Il capogruppo del Pd spiega perché sostenne la legge: «C’era una cifra astronomica di sommerso stratificato negli anni a garanzia dei vitalizi, gestito da fondi di investimento, per cui soggetto ai marosi della finanza».
L Patruno, "L'Adige", 4 marzo 2014
La Regione, o sarebbe meglio dire il bilancio del consiglio regionale, negli anni è arrivato ad immobilizzare ben 350.540.000 euro a garanzia del pagamento dei vitalizi, con un fondo ad hoc, che è stato gestito attraverso titoli e fondi di investimento, che negli ultimi anni hanno però avuto anche rendimenti negativi con perdite per le casse pubbliche.
Per cercare di interrompere questo drenaggio di risorse in continuo aumento, nel 2012 è stata approvata la riforma che ha ridotto il fondo, «attualizzando» ad oggi i vitalizi per 123 tra ex consiglieri e consiglieri, ma si è guardato bene dal tagliare l'entità enorme delle somme dovute ai singoli.
«Nella scorsa legislatura - ricorda Mattia Civico, capogruppo del Pd in consiglio regionale e provinciale - anche solo parlare di toccare i cosiddetti "diritti acquisiti" sui vitalizi di consiglieri ed ex consiglieri era un tabù. Le resistenze a fare di più c'erano ed erano forti. La riforma Thaler ha avuto però il merito di chiudere il fondo enorme a garanzia dei vitalizi, che era di 350 milioni di euro, investiti in fondi che stavano dando rendimenti altalenanti, a volte negativi. Questo voleva dire che in pochi anni c'era il rischio che il bilancio regionale venisse eroso dalla necessità di versare altri soldi per garantire i vitalizi».
Civico nella scorsa legislatura faceva parte dell'uffico di presidenza del consiglio regionale e ha partecipato, al fianco dell'allora presidente Roza Zelger Thaler (Svp), all'elaborazione del disegno di legge con cui si è deciso di cambiare il sistema a partire da questa legislatura e per il passato di «attualizzare», ovvero anticipare, a 123 consiglieri ed ex consiglieri parte di quanto avrebbero preso a vita come assegno mensile (per ridurre il vitalizio a massimi 2.800 euro), restituendone una tranche subito e il resto dal 2018 al 2021, questo per ridimensionare quel fondo di garanzia e utilizzare parte dei soldi in un fondo per la famiglia «Fondo family», pur rimanendo il vincolo di garantire i vitalizi che, seppur ridotti nella cifra, comunque il bilancio regionale si trova a dover pagare.
Consigliere Civico, lei come capogruppo del Pd, ora propone di intervenire retroattivamente su quei vitalizi. Perché non avete fatto nel 2012 quello che volete fare ora? Secondo me non si può partire dal principio che ci sono «diritti acquisiti». Penso anzi che si debba cercare di intervenire retroattivamente e il fatto che già qualcuno sta dicendo di voler rinunciare ai fondi «Family» è un buon segno. Questo consiglio regionale, molto rinnovato, è più nelle condizioni di fare passi avanti rispetto alla volta scorsa. Allora non fu possibile per forti resistenze, molti gruppi consiliari erano contrari soprattutto in Alto Adige (Svp, Ndr.). Parlare di toccare il pregresso era tabù. Ora, non vogliamo esporre l'amministrazione a ricorsi, ma cercare la strada per fare una norma retroattiva. Il paradosso è che dal punto di vista formale quello che è stato fatto è corretto: se chiudi un fondo che ha degli aventi diritto e per farlo li liquidi, lo fai con l'indicizzazione. È corretto ma non è equo.
Lei si aspetta che almeno i consiglieri ed ex consiglieri del Pd, come Roberto Pinter, che è anche presidente del partito, o Margherita Cogo, rinuncino a queste somme ingenti? Io non ne ho parlato con loro. Sul gesto volontario possiamo fare solo moral suasion , ma certo dicendo come gruppo consiliare che vogliamo fare azioni retroattive un'indicazione l'abbiamo data.
Ma qual è stato il vantaggio di liquidare il fondo? È difficile capirne il senso. Il fondo che governava i vitalizi aveva cifre astronomiche, un sommerso stratificato da anni e soggetto ai marosi della finanza. Andando avanti facendo finta di niente entro pochi anni si sarebbe prodotto il risultato che per garantire i vitalizi avremmo dovuto erodere il bilancio regionale. La riforma Thaler ha messo al riparo le istituzioni da questo pericolo perché il rendimento dei fondi segnava un meno. E anche un -1%, sono milionate ogni trimestre, io non dormivo la notte. Si erodeva il bilancio. Da questa operazione sono avanzati 50 milioni per il Fondo family e si riparmiano 5 milioni l'anno.
La riforma mantiene però la pensione anche per i nuovi consiglieri regionali. Cambierete questa parte della legge o no? Sì. Sono d'accordo che si modifichi anche questa parte. Condivido il ragionamento di Rossi sul versamento dei contributi sulle previdenze professionali. Va recuperato il senso dell'equità e dell'indennità, nata come indennizzo per chi facendo politica sospende la sua attività professionale.
Ma chi, come i dipendenti pubblici già ricevono i contributi versati, perché si dovrebbero vederseli versare due volte? O chi è già in pensione e fa il consigliere provinciale perché dovrebbe ricevere anche l'indennità? Non ha nessun danno. Penso che abbiamo le condizioni ora per riformare il sistema profondamente.