Andreatta: cercate un'intesa a tre

Il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, che alle primarie ha sostenuto Elisa Filippi, invita i tre candidati alla segreteria del Pd trentino, a cercare «una soluzione unitaria sui programmi, perché sono più le cose che uniscono che quelle che dividono». Anche se il sindaco parla di una soluzione diversa rispetto alla gestione unitaria guidata da Michele Nicoletti, di cui ieri all' Adige  il senatore Giorgio Tonini ha auspicato una replica.
L. Patruno, "L'Adige", 19 marzo 2014


«Ora si deve guardare avanti, - aggiunge Andreatta - mentre mi sembra che molti stiano guardando indietro. Io ho sempre detto che stimo e mi sento garantito da tutti e tre i candidati alla segreteria e diciamo la verità che le differenze fra le proposte non sono così marcate. Ma un voto c'è stato e non si può negare che una propensione in più per Filippi c'è stata, né possiamo annullarla cercando un accordo diverso in assemblea». 
Il sindaco di Trento ci tiene però a sottolineare che l'accordo che lui suggerisce non ha nulla a che vedere con la soluzione che fu trovata nel 2009 fra Nicoletti, Tonini, Pinter e Veronesi. «Allora - ricorda il sindaco di Trento - la situazione era molto diversa, c'erano quattro candidati che esprimevano correnti, qualcuno fece un passo indietro altri hanno accettato. Oggi invece ci sono tre candidati che per omogeneità anagrafica e percorso politico esprimono tutti una voglia e una propensione all'innovazione del partito. E non è un cambiare per cambiare, ma la ricerca di un rapporto nuovo tra il partito e la comunità. Mi sembra che ci siano molte più ragioni di convergenza che di differenza e invito i tre candidati a parlarsi, confidando nella loro intelligenza ed esperienza politica. Penso sia meglio mettere insieme i voti di tutti, con l'obiettivo di lavorare insieme per un partito che guarda a quello che serve alla comunità e non solo dentro se stesso, che andare a contarsi in assemblea».
«Ritengo inoltre - conclude il sindaco Andreatta - che Filippi potrà senz'altro fare dei passi indietro dal punto di vista del programma per smussare alcuni aspetti e trovare convergenze. Credo che nessuno possa dire che c'è una distinzione così netta e inconciliabile fra le tre proposte, né che la territorialità e il radicamento stiano tutti da una parte e il respiro europeo tutto dall'altra». 
Elisa Filippi, però, è la prima a frenare sulla «ipotesi collegiale» proposta da due dei suoi principali sostenitori, come il senatore Tonini e ora anche il sindaco Andreatta. «La mia posizione è diversa da quella di Tonini - sostiene Filippi - sono convinta che la soluzione unitaria non sia la strada giusta. Io non voglio un Pd che perde le primarie per la presidenza della Provincia o che perde quasi ottomila voti alle elezioni provinciali. Questo non vuol dire che non intenda confrontarmi con tutti e lo farò su una proposta di partito e di programma e non in termini spartitori, come invece fu fatto allora dopo le primarie del 2009».
Filippi replica anche a Giulia Robol  che ieri aveva dichiarato che al ballottaggio, come per l'elezione a sindaco, si può ribaltare la situazione rispetto al primo turno.«Io - ricorda Filippi - sento la responsabilità di aver ricevuto un consenso maggiore dagli elettori delle primarie. Sarebbe bello se il ballottaggio avesse ancora lo stesso livello di legittimazione popolare. Invece, cambia la base elettorale perché a decidere sarà l'assemblea. Se questa decide di cambiare l'esito delle primarie, allora a cosa servono?».