«Servono altri tagli alle indennità»

TRENTO Nel silenzio ieri delle forze politiche sul tema, si segnala la sola reazione di Elisa Filippi, candidata alla segreteria provinciale del Pd, che approfitta dell’occasione per ribadire che la partita dei tagli ai costi della politica non è chiusa, anzi: «Si può e si deve fare di più», afferma infatti in una nota.
"Trentino", 12 febbraio 2014


«Le notizie relative alle indennità di fine mandato dei consiglieri della precedente consiliatura ci ricordano che quanto fatto fino a oggi è una buona partenza ma non ancora sufficiente - sostiene - nella difficile situazione che stiamo affrontando, per la quale vengono messi a rischio importanti servizi legati allo stato sociale, per le famiglie e per i soggetti più deboli, non è accettabile che vi siano ancora situazioni di privilegio».

Secondo l’esponente del Pd, «per essere credibili e dare un segnale concreto nei confronti dei cittadini, la politica deve essere sobria ed efficiente. È un dovere dare il buon esempio. Il Pd del Trentino per il quale mi candido alla segreteria dovrà impegnarsi ulteriormente nel corso dei prossimi anni, partendo da un monitoraggio accurato dell’intero sistema di finanziamento della politica provinciale, per verificare quali ulteriori ridimensionamenti possano essere intrapresi, a cominciare appunto dall’indennità di fine mandato».

Amaro il commento di Giampaolo Mastrogiuseppe, segretario della Funzione pubblica della Cgil: «È inaccettabile che in un periodo di sacrifici lacrime e sangue imposti da questa stessa classe dirigente si possa assistere alla riproposizione di privilegi incomprensibili a tutti tranne quelli che ne beneficiano. Bonus supergenerosi elargiti a loro stessi da coloro che chiedono ed impongono sacrifici ad altri. Norme che per i comuni lavoratori non valgono affatto, neanche per cifre molto meno consistenti. Per non parlare dei lavoratori oggetto dell'articolo della pagina accanto. Lavoratori impegnati nel settore più delicato della società e che, invece di essere insigniti del titolo di Cavaliere del Lavoro, vedono a rischio il proprio lavoro(già pagato malissimamente) a causa del taglio dei finanziamenti pubblici deciso da chi guadagna 11 mila euro al mese e si eroga un bel bonus da 280 mila. Avanti così per spianare definitivamente la strada all'antipolitica».

Di “beffa della casta” parlano invece i sindacati di base Usb e Sbm: «Questo bonus erogato ai consiglieri dimostra come, al di là delle intenzioni dei singoli, il taglio delle indennità altro non era che uno specchietto per le allodole atto a nascondere i veri privilegi di questa casta autonomista, pronta a fare barricate quando qualcuno contesta l’autonomia, ma nell’agire quotidiano usa gli stessi comportamenti in essere nelle altre regioni a statuto ordinario. Salvo la dichiarazione di un anonimo consigliere, la casta fa finta di niente e guarda da un’altra parte convinta che, salvo qualche protesta, come sempre alla fine anche questa scandalosa elargizione cadrà nel dimenticatoio».