Il sindaco si schiera «Filippi, il mix giusto per guidare il Pd»

Il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, ha deciso di sostenere la trentenne roveretana Elisa Filippi alle primarie per il nuovo segretario del Pd del Trentino. Lo ha fatto dopo essersi confrontato anche con gli altri candidati - Giulia Robol e Vanni Scalfi - che conosce bene e di cui apprezza «la competenza, la passione e la generosità». Alla fine ha scelto Elisa Filippi perché è l'unica, secondo il sindaco, a rappresentare un «bel mix di qualità politiche e personali». 
L. Patruno, "L'Adige", 7 febbraio 2014


Sindaco Andreatta, perché pensa che tra i nomi in lizza, Elisa Filippi sia la candidata migliore per guidare il Pd trentino? Mi pare che lei possa esprimere due bei mix che mi piace evidenziare. Il primo sta nel fatto che Elisa unisce: trentinità, territorialità, enti locali e autonomia con l'orizzonte nazionale e un respiro europeo. Provo a spiegare. Lei, che che se ne dica è una « trentinaza ». È la figlia di Giacomino Filippi, di Rifondazione comunista, venuta su a pane e politica. Non è dunque improvvisata. È certamente «territoriale», parola che mi pare venga usata a sproposito, con formule - partito federato o confederato - che pochi capiscono. Io ho l'idea che un partito o è territoriale o non è. E non posso pensare che il segretario di un partito, anche se nazionale, non sia territoriale: legge il suo territorio e lo interpreta. Per lei che è trentina, figlia di trentini, molto attenta a incontrare le persone e a confrontarsi sul territorio, è senz'altro naturale. Sugli enti locali non c'è nulla da dire: ha collaborato con l'Anci (associazione nazionale comuni italiani) sia a livello nazionale che europeo e dei comuni sa davvero molto, conosce le dinamiche interne e i progetti e li ha nel cuore. Poi, anche sull'autonomia ha riflettuto e ha le sue idee di un'autonomia pronta a guardare alle eccellenze europee, come ci ha detto l'altro giorno Prodi, ad aprirsi all'esterno. 

Qual è il secondo mix di qualità che l'hanno portata a scegliere Filippi? È il mix delle sue caratteristiche personali. Elisa è una persona determinata, tenace, volitiva, ma anche una persona che ha capacità d'ascolto, pazienza, umiltà e una disponibilità a camminare insieme, che a me piace molto e la trovo molto vera. 

Ma ha l'esperienza politica per guidare un partito? Elisa Filippi da circa due anni sta lavorando molto per il Partito democratico. Ora c'è la possibilità di svolgere un servizio più grande con una responsabilità maggiore. E io penso che glielo si potrebbe consentire. Vorrei chierire anche che alle primarie nazionali del 2012, fra Renzi e Bersani avevo scelto Bersani. E nel dicembre scorso, per la prima volta non mi ero espresso pubblicamente perché non mi convinceva nessuno, anche se poi nel segreto dell'urna ho votato Renzi più per la prospettiva politica che incarnava che per la persona. Di Filippi, che ha guidato il comitato per Renzi come tutti sanno, mi è piaciuto però il modo in cui ha fatto politica da quando la conosco. Lei ha fatto le primarie per i parlamentari, arrivando seconda. Poi però c'è stata la scelta Roma, Bolzano, Trento ed è rimasta fuori. Ma in assemblea l'ho vista serena, pronta a ripartire e questo mi ha impressionato molto. Allora, la conoscevo poco e l'ho apprezzata subito. In più, non poteva neanche candidarsi alle elezioni provinciali e lei non ha detto niente, non ha chiesto deroghe, non si è lamentata. Dovrebbe essere la normalità, ma sappiamo che non è così. Adesso si mette a disposizione e il suo percorso è trasparente e leggibile. 

Pensa che queste primarie, con tre candidati di una nuova generazione, possano permettere di cambiare anche un modo di fare politica? Supererete quegli scontri fra correnti a cui si è assitito in passato? Me lo auguro. Purtroppo sia a Roma che a Trento, appena si eleggeva un nuovo segretario partiva la demolizione. Ora dico: proviamo a costruire un partito che fa un po' più di sintesi, che elabora delle idee e riflessioni su vari temi per chi è eletto in Provincia o nei Comuni. Di questo abbiamo bisogno. Spero che ci siano molte meno correnti, Renzi aveva detto che non dovevano esserci correnti. Non so se avverrà, perché resteranno sempre sensibilità diverse, ma l'importante è che ci si confronti. Le persone hanno bisogno di sapere cosa pensa il Pd di mobilità, autonomia, spending review, ambiente, turismo e tutto il resto. E spero che sia sempre un Pd aperto, non solo agli iscritti ma che sa avvicinare tutti i cittadini con il gusto di confrontarsi sulle idee. 

Ha fatto quasi scalpore il sostegno di Mattia Civico, espressione della corrente «kessleriana» a Elisa Filippi, tanto da creare disorientamento nei «pacheriani» o i «governativi» per restare negli schemi noti, intenzionati a sostenere Filippi. A lei non ha disturbato questa alleanza? Io non rinnego il passato. Il mio percorso con Pacher e tanti amministratori non cambia. Io non ho fatto accordi o alleanze con nessuno, né ho fatto calcoli personali. Quando ci si ritrova su una persona come candidata ideale le motivazioni possono essere diverse. Ci sono state correnti anche molto marcate, nessuno lo nega, ma spero che nasca una nuova stagione. Mi pare che siano saltati anche gli schemi delle correnti nazionali. E per essere chiaro, io non ho mai voluto un partito di «lotta e di governo». Il Pd è un partito di governo quando è al governo. Non amo le vie di mezzo o le ambiguità. 

A Roma si discute dell'ipotesi che Renzi prenda subito il posto di Letta alla guida di un governo con Alfano. Lei cosa ne pensa? Io sono prima di tutto un «lettiano» perché stimo la persona, che ha grande esperienza politica. Letta unisce competenza e capacità di rischio a idee chiare. Mi auguro che possa andare avanti per il tempo utile per l'economia e per fare le regole che creino le condizioni per governi stabili in futuro.