Il Gruppo consiliare regionale del Partito Democratico conferma il proprio impegno a rivedere in maniera celere ed efficace gli elementi che hanno determinato lo scandalo dei vitalizi e delle relative liquidazioni.
Trento, 3 aprile 2014
Già nel documento del 1° marzo, avevamo indicato la traccia sulla quale intendiamo muovere le nostre proposte concrete.
Ribadiamo innanzitutto l'adesione alle proposte della Giunta Regionale che stanno emergendo in questi giorni, in attesa di prenderne visione in maniera compiuta.
Certamente la titolarità dell’iniziativa spetta al Consiglio Regionale, ma crediamo che in questo momento tale argomento non debba essere motivo di rallentamento e di frizione tra i diversi livelli istituzionali: acquisiremo dunque la proposta della giunta regionale, di cui il PD fa parte con l’assessora alla previdenza Violetta Plotegher, come un contributo serio e costruttivo dal quale il Consiglio può partire per una propria riflessione.
A tal fine ribadiamo la scelta di non depositare un nostro disegno di legge, nell’intenzione di non ingolfare il dibattito con mille distinguo e proposte che possono avere il sapore di sterili rivendicazioni di un proprio specifico protagonismo e che appunto rischiano di creare più confusione che altro.
Nel contempo non rinunciamo all’iniziativa politica e quindi ad esprimere la nostra posizione con molta chiarezza, offrendo al Consiglio Regionale spunti di lavoro finalizzati ad intervenire in maniera profonda ed efficace.
Questi in estrema sintesi gli ambiti di intervento che riteniamo necessari:
1. condividiamo la proposta di porre in legge la revisione dei criteri di attualizzazione, rivedendo il tasso di sconto e togliendo gli anni di incremento dell’aspettativa di vita. Il dato tecnico fornito e che ha determinato il calcolo delle liquidazioni ha avuto un effetto politico e sostanziale evidentemente inaccettabile a cui ora è urgente porre rimedio;
2. condividiamo la proposta di rivedere il sistema previdenziale attuale, in quanto concordi sul principio che il Consiglio regionale non debba più essere ente previdenziale dei consiglieri. È giusto dunque che si faccia riferimento alle casse previdenziali di ogni consigliere, differenziando tra chi percepisce contributi figurativi e chi no, per garantire equità e parità di accesso alle cariche politica;
3. condividiamo la proposta avanzata dall’assessora Plotegher di finalizzare in maniera chiara le risorse provenienti dalle restituzioni, individuando un capitolo di bilancio specifico destinato alle emergenze sociali;
4. proponiamo che il fondo di cui al punto precedente possa accogliere versamenti anche di altri soggetti, consapevoli che il tema delle maxi pensioni non riguarda solo gli ex consiglieri percettori di vitalizio;
5. proponiamo di individuare un ulteriore contributo di solidarietà da applicarsi alla quota differenziale tra l’attualizzazione ricalcolata (con le modalità del punto 1) e i contributi previdenziali effettivamente versati da ogni singolo ex-consigliere;
6. proponiamo, come già espresso in un disegno di legge depositato nella scorsa legislatura, la non cumulabilità tra pensioni e indennità o vitalizio e l'innalzamento a 67 dell'età minima;
7. proponiamo la riduzione delle indennità di funzione di tutti gli organi regionali, della Giunta regionale e dei componenti dell’Ufficio di presidenza;
8. proponiamo di prevedere in tempi rapidi la convocazione di un Consiglio straordinario in cui discutere ed approvare la revisione della legge 6 del 2012.
Confermiamo dunque l’intenzione di muoverci nel solco della proposta della Giunta regionale e la piena disponibilità a condividere con l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale e tutti i Gruppi consiliari gli elementi ulteriori che con il presente documento siamo a proporre.
Il Gruppo consiliare regionale del Partito Democratico