Il Pd: stop al tabù dei diritti acquisiti

TRENTO C’è la “pasionaria” sudtirolese Eva Klotz, che pur auspicando ora nuove norme, si difende dietro alla riforma di due anni fa: «Per me era prioritario ridurre i vitalizi e per questo ho approvato in piena coscienza il disegno di legge. Noi non conoscevamo gli importi, fino a quando non sono arrivati gli importi sui nostri conti correnti».
"Trentino", 28 febbraio 2014

E c’è chi invece, come il capogruppo del Pd Mattia Civico, lo dice a chiare lettere: «Quella di questi giorni è la fine scandalosa di privilegi scandalosi accumulati negli anni, che sarebbero andati avanti per altri venti o trent’anni nel silenzio. Altro che 90 milioni di euro. Ma è chiaro che nel chiudere questa stagione emerge quello che c’è sotto. Abbiamo fortemente condiviso la proposta ai capigruppo di lavorare insieme in maniera solida, per intervenire sulla dimensione emersa in questi giorni, perché credo che oggi ragionare in termini di diritti acquisiti sia anacronistico». Non potevano mancare, negli interventi sulle dichiarazioni programmatiche di Rossi, accenni alla questione pensioni d’oro. Non fosse altro perché lo tesso neopresidente vi aveva fatto riferimento: «Se si è fatto molto circa il futuro - ha detto - i cittadini non comprendono perché per il passato siano previsti trattamenti come quelli che abbiamo visto in questi giorni».

Hans Heiss, dei Verdi altoatesini, non è stato meno esplicito di Civico: «Abbiamo tagliato un grande mostro, ma ci è rimasto un piccolo mostro», ha detto a proposito della riforma del 2012 portata avanti dall’allora presidente del Consiglio regionale Rosa Thaler e dei suoi effetti. «Abbiamo visto come molti cittadini siano indignati, anzi arrabbiati per i vitalizi. Ci impegniamo a portare avanti in questo ambito degli interventi che non siano solo parole, ma azioni concrete. L’azione della presidente Thaler ha ridotto gli sprechi, ma ha avuto un esito catastrofico al quale noi dobbiamo rimediare».

Tutti interventi ai quali i consiglieri trentini del Movimento 5 Stelle Filippo Degasperi e Manuela Bottamedi, assieme all’altoatesino Paul Köllensperger, assistevano attoniti: senza la loro interrogazione di una settimana fa, infatti, difficilmente la situazione sarebbe emerga nella sua gravità costringendo il presidente Moltrer, consapevole della bomba che aveva tra le mani, a convocare addirittura una conferenza stampa per illustrare tutte le cifre. E la stessa Bottamedi lo ha polemicamente sottolineato nel suo intervento: «Se non avessimo sollevato noi la questione, nessuno dei consiglieri che ora sta ricevendo quelle cifre avrebbe osato farlo. E ora dovremmo credere a Rossi che annuncia nuove norme per sanare la situazione? La verità è che questo stato di cose stava bene a tutti. Solo noi abbiamo restituito metà delle indennità e rinunciato a quelle aggiuntive e ai rimborsi elettorali».

Per Maurizio Fugatti (Lega Nord) «chi ha fatto la riforma deve assumersi le proprie responsabilità». Quali? Lo dice bene l’altro consigliere dei Cinque Stelle Filippo Degasperi, secondo cui «per chi ha a cuore la nostra autonomia, non c’è che da complimentarsi con chi ha votato la legge 6 del 2012 che credo abbia dato il colpo di grazia alla credibilità della classe politica trentina».

E sempre a proposito della riforma di due anni, Pius Leitner dei Freiheitlichen ha chiesto un’indagine da parte della Conte dei Conti per vedere se effettivamente c’è stato un risparmio. «Niente demagogia» ma «massima disponibilità» a discuterne dall’altro leghista Claudio Civettini, che un po’ arditamente ha aggiunto che «non dobbiamo essere misurati per i percorsi dell’economia personale, ma per come sappiamo scaricare sul territorio le nostre risorse». Alla fine un po’ di speranza in chiave cambiamento è venuta dal capogruppo della Svp Dieter Steger: «Per il futuro vorremmo adeguare le pensioni a quelle dei dipendenti statali. E vorremmo un adeguamento retroattivo delle disposizioni esistenti. È una vergogna e dovremo imboccare una strada equa che non sia caratterizzata da populismo. Sarò contento se tutti i gruppi lavoreranno insieme. E la questione va risolta quanto prima». 


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"Sistema scandaloso, per noi niente privilegi. I nuovi consiglieri decisi: giusto cambiare subito", A. Conte - D. Battistel, "L'Adige", 28 febbraio 2014

Tutti d'accordo o quasi i consiglieri regionali: il trattamento economico degli ex è uno scandalo. E va cancellato, o quanto meno ridotto.Ieri mattina in Consiglio regionale non si parlava d'altro. Da destra a sinistra, tanto la maggioranza quanto l'opposizione, condividevano l'esigenza di procedere al più presto ad un'ulteriore modifica dei vitalizi e dei ricchi assegni ricevuti giusto giusto la settimana scorsa.

