ROVERETO - Confronto serrato nel Pd

La campagna elettorale delle primarie del Pd è entrata nel vivo. Ieri sera i tre candidati alla segreteria, le roveretane Elisa Filippi e Giulia Robol e il trentino Vanni Scalfi hanno discusso a lungo, interrogati anche da diversi giovani presenti in una sala dell'Urban center piena in ogni ordine di posti, sul futuro del Partito democratico e del Trentino.
"L'Adige", 1 marzo 2014

Elisa Filippi ha insistito sui suoi temi forti, dai temi ambientali e l'energia alla scuola e l'istruzione, dall'innovazione all'Europa. Giulia Robol ha messo maggiormente l'accento sulla necessità della costruzione di un partito forte, ma preliminarmente ha voluto mettere in evidenza la vicenda delle indennità d'oro, come una questione etica ineludibile e ha annunciato che probabilmente tutti e tre i candidati faranno una iniziativa comune per segnare una forte differenza su una questione che sta creando forte indignazione nei cittadini.
Su questo punto, Scalfi ha insistito sottolineando il suo ruolo da politico, che però svolge a titolo gratuito e volontario, visto che è pure coordinatore cittadino di Trento, mentre altri dovrebbe vergognarsi per le cifre raccolte in questi anni. È stato tutto sommato un dibattito sereno, ma intenso.
Nessuna polemica tra i tre candidati, seppure le differenze siano apparse visibili a tutti. Ma tutti e tre hanno esibito l'orgoglio del Pd e l'intenzione di lavorare per rafforzare un'organizzazione politica che è al governo oltre che in Provincia anche in numerose città e paesi trentini. 
Elisa Filippi ha anche voluto insistere sul tema dell'Europa e della Regione, come area di confine che può anche essere un esempio e vorrebbe, se eletta, convocare una conferenza programmatica con il Pd di Bolzano, oltre a volere aprire un'«operazione ascolto» con le categorie. Per Giulia Robol bisogna lavorare perché la politica recuperi la fiducia della gente, nonostante gli scandali e le cifre («stratosferiche») delle indennità dei consiglieri provinciali. Scalfi vuole uscire dalla subalternità del Pd nei confronti del leader provinciale. Prima Dellai, ora il Pd corre lo stesso rischio con Ugo Rossi. Poi c'è stato il via alle domande, incalzanti, del pubblico, un po' in stile americano.
Prima con sei giovani delle diverse liste che hanno chiesto lumi sulle Comunità di Valle, i rapporti con gli immigrati, la scuola, l'Europa, i rapporti con l'Upt. Domande brevi, ma tutto sommato grandi e inevitabili sulle grandi questioni. Pochi, anzi quasi nulli, i riferimenti nazionali sia di partito sia alla politica in generale e tantomeno al neonato governo Renzi. Il 16 marzo, con il voto dei cittadini che si recheranno alle urne, avremo il responso.