino ha rischiato a lungo di non percepire dallo Stato (come anche Alto Adige e Veneto) nell’ambito del Piano di attuazione della Garanzia per i giovani. Alla fine le risorse sono arrivate, dopo che la Provincia ha fatto “pesare” in senso buono le proprie cifre migliori rispetto al resto d’Italia in termini di frequenza del ciclo di studi e occupazione giovanile: se è vero che le forze vanno concentrate sui territori più problematici, perché non premiare comunque chi bene governando ottiene risultati migliori di altri?
«Ma ora si deve passare dall’occupabilità all’occupazione», ha chiarito Olivi. Ottenere cioè risultati concreti in termini di immissione di giovani nel mondo del lavoro, “contandoli” una volta concluso il progetto. Il che sembrerebbe cosa ovvia: quello che in burocratese si chiama “controllo di gestione” è tema da tempo al centro delle strategie di Piazza Dante. Ma evidentemente tanto ovvio non lo era, o almeno non lo è stato finora nei fatti, visto che queste parole del vicepresidente della Provincia hanno dato il via a una serie di interventi a senso unico: tutti tesi quindi a sottolineare «la novità di tale metodo». Così il segretario della Cisl Lorenzo Pomini e i presidenti di Confesercenti Loris Lombardini e Associazione albergatori Luca Libardi, con quest’ultimo a spingersi a chiedere puntuali verifiche annuali. A cosa servirà in concreto il Protocollo? Così il presidente della Provincia Ugo Rossi: «Ci accompagnerà in tutte le decisioni, verificandone la coerenza con quanto sottoscritto». Ciò che per la giunta contava, ieri, era comunque incassare la firma di tutte le parti sociali.
Firme che sono arrivate: Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Asat, Cooperazione e sindacati. Anche grazie a qualche telefonata in extremis di un Olivi un po’ «prepotente» (parole sue): e lo sguardo gettato alla sua sinistra lasciava intendere che non dai sindacati sono venute resistenze, quanto piuttosto da quei mondi da sempre critici verso l’intenzione della giunta di semplificare il quadro degli enti bilaterali del terziario. Su questo punto, infatti, il Protocollo impegna le organizzazioni degli imprenditori «a perseguire un concreto percorso di convergenza verso un soggetto unitario per i settori economici nei quali esiste una pluralità di enti, allo scopo primario di accrescerne l’operatività reale, fatte salve le prerogative dei singoli enti bilaterali come strumenti previsti dai contratti nazionali».
Ma tornando alle firme, al netto delle Casse rurali rappresentate da Schelfi, mancano tutte quelle del mondo del credito: lo ha fatto notare lo stesso Rossi a proposito del Fondo strategico, per il quale servirà «la convinzione profonda di tutti gli attori che qui non ci sono, ai quali dovremo far capire che vale la pena investire in Trentino. Anche perché dai dati arriva qualche segnale di ottimismo: crescono i depositi ma i consumi sono ancora scarsi, per la naturale paura dei cittadini nell’attuale fase: dobbiamo dare più fiducia». Non mancano rilievi da parte dei sindacati, che certo avrebbero preferito «impegni più cogenti sul fronte della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese» (così ieri dopo la firma Ianeselli della Cgil e i segretari di Cisl e Uil Pomini e Alotti). Ma è comunque un Protocollo che va «nella giusta direzione, perché conferma l'importanza del dialogo sociale». Tra i contenuti che più convincono i sindacati, la piena operatività del Fondo sanitario territoriale, il contributo di Laborfonds al Fondo strategico e l'avvio della “Città dei mestieri”.
"Patto per far crescere il Trentino", L'Adige, 13 aprile 2014
È un patto di legislatura che impegna reciprocamente Provincia, organizzazioni imprenditoriali e sindacati a una serie di azioni per favorire lo sviluppo economico e aumentare l'occupazione in Trentino. Per una volta non si tratta di categorie e sindacati che solamente chiedono qualcosa all'ente pubblico, ma rappresentanti di imprese e lavoratori che si dicono disposti a fare la loro parte - d'intesa tra loro e con la Provincia - per fare crescere il territorio. In questo sta la novità del Patto per lo sviluppo e il lavoro, al quale stava lavorando da alcuni mesi il vicepresidente e assessore all'industria Alessandro Olivi , siglato ieri in Provincia.
Il protocollo d'intesa contiene alcuni obiettivi significativi e impegni delle parti sociali, anche se è stato limato ed edulcorato in più punti, in particolare in quello relativo alla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, tanto che il presidente dell'Associazione artigiani, Roberto De Laurentis , subito dopo la firma l'ha definito: «Un patto innocuo, acqua fresca, grazie alle modifiche che abbiamo apportato».
I sindacati Cgil, Cisl e Uil sono però soddisfatti. E ieri in un comunicato congiunto Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti hanno commentato: «Non ci nascondiamo le difficoltà vissute in questi giorni nel rapporto con le associazioni datoriali, avremmo voluto per esempio impegni più cogenti sul fronte della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Ma crediamo che l'intesa sia il presupposto per rendere ancora più mature le relazioni industriali in Trentino».
Tra i contenuti che più convincono Cgil, Cisl e Uil ci sono «la piena operatività del fondo sanitario territoriale (Sanifonds), il contributo di Laborfonds al fondo strategico, l'avvio della città dei mestieri e la convergenza tra gli enti bilaterali sui quali imprese e sindacati hanno assunto impegni comuni. A ciò si aggiungono - conclude la nota unitaria - la qualificazione dei servizi per l'impiego e il rafforzamento dei meccanismi di condizionalità nell'accesso agli ammortizzatori provinciali, nonché il fatto che la riduzione della pressione fiscale sulle imprese resti selettiva e sia compensata da corrispettive riduzioni dei sussidi automatici alle aziende».
Tra le questioni più delicate c'è l'impegno a «dare operatività al sistema di assistenza sanitaria integrativa» che ha portato all'istituzione del fondo territoriale Sanifonds. Confindustria fino ad ora si è rifiutata di aderire, ma ora è tra i firmatari del patto, assieme a Confcommercio, Confesercenti, Associazione albergatori, Associazione artigiani e Federazione della cooperazione. C'è poi la definizione di modalità e tempi di attuazione del nuovo «reddito di continuità» con la costituzione dei fondi di solidarietà bilaterali e l'obiettivo di consorziare gli enti bilaterali esistenti dei diversi settori economici.
L'assessore Olivi ha commentato: «È un atto concreto per dare forte legittimazione alla concertazione, una bussola per lavorare insieme su crescita e competitività». E parlando del progetto per l'occupazione dei giovani «Garanzia giovani» finanziato grazie a fondi Ue (per il Trentino circa 10 milioni di euro) ha detto: «Oggi prendiamo un primo impegno concreto, cioè quello di contare, a fine progetto, quanti giovani avranno trovato lavoro». Il presidente Rossi si è mostrato invece più preoccupato sul fronte del credito: «Una grossa sfida che ci attende è sul credito ovvero gli strumenti per attuare questo patto, in particolare il fondo strategico. Abbiamo bisogno della convinzione profonda - ha aggiunto Rossi - di attori che a questo tavolo in parte ancora non ci sono: gli investitori».