«Si restituisce un maltolto, ma qui non c’è nessun bottino che i consiglieri hanno intascato. Io non ho rubato nulla». Margherita Cogo, ex assessore regionale e consigliera per tre legislature, scandisce le parole: «Non-ho-rubato-nulla». L’ex consigliera Pd: «Si è sottovalutato l’impatto sociale del provvedimento, ma non ci siamo intascati un bottino».C. Bert, "Trentino", 27 marzo 2014
La sua situazione, al capitolo vitalizi, è la seguente: ha ricevuto 283.712 euro di attualizzazione e altri 460 mila euro sono quelli che le spettano accantonati nel Fondo Family. Riceve un vitalizio di 2.979 euro netti al mese. Al congresso del Partito Democratico è stata tra i big che hanno sostenuto la candidatura alla segreteria di Giulia Robol. La stessa Giulia Robol che, appena eletta segretaria, sul caso vitalizi ha subito detto: «Restituire i soldi è la cosa giusta. Il mio appello è rivolto a tutti, consiglieri attuali ed ex, e su questo non farò marcia indietro». Cogo, il neosegretario del Pd Giulia Robol ha chiesto a tutti i consiglieri Pd, attuali ed ex, di dare un segnale e restituire le quote del fondo pensione. Cosa risponde? Vede, noi ex consiglieri abbiamo subito un linciaggio mediatico di proporzioni notevoli. Io dico questo: è stata fatta una legge, non c’è un bottino che i consiglieri si sono intascati. Si rende il maltolto, non quanto una legge ci ha attribuito. Robol ha definito questa legge «una pagina bruttissima che la gente non dimenticherà». Lei come la valuta? Io ribadisco che non ho rubato nulla, abbiamo agito nell’assoluta legalità. C’è stato un errore di valutazione di quella legge, questo è vero. Sta dicendo che bisognava calcolare che certe cifre avrebbero sollevato la protesta popolare? Quando si fa una legge si deve calcolare l’impatto economico. Questo è stato fatto ed è un impatto favorevole all’ente pubblico, in questo caso la Regione, perché dalla legge del 2012 che ha rivisto le indennità e i vitalizi la Regione ha risparmiato 50 milioni e in prospettiva molti di più. C’è poi un impatto sociale, e questo è stato sottovalutato. Le cifre che sarebbero state erogate erano chiare, ma non è stata valutata la portata di vederle una vicina all’altra. Forse, viste nella loro totalità, qualche riflessione in più andava fatta. E adesso come se ne esce? Ora si ponga rimedio in modo razionale, preciso e puntuale per tutti. Questo significa che va fatta una legge uguale per tutti, a cui tutti si attengano. Anche intervenendo sui diritti acquisiti? Ricordo che il Fondo Family è un fondo chiuso, quindi serve un nuovo patto volontario tra la Regione e gli ex consiglieri. Vede, in questo momento la sensazione è che qualunque indennità venga fissata per un legislatore, sarà sempre troppo alta. Una volta era il 60% della retribuzione di un magistrato, le indennità dei consiglieri sono state progressivamente ridotte ma ancora non basta. Troviamo un parametro giusto. Certo, se poi si ritiene che la nostra funzione sia dannosa, allora non resta che eliminarla con i relativi costi. Se pensiamo che questo sia un bene per la democrazia... Giulia Robol ha detto che la politica è fatta anche di segnali che parlano al cuore della gente. Ma finora dal Pd nessuno sembra raccogliere il suo appello alla restituzione. Capisco il momento e capisco che Giulia cerchi di dare una risposta alla pancia della gente, non alla testa. Io mi auguro che il Partito democratico chiami a raccolta tutti i suoi consiglieri, passati e in carica. Se questa dei vitalizi è una questione politica, è politicamente che va risolta. Ragioniamoci insieme, io ho detto di essere pronta a fare non uno, ma tre passi indietro. Ma ci venga data la buona fede, altrimenti non c’è più nulla da salvare. «Dubbi sul contributivo». Tagli ai vitalizi, Tonini si smarca. Olivieri: mi adeguo"L'Adige", 27 marzo 2014«Ritengo sia assolutamente positivo che ci sia un sistema contributivo, cioè che si ottenga quanto si è versato. E ciò deve valere per tutti, per i parlamentari e per tutti i vitalizi, come nel mio caso». Luigi Olivieri, ex parlamentare del Pd, commenta così il documento approvato dall'assemblea del Pd, in cui sedeva anche lui, che ha proposto sui vitalizi a chi lo riceve di restituire la parte in eccedenza rispetto a quanto versato.Olivieri, rispetto all'ordine del giorno dice «mi adeguerò» ma spiega anche che serve un'azione a livello di assemblea del Pd nazionale per «una proposta di legge che modifichi la norma per tutti. Deve essere una scelta collettiva, nel senso che la direzione nazionale del Pd, dove i deputati e i senatori hanno un ruolo importante, deve farsi promotrice di un'azione per portare in parlamento una proposta legislativa che indica nel sistema contributivo la norma per tutti». Olivieri dice di non aver ancora calcolato a quanto dovrebbe rinunciare considerando il fatto che ha versato per 10 anni da parlamentare e che oggi prende circa 2.800 euro al mese netti, ma conferma che «è giusto che uno abbia solo quanto versato».«Posto che oggi il sistema, dal primo gennaio 2012 in poi, è tutto basato sul contributivo come per tutti gli altri dipendenti - spiega il senatore del Pd Giorgio Tonini - grazie al ministro Fornero che ha indotto Camera e Senato a compiere la riforma. Ci sono poi pochi, come me ad esempio, che hanno il sistema misto per il calcolo della futura pensione, ovvero retributivo fino a fine 2011 e poi contributivo». Il Pd trentino propone di passare tutto al contributivo nel calcolo del futuro assegno, cosa ne pensa? «Bisogna vedere se è una cosa sostenibile economicamente per ciascuno, vediamo come funziona» spiega Tonini. Che ritiene che il «vero privilegio che resta è quello che chi è parlamentare può avere, pagandosi i contributi per la carriera previdenziale professionale di spettanza del lavoratore, due pensioni. Il cumulo secondo me va invece cancellato, perché rappresenta una iniquità rispetto a quanto invece viene concesso agli altri lavoratori». Per il futuro, insomma, Tonini spera che ci possa essere un sistema per cui la pensione per chiunque, compreso chi fa politica, sia una sola e non due come è possibile fare oggi. Il sistema attuale per le pensioni dei parlamentari, invece, secondo Tonini, «ora è identico a quello degli altri lavoratori come principio, con le trattenute che in parte sono a carico del parlamentare e in parte dell'ente datore di lavoro». Per il futuro, come detto, si sta pensando di inserire una modifica al meccanismo dei contributi previdenziali, per far sì che, mentre si è in politica, si continui ad alimentare la propria carriera previdenziale. Qui però spiega Tonini occorre capire come si calcolerà il versamento: «Il rischio è che un top manager costi di più se entra in parlamento rispetto a un dipendente».
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