Diverse sensibilità sulle fibrillazioni parlamentari nei voti dell'Italicum (come quote rosa, e preferenze) fra i tre concorrenti per la carica di segretario provinciale del Pd, che si sfideranno domenica nelle primarie aperte. Z. Sovilla, "L'Adige", 13 marzo 2014
Da una parte la renziana della prima ora Elisa Filippi , che difende la logica dell'intesa con Forza Italia - su legge elettorale e riforme - che non può essere minata da manovre unilaterali. «Questa non è la migliore delle leggi ma quanto meno assicura il bipolarismo e consente la riconoscibilità dei candidati grazie alle liste corte», osserva Filippi, che domani sera (alle 20.45) incontrerà i cittadini al Muse, per la campagna delle primarie, affiancata dalla deputata renziana Simona Bonafè. Quanto alle spaccature nel Pd, Filippi spiega di temere «strumentalizzazioni» per lotte interne e ricorda che il suo partito sta già dando l'esempio su alcuni dei nodi discussi.Più critica l'opinione degli altri due candidati. Vanni Scalfi si dice «sconfortato» di fronte alle ultime vicende parlamentari che hanno evocato i «101» franchi tiratori del Pd che impallinarono Prodi. «Questa volta hanno fatto saltare le quote rosa e poi hanno ripetuto l'errore sulle preferenze. C'è qualcosa che non quadra. Non si può essere pavidi e al Pd è mancato il coraggio, l'accordo al ribasso con Berlusconi non va difeso a ogni costo. Credo che le aspettative che molti ripongono su Matteo Renzi non contemplino queste intese poco chiare con Forza Italia: rischiamo lo stesso pantano che ha caratterizzato l'ultimo mezzo secolo della politica italiana. Io, come altri, peraltro, preferivo andare al voto prima di cambiare governo. Nel merito della legge, mi auguro che il Senato introduca le quote rosa», conclude Scalfi, che ieri ha incassato l'endorsement della tuffatrice Francesca Dallapè.Anche Giulia Robol è «delusa» dall'accaduto e da chi nel suo partito «non è stato coerente con i valori del Pd». Ora si augura che palazzo Madama rimedi per il riequilibrio di genere, l'introduzione delle preferenze («favoriscono la partecipazione popolare») e la revisione delle soglie («troppo alti gli sbarramenti, troppo basso il 37% per il premio di maggioranza»). In definitiva, Robol auspica che Renzi possa riaprire alcuni temi dell'intesa con Berlusconi, per rispondere alle attese della base Pd.
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Partito Democratico del Trentino