#VITALIZI - Taglio dei costi della politica, la proposta del Gruppo provinciale PD

Il vitalizio, fino alla scorsa legislatura, era un diritto che la politica riconosceva a sé stessa: chi faceva almeno due legislatura era beneficiario di un assegno mensile che andava ben oltre la quota versata sul fondo previdenziale. Negli anni è dunque aumentato il numero delle persone “aventi diritto” e di conseguenza il fondo regionale che andava a garantire questo “diritto”, raggiungendo somme complessive astronomiche.
Trento, 1 marzo 2014

Questo sistema era profondamente iniquo e non era sostenibile oltre.

Per superarlo nella scorsa legislatura abbiamo condiviso la necessità di una riforma complessiva che potesse modulare in senso più sobrio l’indennità dei consiglieri e nel contempo passasse al sistema previdenziale contributivo. E’ stata abbassata l’indennità, cancellata la diaria, cancellato il vitalizio.


Oggi, per effetto di quella riforma, un consigliere provinciale percepisce una indennità netta di 5.400 euro al mese per dodici mesi e versa i contributi previdenziali con le modalità di ogni lavoratore dipendente. Queste indennità sono dunque oggi fra le più basse d’Italia.

Per chiudere con il passato e dunque con il sistema dei vitalizi, si è pensato di liquidare questo fondo e di conseguenza i cosiddetti “aventi diritto”, secondo il metodo della indicizzazione.

Il fatto di svuotare il fondo ha originato lo scandalo di questi giorni, con liquidazioni da capogiro del tutto insostenibili e iniqui, se messe a confronto con la vita reale dei cittadini.

Qualche giorno fa, durante la seduta del Consiglio Regionale, come PD, riferendoci ai vitalizi e alle liquidazioni, abbiamo parlato senza mezzi termini di “fine scandalosa di una privilegio scandaloso”.  Abbiamo anche aggiunto che sentiamo il dovere di riportare sobrietà e dignità nella politica. Ribadiamo dunque la ferma intenzione di rivedere ancora profondamente questo meccanismo, in tempi celeri, insieme a tutto il Consiglio regionale.

Questa la nostra proposta concreta, che inoltriamo al presidente Moltrer e ai capigruppo del consiglio regionale, con l’intenzione di chiarire la nostra posizione e nella volontà di ascoltare le proposte altrui:

1)      fine del vitalizio per chi ha maturato questo privilegio prima della quattordicesima legislatura. Superamento del concetto di “diritto acquisito” e affermazione del principio che è equa una pensione frutto di quanto effettivamente versato; chi vorrà opporsi si prenderà la responsabilità individuale di fare ricorso;

2)      congelamento delle quote del Fondo Family non ancora liquidate (31.665.000,00 euro) e contestuale destinazione di queste risorse a favore delle emergenze sociali;

3)      revisione del sistema pensionistico contributivo per i consiglieri in carica, al fine di contenere gli effetti che le somme versate produrranno in termini di pensione;

Vogliamo porre rimedio subito alle storture del passato, recente e remoto: dobbiamo e vogliamo farlo, per dignità ed orgoglio personale ed istituzionale, per dimostrare ai cittadini e a noi stessi “che il denaro non avrà la meglio su di noi, sui nostri ideali”.

LEGGI IN PROPOSITO:

- Il Pd: norma retroattiva, sfidiamo i ricorsi. Il gruppo democratico anticipa Rossi: "Contributivo per tutti, fondo family bloccato". Robol e Scalfi:dare i soldi al sociale, A. Papayannidis, "Corriere del Trentino", 2 marzo 2014