Forse verrò tacciato di «partigianeria» poiché considero corretta l'elezione di Giulia Robol a nostro segretario provinciale e perché nel nostro seggio, quello di Pinzolo organizzato dal Circolo Pd della Val Rendena di cui sono il Segretario, grazie all'impegno di molti Giulia ha raccolto molti consensi (traghettata da Luigi Olivieri e non solo) aggiudicandosi quattro dei sei seggi delle Giudicarie.Walter Facchinelli, segretario Pd Rendena, "L'Adige", 28 marzo 2014
Non condivido né il titolo, né i toni dell'editoriale di lunedì 25 marzo al quale è seguita la dichiarazione di Alessandro Andreatta, sindaco del capoluogo e sostenitore di Elisa Filippi, che – secondo lui – andrebbe rivisto il regolamento del ballottaggio delle primarie.
Ebbene, per chiarezza nei confronti di entrambi e dei lettori, terrei a precisare che il ballottaggio per l'elezione del Segretario è sancito da due importanti Organi del Partito democratico, a livello locale e nazionale.
Mi riferisco in primo luogo all'assemblea Provinciale del Pd del Trentino, che il 20 gennaio 2014 ha approvato lo Statuto del Partito Democratico del Trentino e il «Regolamento per l'elezione del Segretario e dell'Assemblea Provinciale». Quell'Assemblea, con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei suoi componenti, ha approvato lo statuto del Pdt, che al comma 4 stabilisce: «Qualora sia stata eletta una maggioranza assoluta di componenti l'Assemblea a sostegno di un candidato Segretario/a, il Presidente dell'Assemblea lo proclama eletto all'apertura della prima seduta dell'Assemblea stessa; in caso contrario il Presidente indice in quella stessa seduta un ballottaggio a scrutinio segreto tra i due candidati collegati al maggior numero di componenti l'Assemblea». Analogo disposto lo troviamo per l'elezione dell'Assemblea e del Segretario Nazionale del Pd, approvato dalla Direzione del Partito Democratico il 27 settembre 2013, l'articolo 11 quarto comma, stabilisce: «Qualora nessun candidato abbia riportato tale maggioranza assoluta, il Presidente dell'Assemblea nazionale indice, in quella stessa seduta, il ballottaggio a scrutinio segreto tra i due candidati collegati al maggior numero di componenti l'Assemblea e proclama eletto Segretario il candidato che ha ricevuto il maggior numero di voti validamente espressi».
Pertanto «l'emarginazione di Elisa Filippi», come affermato da Andreatta e Tonini, null'altro è che la normale applicazione delle regole, che Tonini a livello nazionale e Andreatta a livello locale, hanno contribuito a scrivere e fors'anche a decidere.
Elisa Filippi, ma anche Giulia Robol e Vanni Scalfi sapevano benissimo che presentandosi in tre, nessuno avrebbe raggiunto la maggioranza assoluta dei seggi e che il ballottaggio era dietro l'angolo. L'Assemblea provinciale avrebbe forse potuto stabilire che, «qualora i candidati alla Segreteria fossero stati più di due, si sarebbero tenuto delle primarie riservate ai tesserati, per arrivare a proporre agli elettori solo due nominativi», ottenendo così la certezza della maggioranza assoluta dei consensi per il Segretario.
Lasciamo quindi che Giulia Robol, che considero un ottimo Segretario, una persona preparata, capace di lavorare e di «farci sognare», insieme a Vanni Scalfi, lavori ad un programma condiviso e da condividere con l'assemblea, lasciandosi alle spalle queste sterili discussioni. Il vento nuovo della politica non si fa portando al comando un leader che è appoggiato dal 37% dei delegati, ma premiando una persona (Giulia) che è stata capace, con una piattaforma programmatica condivisa con Vanni Scalfi, di far convergere su di lei il consenso della maggioranza assoluta dell'assemblea.
La gente spera in un autentico cambio di rotta ad iniziare dai vitalizi che devono esser restituiti per arrivare a ridimensionare i compensi di chi fa politica, ad ogni livello, pensando ai disoccupati, ai pensionati con la minima, alle famiglie che non arrivano a fine mese, alle imprese in difficoltà.
Si deve ripartire dai Circoli, e qui plaudo a Vanni Scalfi, dove la politica è passione non un lucroso passatempo. È ora di guardare all'oggi puntando sul ruolo di governo che spetta al Pdt, perché siamo un Partito autonomo, autorevole e capace di occuparci dei problemi reali delle persone, di trovare soluzioni concrete alla disoccupazione giovanile e femminile, alla perdita di potere d'acquisto dei lavoratori, al sostegno alle famiglie monoreddito con figli e d'aiuto alle imprese che investono e assumono, senza dimenticare la scuola, la cultura, il welfare, la sanità, la coesione sociale, le pari opportunità e la cooperazione.
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