Froner e Kessler applaudono Bersani

"L'Adige", 2 lugli o2009
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La MOZIONE PROGRAMMATICA di PIERLUIGI BERSANI

Un partito popolare, radicato nel territorio, che guardi alle nuove generazioni senza per questo lasciare alle spalle la sua storia. E’ l’idea del PD tracciata oggi da Pier Luigi Bersani, nel discorso di presentazione della sua candidatura.

“Ho in mente un partito nel quale c'è rispetto per la generazione precedente – ha detto Bersani davanti ad una platea composta in gran parte da giovani amministratori dopo aver fatto il suo ingresso accompagnato dalle note della canzone ‘Un senso’ di Vasco Rossi - In cui la generazione che viene prima apre la strada alla generazione più giovane accompagnandola. E' mio impegno aprire a una nuova classe dirigente che c'e' già, non e' inventata".

Quanto al partito, Bersani ha spiegato che “ci sono forti correzioni da fare. Il nostro problema è non aver messo il nostro progetto su basi culturali abbastanza solide. Per me il Pd e' un partito del lavoro, laico, popolare, che sta là dove stanno i partiti progressisti, socialisti, liberaldemocratici", un partito “non classista, non populista, capace di elaborare linguaggi legati alla vita reale, che renda concreta l’idea di uguaglianza”.

"Io sono il candidato di nessuno che pensa ci sia bisogno di tutti", ha sottolineato con forza, rivendicando anche la sua capacità di innovazione. "Mi sono sempre preso la briga di voler cambiare qualcosa, ovunque sono stato non ho mai lasciato le cose come le ho trovate. Questo per due motivi, semplici e banali: la terra gira tutti i giorni e questa società non mi piace per tutto. Quindi, parliamo di innovazione a chiacchiere? Allora io non partecipo. Se invece parliamo di fatti allora credo di avere qualcosa da dire". La sfida comune, d'altronde, e' quella del Partito democratico e "il nostro progetto non e' stato mai messo in discussione, ora ci sono le condizioni politiche per riaffermare il nostro progetto per rimetterci in cammino".

Sulla "sovranità" del partito, essa deve appartenere a "elettori e iscritti": "Ribadisco – ha proseguito - il valore democratico delle primarie che non possono essere solo procedure elettorali ma un momento di coinvolgimento e si devono fare nelle coalizioni". E inoltre "non ci deve essere automatismo tra le cariche di partito e ruoli istituzionali".

Bersani ha poi sottolineato la necessità di rilanciare un sistema di alleanze a cominciare dalle prossime elezioni amministrative perché "da soli non si può fare nulla. Bisogna definire il compito politico del Partito democratico facendo tre cose: profilare meglio il nostro progetto, tenere aperto il cantiere del partito e lavorare per definire un nuovo campo del centrosinistra”.
"Bisogna riconoscere l'autonomia delle altre forze di opposizione" perché "la vocazione maggioritaria non può lasciare immaginare un ruolo esaustivo per il Partito democratico".

"Guardiamo avanti ma senza perdere di vista il passato. Negli ultimi centocinquant'anni tanta gente pronunciando le nostre stesse parole le ha pagate a un prezzo ben più alto". Pier Luigi Bersani chiude la presentazione della sua mozione puntando ancora l'attenzione sul tema del rinnovamento. "Se andassimo nel futuro senza sentire questi legami – ha detto - saremmo come astronauti persi nello spazio. Il nostro cuore deve battere per l'antichissima e modernissima idea che questo paese possa essere giovane e giusto. Io penso che chi ci crede e' giovane, ed e' vecchio chi non ci crede più".