PRIMO CONFRONTO TRA I CANDIDATI - rassegna stampa

- "Il Pd si impegni di più sullo sviluppo". Filippi: meno burocrazia e soldi alla scuola. Robol: "Renzi, rischio accentramento". Scalfi: "No ai capibastone", S. Voltolini, "Corriere del Trentino",16 febbraio 2014

- Soldi ai politici, la base del Pd sferza i candidati. Nel mirino il superbonifico di fine mandato ai consiglieri. Gilmozzi: "Cittadini schifati". Al primo confronto disagio e critiche alle mosse di Renzi sul governo, C. Bert, "Trentino", 16 febbraio 2014



Due temi irrompono nel primo confronto fra i tre candidati alla segreteria del Pd trentino - Giulia Robol, Elisa Filippi e Vanni Scalfi - ieri pomeriggio al Palazzo della Regione, e danno il polso degli umori della base democratica. Il primo è la crisi di governo, l’affossamento di Letta e la corsa di Matteo Renzi verso Palazzo Chigi, un passaggio che la maggior parte degli elettori non capisce e non approva.

Il secondo sono i costi della politica: questione tornata di attualità nei giorni scorsi di fronte al doppio bonifico ricevuto dai consiglieri provinciali a fine legislatura: 210 mila euro di restituzione dei contributi versati al Fondo pensione e 68 mila di indennità di fine mandato.

Partiamo da qui, perché da qui è partito il coordinatore uscente Italo Gilmozzi, ieri ringraziato da tutti i candidati per il clima che ha saputo costruire in sette mesi, da traghettatore del Pd, dopo la clamorosa sconfitta alle primarie per la presidenza della Provincia. «Smettete di parlare dei costi della politica fin quando non si fa qualcosa di concreto - ha detto Gilmozzi rivolgendosi ai tre candidati - i cittadini sono schifati da quello che hanno letto in questi giorni sui giornali». In sala scatta l’applauso. E il tema torna ancora, in una delle prime domande del pubblico: «Ero un iscritto al Pd, ma non so se vi voterò ancora. Io 280 mila euro riesco a metterli insieme in 10 anni di lavoro. Non ho sentito il Pd dire “ci siamo sbagliati, rimediamo”».

Vanni Scalfi confessa di provare grande imbarazzo, così come di fronte «a certe consulenze d’oro ventilate per dirigenti provinciali in pensione» (i 240 mila euro proposti - e bocciati - per Paolo Spagni a Trentino Sviluppo, ndr): «Io sono per un taglio dai parlamentari ai consiglieri circoscrizionali, partendo dai più alti. E alle primarie del 16 marzo propongo di dare un primo segnale: agli elettori non chiediamo neanche un euro».

Per Giulia Robol «serve una classe politica che soffre come i cittadini perché il politico ha una responsabilità in più». «Qualcosa è stato fatto - dice - i vitalizi sono stati aboliti, ma non è sufficiente. Io non sono per i tagli lineari, si tagli a seconda delle responsabilità».

Disagio anche per Elisa Filippi, che sulla questione aveva subito preso posizione: «Si può e si deve fare di più. Quando ho visto a confronto, sul giornale, i bonifici ai consiglieri e i tagli alle cooperative sociali, mi sono detta che qualcosa non torna». La sala si anima quando l’argomento cade sull’attualità, la caduta del governo Letta per mano del Pd e di Matteo Renzi. «Uno spettacolo che richiama i momenti peggiori della Prima Repubblica», lo bolla Scalfi conquistando l’applauso. «Cosa significa cambiare rotta se hai gli stessi compagni di viaggio? Meglio era approvare la legge elettorale e andare a votare». «Speriamo sia l’ultima volta», confessa Giulia Robol, «non amo un Pd che fa killeraggio dei suoi leader, serve rispetto per le persone. Ho votato per Renzi ma per diventare premier gli serviva la legittimazione delle urne».

Difende invece la «responsabilità di rischiare» Elisa Filippi, pur ammettendo che «è un momento difficile dal punto di vista umano prima ancora che politico». Ricorda i «molti errori del governo Letta» e dice: «Le cose possono cambiare perché cambieranno i rapporti di forza interni e cambierà la squadra di governo». Al popolo Pd non resta che sperare. Sul piano locale, Scalfi si è candidato con un discorso critico nei confronti della gestione del partito di questi anni: «La logica di corrente ha premiato più la fedeltà della competenza. Il Pd è stato spesso assente, la segreteria dovrà avventurarsi sul territorio».