«La verità è che le liquidazioni dei giorni scorsi sono soltanto la coda ingiustificabile di un sistema ingiustificabile» taglia corto  Alessio Manica, Pd, ex sindaco di Villa Lagarina, in Provincia dallo scorso 27 ottobre. «Probabilmente quando questo sistema è stato creato nessuno ha detto nulla perché la situazione economica generale era diversa. Ciò non toglie che fosse scandaloso già allora, anche perché, tanto per dire, permetteva l'accumulo tra la pensione professionale e il vitalizio mentre ora io, per fare un esempio, per questa legislatura dovrò pagarmi di tasca mia i contributi per il mio lavoro, come è giusto che sia». Manica è convinto che una buona riforma potrebbe essere quella in vigore anche per i nuovi consiglieri: una rendita di circa 777 euro al mese per ogni legislatura fatta (in realtà per due legislature sono 1.396), a partire dal compimento dei 65 anni. «Per quanto ci riguarda credo che il sistema sia sostenibile ed equo: abbiamo un'indennità ridotta rispetto al passato, sono stati tagliati i fondi ai gruppi, ci paghiamo i contributi».

Un altro ex sindaco come l'autonomista  Walter Kaswalder, premette: «Sono stufo di dovermi vergognare per gli altri». Per questo condivide il ragionamento del primo cittadino di Trento Alessandro Andreatta che ( l'Adige  di ieri) faceva notare come un sindaco di un capoluogo prende meno di un consigliere provinciale, non ha vitalizi ma ha più responsabilità. «Sarebbe giusto dare ai consiglieri una buona indennità durante il mandato e poi basta». Per quanto riguarda gli ex propone di concedere sì la restituzione dei contributi versati rivalutati, «ma solo di quelli effettivi e non di quelli figurativi».

Una riforma la proporrà anche  Giacomo Bezzi  di Forza Italia in modo che il sistema tenga conto anche di chi, come lui, in passato ha già fatto mezza legislatura. «A me - spiega - sono stati restituiti i contributi versati ma credo che sarebbe giusto che io possa riversarli per cumularli con quelli di questi 5 anni. Per il resto credo che per i vitalizi del passato si debba porre un limite attorno ai 2.500 - 3 mila euro e togliere le quote del fondo family».

Infastidito dal clamore delle notizie e delle cifre apparse in questi giorni sul giornale è invece  Nerio Giovanazzi  (che ha incassato nei giorni scorsi 346 mila euro e che avrà diritto a riscattare altri 490 mila euro in 4 rate a partire dal 2018). «C'è un dibattito in corso - afferma - e non credo di dover dire nulla fuori dalle sedi istituzionali, anche perché il problema è stato esasperato».

L'assessore  Mauro Gilmozzi  non ha dubbi nel definire «iniquo» il vecchio sistema. «Io faccio parte della classe politica che ha tolto certi privilegi. Ora c'è l'impegno del presidente Rossi per modificare ancora il sistema, ma in mezzo ci sono tanti problemi di natura giuridica che non so se saranno semplici da superare».

«A leggere certe cifre - interviene in suo compagno nell'Upt  Mario Tonina  - mi immedesimo nelle persone normali che certamente non possono darsi spiegazioni su quanto leggono. E fa specie che qualcuno come Eva Klotz dichiari che non sapeva che avrebbe ricevuto un trattamento economico simile (liquidazione da oltre 1,1 milioni, ndr). Se è così, che li restituisca». Tonina dice di avvertire personalmente la difficoltà di essere un politico al giorno d'oggi «pur senza aver mai partecipato a queste generose elargizioni». Poi aggiunge: «Secondo me chi fa politica lo deve fare per atto di servizio e generosità, non solo per il proprio tornacconto economico come qualcuno evidentemente ha fatto».Infine sottolinea un aspetto che nessuno, prima, aveva affrontato: «Con questo sistema mettiamo a rischio l'autonomia, perché come si fa in questo momento a difendere un modello palesemente ingiusto? Bisogna intervenire pesantemente sui vitalizi, anche per recuperare la credibilità e la fiducia della gente nella politica».

Nel suo intervento nel dibattito sull'elezione del presidente della Regione il capogruppo del Pd  Mattia Civico  ha affrontato di petto la questione: «La questione dei costi della politica di questi giorni ci riguarda da vicino sia come persone sia come istituzioni. Le cifre che abbiamo visto rappresentano la fine scandalosa di un privilegio scandaloso. Sono privilegi accumulati negli anni che sarebbero andati avanti nel silenzio generale con costi superiori ai 90 milioni di euro attuali». Per questo Civico ha chiesto alla Regione di agire anche sul passato spiegando di «ritenere anacronistico ragionare di diritti acquisiti, pensando a ciò che accade fuori dall'aula del consiglio regionale. Occorre riportare sobrietà e dignità alla politica». Di peso politico anche l'intervento di  Dieter Steger , della Svp, che ha chiesto di «adottare in via retroattiva per il passato il sistema contributivo» e di «fare in fretta la riforma dei trattamenti pensionistici per recuperare credibilità». 

Sulla difensiva  Eva Klotz. La pasionaria sudtirolese infatti ha detto «di non aver saputo dell'entità delle somme restituite fino a che non sono state accreditate». E di sostenere una riforma dei vitalizi ma solo «se si riuscirà a farla assieme a tutti». Sulla prima affermazione è stata contestata da  Brigitte Foppa   dei Verdi che le ha detto: «Non vi siete comportati da buoni padri di famiglia, non avete pensato alle generazioni future quando avete varato le norme sui trattamenti pensionistici».