Pd, i candidati si dividono sulle Comunità

Dopo le presentazioni dei giorni scorsi, ecco le mozioni. I tre candidati alla segreteria del Pd - Vanni Scalfi, Elisa Filippi e Giulia Robol - hanno depositato i loro documenti programmatici. Più snelli (12 pagine) quelli di Scalfi e Robol, più corposo (28) quello di Filippi. Tutti passano in rassegna i temi cosiddetti di partito, dal rapporto con i circoli e con il Pd nazionale, al ruolo degli amministratori e dei simpatizzanti, alla squadra della futura segreteria.
C. Bert, "Trentino", 10 febbraio 2014

E tutti declinano poi quelle che ritengono essere le sfide per il Partito democratico per i prossimi anni: lavoro e sviluppo, welfare, scuola, ricerca e innovazione, ambiente e sostenibilità, riforma dell’autonomia dal futuro della Regione a quello delle Comunità di valle. E proprio su quest’ultimo punto - al centro del dibattito politico alla luce della proposta di revisione della riforma lanciata dal governatore Rossi e dall’assessore Daldoss - i tre candidati evidenziano opzioni differenti.

Elisa Filippi, sotto il titolo «una Comunità autonoma, forte e leggera», parla di «una Provincia più snella concentrata nel ruolo politico–programmatorio, e Comuni più forti, attraverso un’incentivazione delle unioni e fusioni», prefigurando a regime «un assetto su due poli - Comunità autonoma (leggi Provincia) e Comuni - che tra loro possono anche darsi strutture consortili leggere.

Dunque addio agli enti intermedi elettivi così come strutturati oggi. Non lontana la proposta di Scalfi, per il quale la strada da perseguire è quella dell’«accorpamento tra Comuni, trasferendo le competenze alle unioni e alle associazioni volontarie e lasciando alle Comunità, espressione dei sindaci, il ruolo di coordinamento politico e amministrativo oltre che di gestione dei servizi pubblici sovracomunali».

Ma Scalfi insiste anche sull’ampliamento degli strumenti di «democrazia diretta che consentono agli organi rappresentativi di avere i cittadini al loro fianco nelle decisioni».

Diversa l’impostazione di Giulia Robol, che riconosce alle Comunità di valle «una valenza politica». «Il necessario ripensamento della riforma non può prescindere dalla scelta basilare tra necessità di crescita di una capacità politica e di autogoverno dei territori e ripiegamento sul vecchio schema con la Provincia centralista e Comuni frammentati e deboli». Per Robol occorrono alcune modifiche, come la riduzione delle assemblee e la flessibilità delle gestioni associate, incentivando al tempo stesso le fusioni dei Comuni.

Perché le candidature siano effettive, entro venerdì 14 febbraio le mozioni dovranno essere sottoscritte ognuna da almeno 150 iscritti al Pd. Venerdì 21 scadrà invece il termine per il deposito delle liste collegate ai candidati segretari per l’assemblea provinciale.