Il futuro del governo Letta è nelle mani del Partito democratico e del suo segretario Matteo Renzi, che oggi dovranno decidere cosa rispondere al programma «Impegno Italia» di rilancio dell'esecutivo, presentato ieri in contropiede dal presidente del consiglio, Enrico Letta, nell'estremo tentativo di resistere all'ormai palese intenzione di Renzi di prendere il suo posto.L. Patruno, "L'adige", 13 febbraio 2014
La situazione preoccupa non poco i parlamentari trentini della maggioranza e anche il presidente della Provincia, Ugo Rossi , che non valuta positivamente questa ipotesi di «staffetta», perché risulta poco comprensibile e crea «disorientamento».«Io sono molto preoccupato; - esordisce Rossi - con Letta, per quanto la situazione sia difficile, abbiamo un interlocutore che ci conosce bene. Dal punto di vista dell'assetto dello Stato, invece, su quello che ha in mente Renzi non c'è ancora chiarezza. Oltre a questo, va detto che nel momento in cui cambia un governo, si hanno interlocutori diversi e quindi è un po' un dover ricominciare tutto da capo, con la trattativa che abbiamo avviato, anche se la legge di stabilità è quella e vale per tutti».Ma è soprattutto la situazione politica che non convince Rossi e anche questa mossa di Renzi, se oggi andrà fino in fondo nella sua volontà di rimpiazzare Letta al governo. «Si fatica a comprendere questo approccio - osserva Rossi - in un momento in cui sembrava esserci una direzione di marcia, si sentiva l'esigenza di stabilità e fino a tre settimane fa Renzi diceva di volere la legge elettorale e le riforme istituzionali: ora non si capisce se il processo avrà un'accelerazione o si ferma. Ora è disposto a fare il premier senza la legittimazione più forte del passare dalle elezioni, devo confessare che un po' di disorientamento c'è».L'ex governatore della Provincia, oggi capogruppo di «Per l'Italia» alla Camera, Lorenzo Dellai, che è legato da amicizia personale con Letta, ieri mattina ha incontrato il presidente del consiglio prima che vedesse Matteo Renzi e descrive quel momento come molto triste, ma parla anche di un premier deciso a vendere cara la pelle. E, infatti, ieri sera Letta ha annunciato il suo programma «Impegno Italia» di rilancio del governo che propone a tutte le forze politiche della maggioranza, il suo partito compreso. Se oggi la direzione del Pd dirà che preferisce Renzi a lui dovrà bocciare la sua proposta. Dellai ha subito espresso sostegno al premier: «Il discorso del presidente Letta è stato serio e onesto. Ha indicato una prospettiva credibile e coerente con le attese delle famiglie e delle imprese italiane, anche su punti da noi ritenuti fondamentali. Tocca ora ai partiti della maggioranza, e in primo luogo al Pd, assumersi le proprie responsabilità: assicurare sostegno a questa prospettiva oppure indicare con altrettanta chiarezza e onestà contenuti e prospettive politiche alternative».Il deputato trentino Michele Nicoletti, che oggi sarà in direzione l'ultima cosa che avrebbe voluto è trovarsi di fronte «alla scelta tra due premier del Pd».«In tutta questa situazione - dice Nicoletti - non c'è nessuna logica. Prima Renzi diceva di essere un convinto sostenitore del governo Letta e diceva che sarebbe diventato premier solo dopo le elezioni, ora è cambiato tutto e sembra determinato a fare il premier. La cosa che ci stiamo chiedendo in queste ore è se riusciremo a fare capire all'esterno quello che sta succedendo. Io mi auguro che in direzione Pd non si vada al voto, ma che si riesca a trovare una composizione fra Letta e Renzi per una soluzione in extremis».«L'argomento che usa Renzi - spiega Nicoletti - è che per fare le riforme istituzionali che stiamo attendendo da decenni serve un governo forte e Renzi è l'uomo più forte che il Pd oggi può spendere. Ma è chiaro che, ad esempio, sul fronte delle politiche economiche non possiamo aspettarci che domani, con Renzi al governo, la situazione possa cambiare. La ripresa c'è ma non è ancora una ripresa occupazionale e non dobbiamo nasconderci che le risorse per attuare il Jobs Act sono limitate».Il senatore del Patt, Franco Panizza, dà per scontato che non ci sia più nulla da fare per il premier Letta, nonostante il suo estremo tentativo di rilanciare il suo governo ieri, e già guarda a Renzi. «All'interno del Pd - dice il senatore autonomista - non possono esserci due leader, uno politico e l'altro amministrativo. Il governo è indebolito e penso che Renzi voglia assumere la leadership anche per fare chiarezza in una situazione che non lo era. Ormai da settimane Renzi dettava le condizioni al governo e questo era difficile da reggere per Letta e anche per gli altri partiti della maggioranza».
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