Gli accordi si fanno sulle proposte, non sui nomi dei presunti big che ci sostengono. Io non so ancora quali e quanti mi sosterranno, so che con me ci sono tanti iscritti ed elettori che sperano si possa andare oltre. Il punto non è chi mi sostiene nel partito, ma quale proposta politica presento per dare un indirizzo al partito. È il programma che definisce il candidato, non le bandierine, altrimenti è vecchia politica». Vanni Scalfi, coordinatore cittadino del Pd, risponde per le rime a Elisa Filippi, che ieri lo aveva invitato a ritirare la propria candidatura alla segreteria.P. Morando, "Trentino", 5 febbraio 2014
Invito che Scalfi rispedisce al mittente: «Se siamo d'accordo su tutto, Elisa sarà la benvenuta tra i miei sostenitori». Scalfi, ha detto che se sarà eletto non si candiderà alle prossime elezioni comunali e politiche. Conferma? Lo confermo: voglio dedicare tutto il tempo necessario al Pd. Il nostro è un partito complesso, la voci sono molte e le personalità forti, i territori esprimono bisogni che vanno tenuti insieme, serve un’opera di tesssitura che metta al centro i circoli e che sperimenti forme di partecipazione più agili, come consultazioni online di iscritti ed elettori registrati. E questo richiede tempo. Filippi intende riunire la segreteria anche nelle valli, come forma di attenzione al territorio. È d'accordo? Io dico che dobbiamo decidere se vogliamo un partito che si concentra sul vertice o che costruisce la base: i circoli devono essere luoghi aperti, dai quali nascono proposte su cui poi il partito impegna gli amministratori ad un’azione riformatrice esigente. Ma non basta fare le riunioni di Coordinamento itineranti, anche perché se poi uno di Tione deve andare a Borgo diventa complicato: chi deve muoversi è il segretario. E ai territori va data rappresentanza negli organi di partito, a cominciare proprio dal Coordinamento. E il dialogo con le forze produttive, pure indicato da Elisa Filippi tra le priorità? Ma dobbiamo sapere cosa dire loro: avere cioè il coraggio di dire che mamma Provincia non c’è più, che si deve puntare su defiscalizzazione e infrastrutture, che gli incentivi vanno solo alle start up che se li meritano, che non solo non penalizziamo formazione professionale e istruzione tecnica, ma anzi le promuoviamo sostenendo i tirocini all'estero e il rapporto con il mondo del lavoro. E poi il settore turistico, di cui il Pd si è sempre occupato poco: la razionalizzazione delle Apt e il ruolo di Trentino sviluppo, il trilinguismo, l’idea di un Trentino integro che promuove il trinomio sport-natura-salute e non un luna park alpino. Filippi sostiene che le vostre proposte sono pressoché le stesse. È così? Siamo d’accordo sulla drastica riduzione del consumo di suolo? Sulla riduzione dei sei livelli di governo? Condividiamo la necessità di accelerare sulle gestioni associate tra Comuni? Dialogo con socialisti, laici, ambientalisti e civiche o puntiamo a fare il “Patt di sinistra”? Ci siamo accorti che viviamo in una società in cui le diseguaglianze si vanno approfondendo? Se siamo davvero d’accordo, Elisa è la benvenuta. Dunque faccia lei un passo indietro.
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Partito Democratico del Trentino