«Guadagno 5.400 euro netti al mese». Se è uno stipendio giusto? «Penso ci possa stare». Il sindaco di Trento Alessandro Andreatta ieri è stato incalzato anche sui costi della politica. C. Bert, "Trentino", 6 aprile 2014
E intervistato dal direttore del «Trentino» Alberto Faustini al Festival dei lettori del nostro giornale, ha detto la sua sullo scandalo dei maxi-vitalizi: «Sono un errore. Forse qualcuno non si è reso conto, o forse si è reso conto... Io ho fiducia che la legge venga modificata. È giusto che un politico abbia un’unica pensione, quella del suo lavoro: e quando uno entra in politica, è giusto che l’ente pubblico versi i contributi. E trovo giusta la proposta di Renzi che i consiglieri regionali guadagnino come il sindaco». Andreatta, come si fa a essere il sindaco più amato d’Italia? È stata una soddisfazione, ma un sindaco fa più i conti con le cose che non vanno. Le decisioni non sono mai semplici, si devono dire dei sì e dei no. Parliamo di sicurezza. Molti cittadini sono preoccupati. Cosa può fare il sindaco? Molto. Ci siamo impegnati a potenziare da luglio il servizio notturno della polizia municipale. Con i residenti della Portela ci siamo presi 10 impegni: non solo vigili, anche telecamere, illuminazione, giochi nei giardini, pulizia sotto i portici. La sicurezza è anche prendersi cura della città. E la solidarietà e l’integrazione vanno d’accordo con la sicurezza? L’integrazione è fatta di equilibrio, non buonismo ma accoglienza vera. Abbiamo un quartiere come Canova con il 30% di stranieri, lì manca equilibrio e si deve correggere dicendo stop agli alloggi pubblici a immigrati nelle zone più cariche.Come intendete affrontare il problema della sede di Casapound? Il mio primo pensiero è stato “Non la voglio a Trento”, ho pensato alle reazioni che avrebbe provocato. Ma se un’associazione non attua comportamenti contro la legge, non si può rifiutarla. Dobbiamo far crescere una cultura del dialogo. E il Centro sociale Bruno? Quella è una presenza che ha interrogato la città. è stata anche una presenza problematica durante le giunte Pacher, poi c’è stato un percorso di maturazione, è diventato un soggetto critico che ha voluto integrarsi nella città e oggi direi che è una presenza più compresa e rispettata. Trento ha sognato per anni i grandi progetti, dall’interramento della ferrovia alla biblioteca di Botta. Tutto definitivamente finito nel cassetto? L’interramento è un’idea superata dagli eventi, ma se andrà avanti il progetto del tunnel del Brennero e dell’alta capacità , si potrà comunque recuperare il sedime dei binari attuali. Per la biblioteca di Botta mi sono battuto, ma la riflessione è nata dentro l’ateneo e la Provincia per ragioni economiche. Sindaco, cosa pensa di Matteo Renzi? Bisogna stare con Renzi per la volontà di cambiamento che interpreta. Ma nell’ansia del cambiamento serve la fretta ma non la frettolosità. Cosa farà da grande Andreatta? Farò quello che mi chiede la mia comunità. Sono entrato in politica tardi, a 38 anni, e sono a disposizione per un secondo mandato da sindaco. Forse qualcosa di più si può fare.
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