«Diritti acquisiti? Macché: prima viene l’eguaglianza»

Borgonovo Re: anche i trentini inizino a restituire gli anticipi e voglio credere alla buona fede di chi approvò quella legge.
P. Morando, "Trentino", 20 marzo 2014


Assessora Borgonovo Re, prima di essere eletta immaginava le dimensioni della partita vitalizi?
No. E la cosa curiosa è che quando nel 2012 venne approvata la legge, la soddisfazione fu corale. E invece ci sarebbe stato da chiedersi: ma la situazione pregressa, quanto è accettabile? Anche se il passato si spiega sempre con il contesto generale, che evidentemente lo tollerava.
E adesso che la tolleranza è venuta meno? Oggi tra chi ha abbondanza di sicurezza e chi non ha quasi più nulla il divario è insostenibile. E quindi tutto va rivisto. Delle due l’una: chi ha varato quelle norme o ne ha sottovalutato la portata, dimostrando la propria incompetenza, oppure era in cattiva fede.
Quale sceglie? Propendo per la sottovalutazione. Il che dà la misura di come siamo poco abituati a non effettuare valutazioni dell’esito ultimo delle politiche pubbliche: ma è un discorso che non riguarda solo i vitalizi.
Ad esempio? Le moltiplicazioni degli edifici destinati a caserme dei vigili del fuoco, ma anche impianti sportivi collocati a distanze minime l’uno dall’altro.
Davvero non ritiene possibile che invece qualcuno si fosse reso perfettamente conto e abbia deciso di non dire nulla, sperando che la questione passase sotto silenzio? Non lo so. Si tratta anche di persone che siedono ancora in Consiglio, verso cui i cittadini hanno manifestato fiducia. Voglio credere che si siano trovati nella difficile situazione di togliere qualcosa ma senza oltrepassare il limite che avrebbe potuto portare a ricorsi.
Non sarebbe stato meglio allora, invece di autoelogiarsi per i tagli, dire alla pubblica opinione: guardate, abbiamo fatto questo, ma per questi motivi la questione vitalizi resta irrisolta. E le sue dimensioni sono queste. (Sospira). Certo che sì. Magari i sindacati e i giornali avrebbero rilanciato dicendo: caspita, no, provate a lavorare con maggiore incisività anche in quella direzione. E aggiungo: possibile che non si sia pensato che il cumulo di due o anche tre pensioni fosse inaccettabile?
Come se ne esce? Partendo dal concetto di solidarietà sociale: che non significa fare la carità ai poveri, è invece un rapporto che secondo la Costituzione lega tra loro tutti i cittadini in un vincolo di reciprocità, il cui limite è dato dal principio di eguaglianza.
E i diritti acquisiti? Chi ne parla a sproposito si fa beffe della Costituzione. Tutti siamo tenuti, legislatore in primis, a non alimentare diseguaglianze. E se una legge è ingiusta rispetto ai principi costituzionali, perché introduce una regolamentazione irragionevole e diseguale, ciò che quella legge dispone o da cui discende non è un diritto, è un sedicente diritto. E come tale il legislatore ha il potere di correggerlo
Quindi, partendo da questo presupposto, una nuova legge potrebbe incidere su tutto: anticipi, quote del Fondo Family e vitalizi prefissati. Si, tutto si può fare. Con qualche attenzione, perché ci si trova in una dimensione quasi contrattuale. Su quanto già percepito, peraltro, osservo che in Alto Adige c’è chi ha già restituito mentre qui invece...
Sarebbe il caso che qualcuno si muovesse? Sarebbe il caso. È una scelta personale, ma con risvolti politici importanti. Ora si tratta di capire quali strade resteranno rimesse alla disponibilità dei singoli e quali saranno invece aperte dal legislatore.
E in caso di ricorsi? Che arrivino a volto scoperto. Che si dica: non ci basta quanto abbiamo ricevuto dalla politica, ne vogliamo ancora. Ma dopo aver obbligato i quasi pensionati a restare al lavoro, creato gli esodati e tagliato diritti ad alcune categorie, la politica non può non interrogarsi sulla misura della propria solidarietà. Sembrerebbe ovvio. Già. Ma oltre che dirlo, dobbiamo anche farlo.