«Bisogna creare una banca territoriale che occupi lo spazio tra il credito cooperativo e le grandi banche». La sua idea Alessandro Olivi, assessore all'industria, la sua idea di una banca trentina l'ha presentata ieri alla seconda commissione del Consiglio provinciale, assieme alle linee delle politiche della giunta per lo sviluppo."L'Adige", 21 febbraio 2014
Un quadro d'insieme che va dal credito (la creazione del Fondo strategico e la necessità di trasformare il Mediocredito in una corporate territoriale), al riassetto di Trentino Sviluppo e dell'Agenzia del lavoro, agli sgravi fiscali su Irap (che nel caso le aziende incrementino del 10% l'occupazione può arrivare anche al 60%) e Tasi.Misure pesanti dal punto di vista finanziario, ha ricordato Olivi, basti pensare che per il taglio dell'Irap la Provincia rinuncerà ad un gettito di 110 milioni su un totale di 220, e che per la dotazione del Fondo strategico (che partirà nel terzo trimestre di quest'anno) dalle casse di piazza Dante usciranno 75 milioni.Rispondendo agli interventi di Diego Mosna («più che una serie di interventi servirebbe una misura fiscale decisa«), di Claudio Civettini della Lega («le aziende sono in difficoltà per la burocrazia, costo dell'energia e il costo del lavoro») e del grillino Filippo Degasperi, l'assessore ha affermato che l'azione della Provincia, in attesa della delega fiscale, è limitata. «Lo sviluppo non può dipendere solo dalle politiche della Provincia - ha detto -. Se l'Italia non farà le riforme, se non ci sarà una conversione delle politiche economiche europee, la giunta da sola non potrà determinare il successo o no delle aziende presenti sul nostro territorio».Olivi ha ricordato come sul piano fiscale la Provincia possa agire su Irap e Tasi, mentre il costo dell'energia è legato a norme che non tengono conto delle realtà territoriali e sul piano del costo del lavoro «se non si sgretola il macigno rappresentato dai 2 euro e mezzo di tasse per ogni euro di stipendio non c'è nulla da fare».L'assessore ha poi ddedicato un passaggio anche Trentino Sviluppo che - per Olivi - deve cambiare diventando sempre di più un'azienda che passa dai tradizionali strumenti d'intervento al service per favorire aggregazioni d'impresa e filiere. Da potenziare, concentrandolo in Trentino sviluppo e a favore anche delle Pmi, il servizio di internazionalizzazione oggi diviso tra troppi soggetti dalla Camera di commercio alle organizzazioni di categoria. Per quanto riguarda il ritorno ad una Trentino Marketing indipendente (soluzione caldeggiata da Piero Degodenz dell'Upt) Olivi ha detto che «non si deve buttare via l'idea di una visione dello sviluppo dell'intero territorio. Io sono convinto che un'impresa artigiana può trovare nell'identità del territorio un'occasione di marketing. Inoltre alcune attività di filiera dovrebbero avere una regia unica».
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