A Scalfi, contrario ai doppi incarichi, Robol ha risposto rivendicando che «l’esperienza messa in campo nelle istituzioni è fondamentale» e ha proposto un Pd non slegato dal nazionale ma «orgoglioso del suo percorso autonomo». Diverso l’approccio di Filippi, che ha puntato più sui programmi che sul partito: «Il compito del Pd è far emergere una vocazione di sviluppo per il Trentino che parte da ambiente e conoscenza. Centri di ricerca, mobilità sostenibile, energie rinnovabili». E ha lanciato tre campagne di ascolto della base, su Europa, scuola e lavoro.
 

- Il Pd promette: giù i costi della politica. Filippi, Robol e Scalfi d'accordo: "Si deve fare molto di più", L. Patruno, "L'Adige", 16 febbraio 2014

Taglio ai costi della politica: il Pd del Trentino promette di fare di più. Chiunque fra  Lucia Filippi, Giulia Robol  e  Vanni Scalfi  diventerà il nuovo segretario del Pd del Trentino, metterà tra le priorità delle azioni del partito la riduzione delle indennità e degli altri privilegi di cui gode la classe politica ad ogni livello.

Lo hanno annunciato in coro ieri pomeriggio a Trento, nella sala della Regione, i tre candidati a guidare il Pd trentino nel primo dibattito pubblico della campagna per le primarie del 16 marzo rispondendo alla domanda di un elettore scandalizzato dagli assegni esorbitanti di  70 mila  euro di Tfr ricevuti in questi giorni da tutti i consiglieri regionali (sia di Trento che di Bolzano) della scorsa legislatura a cui si sono sommati altri  210 mila  euro per gli eletti la prima volta nel 2008 (solo 5 anni di legislatura) che hanno ottenuto di farsi restituire gli accantonamenti per il vitalizio perché i vitalizi sono stati aboliti.

«Questo dei costi della politica - ha esordito Giulia Robol, assessore comunale a Rovereto - deve essere un tema simbolo della classe politica che condivide le difficoltà che il Paese sta vivendo. Qui da noi i vitalizi non ci sono più, ma quanto fatto non è sufficiente».

Il coordinatore del Pd di Trento, Vanni Scalfi, ha ricordato i contenuti della sua mozione al riguardo: «Io propongo di fissare una percentuale di riduzione dei costi della politica che valga per tutti i livelli, dai parlamentari ai consiglieri provinciali e a quelli circoscrizionali». E ha aggiunto di augurarsi che il partito decida di rinunciare a chiedere i 2 euro per gli elettori che andranno a votare il 16 marzo alle primarie.

Per Elisa Filippi sulla capacità di ridurre questi costi sta «la credibilità della politica».«Io -ricorda Filippi che aveva firmato un comunicato sulla questione - ho preso subito posizione quando è uscita la notizia dell'indennità di fine mandato dei consiglieri, che strideva con la notizia accanto dei tagli alle cooperative sociali. La riduzione della spesa per la politica è necessaria anche per avere le risorse per altre necessità. In Trentino sui costi della politica si è fatto ma non siamo i migliori d'Italia e si può andare molto, ma molto più avanti».

In apertura del dibattito anche il coordinatore provinciale del Pd,  Italo Gilmozzi , aveva toccato l'argomento dicendo: «I trentini sono schifati da quello che hanno letto sui costi della politica: è vergognoso e il Pd deve farsene carico». Prima di dare voce alle domande dei presenti - erano molti nonostante l'incontro fosse stato organizzato nel primo pomeriggio - i tre candidati hanno spiegato i punti centrali delle rispettive mozioni congressuali.

In base a un sorteggio ha cominciato  Vanni Scalfi , molto critico rispetto alla guida del partito negli ultimi quattro anni e anche sul ruolo del Pd in giunta provinciale. «Dobbiamo andare oltre - ha detto - gli ultimi 4 anni di gestione collegiale, che sono stati quattro anni di assenza del partito, una mancanza del partito che si è sentita a livello provinciale, dove sarebbe servita una maggiore capacità di gioco di squadra».

L'obiettivo di  Giulia Robol  è invece quello ridare al Pd il protagonismo che è mancato nell'era Dellai. «Abbiamo una responsabilità forte verso i nostri tanti elettori - ha detto - non dobbiamo avere un atteggiamento subordinato verso il nuovo presidente, ma essere forza propulsiva della maggioranza».

Anche  Elisa Filippi  ha insistito su un Pd che abbia «capacità di visione e di promuovere uno sviluppo che parta dalle vocazioni di questo territorio, che sono l'ambiente e la conoscenza, puntando su lavoro, scuola ed Europa». E ha insistito sul «nuovo paradigma di un Pd che dà voce ai cittadini e agli iscritti con "campagne ascolto" e soprattutto poi non disattende quello che promette di fare».