SOLIDARIETA' - «Un modello che va riformato»

«Non intendo dare nulla di scontato nè ereditare qualcosa di cui non mi possa assumere pienamente la responsabilità». Non la nomina mai, ma è chiaro fin dalle sue prime parole che Sara Ferrari, neo assessore alla cooperazione internazionale, vuole segnare un distacco netto, tangibile rispetto agli ultimi cinque anni di assessorato, retto da  Lia Beltrami .
"L'Adige", 19 febbraio 2014


«Intendo dare un'impronta mia all'assessorato. Per questo, dopo il piano di ascolto delle 274 associazioni trentine che lavorano nella cooperazione internazionale, predisporremo un piano di legislatura». 

Assessore, la decisione del neo dirigente del Dipartimento Emigrazione e solidarietà internazionale Sergio Bettotti di revocare contributi per 640 mila euro e la conseguente indagine della procura, segnano un cambio di rotta rispetto al passato. Guardi, rispetto ai fatti contestati non posso che dire bene del lavoro fatto dalla nostra struttura. Gli uffici hanno fatto le loro verifiche e deciso di revocare i contributi con successiva segnalazione alla magistratura. Significa che i controlli non vengono fatti solo sulle rendicontazioni ma di persona. 

Lei sta facendo un'operazione di ascolto delle associazioni. Vuole stravolgere il sistema? In questo momento le associazioni ci aiutano a vedere luci e ombre di come era stato organizzato il sistema in passato e ci danno idee su come fare cooperazione allo sviluppo. 

Cosa va migliorato? Pesa a tutti la difficoltà di rendicontare perché non è facile in certi paesi avere certificazione dei lavori eseguiti. Per noi, però, sono elementi fondamentali per concedere i contributi. Molte volte le nostre associazioni partono con grande entusiasmo, poi si trovano costrette ad avere a che fare con una procedura precisa e a dover appoggiarsi a commercialisti per seguire la parte burocratica. 

Cosa cambierà con il nuovo piano? Alla luce dei risultati degli incontri faremo le nostre valutazioni. Per l'estate saremo pronti con il piano che potrebbe contenere anche la revisione dei criteri con i quali stendiamo i bandi per sostenere le associazioni. La chiave è quella di ragionare in modo che queste operazioni siano funzionali ad aprire relazioni del Trentino con il resto del mondo affinché possono portare dei vantaggi per il nostro territorio.
Non voglio dare giudizi affrettati, ma se emergesse che i criteri sono da rafforzare lo faremo.